lunedì 3 marzo 2025

Antonio Pellegrini-Commento all'album "Germogli

 


A metà novembre del 2023 ho conosciuto il nuovo volto artistico di Antonio Pellegrini, che in quell’occasione proponeva il suo primo EP “Evasion”. Nuovo corso, certo, avendo nella testa la propensione di Pellegrini verso il rock e il blues, coltivato scrivendo libri a tema e suonando in varie rock band genovesi.

Dopo un anno e mezzo arriva il suo primo album solista dal titolo “Germogli”, sintetizzato nel comunicato stampa fruibile al seguente link, dove è anche presente una succinta biografia:

  https://mat2020comunicatistampa.blogspot.com/2025/02/e-uscito-germogli-il-primo-album.html 

Ma a ben vedere l’amore per il blues fa capolino in modi diversi anche in questo CD, e provo a spiegare il mio punto di vista, partendo dal fatto che il genere specifico a cui accennavo è spesso erroneamente inteso come tipologia musicale, mentre è molto, molto di più.

Sto parlando di una cultura, di un modo di vivere obbligato e di tanto disagio, combattuto proprio attraverso le canzoni, in sintesi, un caleidoscopio di disagio e resilienza.

E cosa c’entra tutto questo con la proposta intimistica di Pellegrini?

Intanto la decisa presa di posizione acustica, un minimalismo che non credo sia volontà/necessità autarchica ma piuttosto il desidero di essere “asciutti”, essenziali, senza fronzoli, perché il messaggio deve arrivare senza orpelli, come accade nel blues, quando la riduzione degli elementi musicali (note, accordi, strumenti) mette in risalto l'espressività del singolo suono e permette di focalizzarsi sull'emozione cruda e sulla narrazione personale.

E sempre per restare in tema di comparazione, l’autore utilizza le sue creazioni per trasmettere emozioni e stati d'animo altrimenti difficili da esprimere se non con parole e musica, cadendo, suppongo, nell’autobiografico, operando una apertura emotiva che crea un legame profondo tra l'artista e l'ascoltatore, che potrà identificarsi con le esperienze narrate.

Germogli” si presenta quindi come un lavoro profondo e personale, un viaggio attraverso ricordi, emozioni e riflessioni dell'artista.

Le sette tracce sono originali e alcune fanno parte del repertorio pregresso.

Utilizzando, anche, il suggerimento di Antonio, emergono alcuni punti chiave che provo a suddividere, dando io un titolo che anticipa il mood dei suoi pezzi…


Radici e cambiamenti 

"Una sera a Santa Lucia" cattura l'atmosfera di un luogo significativo, Napoli, che l’autore associa a un momento di trasformazione personale, con lo sguardo indirizzato alla ricerca di nuove prospettive.


Esperienze passate e rielaborazione 

"Dentro di noi" e "Nessuno", brani recuperati dal repertorio delle sue precedenti band, testimoniano un percorso musicale coerente e una rielaborazione di esperienze passate, una sorta di rivisitazione delle proprie composizioni ma in un contesto più maturo.

 

Introspezione e spiritualità 

"L'astrologa" e "Angelo" esplorano temi di introspezione e spiritualità. Il primo brano, con la sua narrazione di un incontro giovanile, suggerisce una ricerca di significato e una curiosità verso il mondo esoterico. Il secondo, dedicato a un amico scomparso, rivela una dimensione emotiva profonda e una riflessione sulla perdita.


Natura e ciclicità 

"Germogli" si ispira alla primavera, simbolo di rinascita e ciclicità della vita, una possibile rappresentazione di un momento di speranza e di rinnovamento per l'artista.


Amore e relazioni 

"Sette volte" conclude l'album con una nota di amore, un tema universale che tocca le corde dell'emotività.

 foto di Roberto Paperinik Falchi

L’album di Antonio Pellegrini si presenta come una raccolta di storie personali legate da un filo conduttore alla ricerca dell’introspezione e dei significati fondanti. La varietà dei temi e delle sonorità riflette la complessità dell'esperienza umana, mentre la rielaborazione di brani passati testimonia un percorso artistico in continua evoluzione.

Dalla mia basica analisi penso si possa delineare il profilo di un  cantautore introspettivo e narrativo che presenta una forte impronta personale, utilizzando la musica per esplorare il proprio mondo interiore e per condividerlo un attimo dopo.

Dal punto di vista meramente musicale, laddove per musica intendo anche il suono delle parole e degli aspetti vocali, ho trovato una diffusa vena malinconica, il che ha prodotto su di me un effetto catartico, facendomi liberare alcune emozioni represse, cosa che accadrà ogni qualvolta riascolterò l’album “Germogli”.

Bravo Antonio!