Inserito nella prestigiosa rassegna "Parole e Musica",
sotto la direzione artistica di Roberto Grossi, lo spettacolo si è
rivelato un'immersione sonora che ha saputo fondere generi e tradizioni,
toccando le corde più intime dell'esperienza umana.
Il concerto ha rappresentato il terzo e conclusivo capitolo di una trilogia dedicata alla ricerca interiore, affrontando temi universali come la nascita, lo spirito, la materia, la rinuncia, la paura, l'amore e la morte. Attraverso un percorso musicale che ha spaziato dal minimalismo al contemporaneo, dal world al progressive, Romano ha guidato il pubblico in una riflessione sonora sul rapporto dell'uomo con il visibile e l'invisibile, attingendo sia dalle composizioni dell'album "Religio", sia dai precedenti lavori della trilogia, "Sonno Eliso" e "Missive Archetipe".
Non posseggo video di qualità della serata per cui ho inserito nell’articolo una clip e un paio di link di repertorio
La forza di "Religio in concerto" è emersa con
prepotenza dalla straordinaria sinergia di un ensemble di musicisti di
altissimo calibro. Romano, non solo compositore e arrangiatore, ha
incantato il pubblico con la sua maestria applicata a differenti fiati, tessendo trame sonore complesse e affascinanti, sicuramente
coinvolgenti.
Al suo fianco, le performance vocali di Simona Fasano hanno aggiunto una dimensione eterea e profonda, mentre Tina Omerzo al pianoforte ha fornito un supporto armonico ricco di sfumature, mettendo in risalto il suo talento con un memorabile "Taksim" (forma di improvvisazione melodica che trova le sue radici nella musica tradizionale araba, greca, mediorientale e turca) verso la fine del concerto. La chitarra e le tastiere di Alessandro Serri, accompagnate dalla sua voce, hanno contribuito a un sound poliedrico, capace di spaziare tra momenti intimi e aperture più ampie. Fabio Biale, con il suo violino, ha introdotto melodie evocative e, sebbene abbia cantato in un solo brano - "Vestire la tua pelle" dall’album Missive Archetipe - la sua voce ha conferito una notevole solennità alla performance, un esempio di come le singole skills personali siano riuscite a emergere pur nel contesto di un forte suono di squadra.
In piena luce Arianna Menesini al violoncello che ha aggiunto calore e profondità all'intera esecuzione. La base ritmica, seppur dimezzata per l'assenza di Rodolfo Cervetto, è stata garantita dalla presenza autorevole di Riccardo Barbera, molto più di un "fornitore di ritmo".
Un elemento di grande impatto visivo ed emotivo è risultata la presenza di Cristiano Fabbri, danzatore, che ha dato vita a un duetto da brivido con il solo Edmondo Romano nel brano "La Seduzione". Questa performance, caratterizzata solitamente dall'improvvisazione, ha aggiunto un livello di imprevedibilità e profonda espressività, trasformando il brano in un momento di pura magia scenica.
Ciò che ha reso "Religio in concerto" un'esperienza così unica è stata, a mio giudizio, la capacità di Edmondo Romano di tessere un dialogo senza soluzione di continuità tra sonorità tradizionali e timbri elettronici moderni.
Nonostante la predominanza di strumenti acustici, le loro risonanze antiche e le diverse provenienze geografiche si sono fuse con naturalezza con i suoni contemporanei, dando vita a un universo sonoro in continua evoluzione. La sottile ma incisiva integrazione dell'elettronica ha permesso di esaltare e ampliare le texture intrinseche degli strumenti acustici, creando un ponte affascinante tra passato e presente.
Dietro la magnificenza acustica dell'evento, l'impeccabile lavoro di Alessandro
Mazzitelli al service è stato fondamentale. La sua dedizione - competenza
ed esperienza - ha garantito, come sempre, una produzione sonora superba, permettendo a ogni
strumento e a ogni voce di emergere con chiarezza e potenza, contribuendo in
modo significativo alla creazione di un'esperienza immersiva e senza precedenti
per il pubblico. Nonostante l'evidente coesione del team musicale, c'è stato
ampio spazio per valorizzare le singole abilità, con momenti dedicati a mettere
in risalto il talento individuale di ogni protagonista.
"Religio in concerto" si è confermato non solo come
un evento musicale di alto livello, ma come un'esperienza che ha saputo toccare
l'anima attraverso la musica, dimostrando come l'arte possa essere un ponte tra
culture, generi e dimensioni umane.
Sono queste le considerazioni di uno spettatore esterno, e sono certo che il perfezionismo a cui tendono in genere i musicisti non sarà stato soddisfatto, ma una rappresentazione live deve regalare molto più della di una performance tecnicamente inappuntabile.
Giudizio sintetico: "Religio in Concerto" è appuntamento imperdibile per chi cerca nell'espressione sonora un mezzo per esplorare le profondità dell'esistenza.
https://www.youtube.com/watch?v=WMLGiBqX5f4&ab_channel=EdmondoRomano
https://youtu.be/vC6zunaMato?si=b4tTvmL8LSItAUcX



