lunedì 26 maggio 2014

ACT-"TЯIO!"


La presenza discografica di Andrea Cervetto è lunga e cospicua, ma credo di non sbagliare nel dire che questo doppio album, TЯIO!, è quello che meglio sintetizza il suo stato di artista, essendo la prima parte costituita da inediti, da lui composti nella sezione musicale. Non solo interprete, non solo chitarrista, ma anche regista di un intero progetto.
Alex Polifrone (batteria e voce) e Max Zaccaro (basso e voce) completano il trio genovese che ha assunto il nome di ACT, con l’intento di riproporre il rock storico - impossibile da dimenticare - con l’evoluzione, il tocco personale, e uno sguardo verso nuovi orizzonti.
Non mi pare trascurabile il fatto che sia tangibile l’impronta di Aerostella (il disco esce su etichetta FermentiVivi by Aereostella, distribuzione: Self/Pirames International), normalmente focalizzata sulla musica progressiva, ma evidentemente con le antenne ben tese nel cercare di captare la qualità.
La lunga intervista realizzata con Andrea è fondamentale per entrare in un mondo che da un certo punto di vista - quello che mi piace definire dell’autarchismo musicale - è tutto da scoprire.
Due CD dicevo, il primo dei quali costituito da 10 tracce vergini.
Ci sono tutte le premesse per il power trio, sicuramente nel DNA degli ACT, ma lo sforzo è proprio quello di fuggire dallo sfoggio di tecnica e di autoreferenzialità, tipico dei “giovani di un tempo (Cream, Jimi Hendrix Experience), per dare un’immagine di compattezza, di squadra al lavoro, di contributi personali che hanno una finalità superiore rispetto alla dimostrazione di grande know how.
Ne esce fuori un album godibilissimo, pressoché in inglese - tranne il primo brano, “Sono Fuori” - per fornire una connotazione internazionale, con la scrittura dei testi da parte di Andrea Anzaldi e Francesco “fisher” Sandi. Presente anche Bernardo Lanzetti, un esperto di “cose musicali” - compresa la scrittura delle liriche nella lingua di Albione - che ha collaborato con Cervetto nel brano “Kissed off good bye”.
L’impressione è quella che TЯIO!, sia un punto di arrivo, inteso come la sintesi di anni di esperienze che finalmente trovano uno sbocco ideale, tra sostanza e corretta forma. Ma al contempo potrebbe/dovrebbe essere utile per una pianificazione di un futuro che, nell’attuale panorama musicale, appare sempre pieno di interrogativi e bisognoso di punti fermi per operare successive scelte efficaci.
Se la prima faccia della medaglia racconta gli intenti degli ACT, il secondo CD ricorda a tutti quali siano gli amori di sempre, quali gli insegnamenti e i miti inseguiti, disegnando una forte traccia che congiunge cinquant’anni di musica significativa.
Le scelte sono oculate, con l'obiettivo preciso di rivisitare la sacralità del passato, ma senza cadere nell’esibizionismo a cui accennavo, che rappresenta sempre una forte tentazione.
Trasversali le scelte, da Beatles a Eric Clapton, da Stevie Wonder ad Alan Parson, da Leonard Choen a Brian May.
Per quanto riguarda quest’ultimo mi pare interessante, nel commento a seguire, il racconto dell’incontro con Andrea Cervetto e Alex Polifrone, momento da inserire tra i ricordi più importanti.
Anche nell’interpretazione di musica di “altri, le peculiarità della band emergono, nonché la voglia di fornire un modello personale, come nel caso di “Too much love will kill you”, a cui è stato cambiato il “tempo”, con approvazione/apprezzamento di May.
Un bell’album rock, nato con l’intenzione di far conoscere la realtà ACT, ma carico di qualità - e come abbiamo visto, quantità - logica conseguenza dei valori messi in campo.
Nella riproposizione di rock e blues da parte di band italiane, esistono spesso lacune che niente hanno a che fare con le capacità tecniche, ma con la mancanza di cultura specifica verso generi nati fuori dai nostri confini… spesso “studiare “ non basta, ma occorre sentire il profumo della terra dove tutto è nato. Andrea Cervetto ha vissuto tutto questo nei suoi anni di esperienza americana, lo dicono la sua voce, la sua musica e la sua chitarra.
Nel disco tutto questo mi appare evidente, e sono certo che saprà colpire gli ascoltatori più attenti.


L’INTERVISTA

Domanda scontata ma necessaria in questi casi: come nasce musicalmente Andrea Cervetto? Quale la sua storia musicale?

Intorno ai sei anni mi aggiravo per casa e, ogni qualvolta passavo davanti alla chitarra che mio padre aveva costruito per hobby, facevo scivolare le dita sulle corde rimanendo ipnotizzato dal suono. I miei genitori notando che passavo lì la maggior parte del tempo decisero di iniziare a farmi prendere lezioni di chitarra classica; gli anni passavano e quando arrivai all'età dei 13 anni, folgorato dal brano “Sultans of swing” dei Dire Straits, e trovando un punto di incontro tra la chitarra classica e il fatto che M. Knoplfer suonasse con le dita, abbandonai gli studi di musica classica e mi buttai letteralmente sulla chitarra elettrica. Da li il passo fu breve; per fortuna in casa si aggiravano montagne di dischi di rock 'n' roll, da Elvis a Chuck Berry, dai Beatles ai Beach boys e chi più ne ha ne metta. Fortunatamente anche gli amici che frequentavo erano appassionati di musica e quindi passai l'adolescenza ad approfondire la conoscenza con i Beatles e a conoscere anche gruppi come Genesis, Pink Floyd, Deep Purple, Led Zeppelin, Cream, Hendrix, Yes, Police ecc. ecc., insomma tutto il rock che era disponibile veniva ingurgitato a più non posso. Ricordo ancora con nostalgia quando si attendeva settimane l'uscita di un LP dell'uno piuttosto che dell'altro, andando a scocciare tutti i giorni il negoziante di fiducia, generalmente uomo preparato e con cultura musicale. Che bello quando esistevano questi luoghi meravigliosi (i negozi di dischi) dove era possibile entrare ascoltare un assaggio del disco e decidere se comperarlo o no, a pensarci oggi sembrano smarriti luoghi di culto.
Ho ovviamente poi continuato lo studio della chitarra elettrica oltre all'indigestione di dischi.

Quanto è stata formativa la tua esperienza americana?

E' stata fondamentale,  soprattutto per farmi capire che la musica è una cosa seria e merita rispetto, e se si fa di questa passione un “lavoro” bisogna dedicarsi totalmente,  poco importa il genere, fondamentale  l'impegno e la determinazione. Ho incontrato artisti di ogni tipo e con alcuni ho suonato, tutte persone fantastiche con un unico comune denominatore: passione e sacrificio. Ho assorbito da loro come una spugna cercando di aumentare il mio bagaglio musicale. Determinante quel giorno a New York, dove alla ricerca disperata di un espresso italiano mi sono trovato in un piccolissimo locale all'interno del quale suonava niente meno che Les Paul! Incredibile! Ovviamente  ho dimenticato l'espresso, ma ho trovato una persona che ha passato un pò del suo  tempo a chiacchierare con me, incuriosito dal fatto che, durante  il suo concerto,  lo avessi osservato e sorridessi ad ogni sua frase chitarristica. Questo è un piccolo esempio, mi ci vorrebbe almeno un mese per descriverti tutto ciò che mi ha colpito e che porto con me da allora, e sono passati più di vent'anni.

Chi sono gli ACT? Da dove parte la vostra collaborazione?

Gli ACT sono Alex Polifrone batterista straordinario e voce, Max Zaccaro bassista e voce, ragazzo veramente dotato di un gran talento musicale e Andrea Cervetto col quale stai simpaticamente parlando. La nostra collaborazione parte principalmente circa una decina di anni fa quando io entrai nel mito NEW TROLLS e vi trovai Alex che aveva preso il posto di Gianni Belleno; nacque un'amicizia e un'intesa musicale immediatamente e decidemmo di riversarla anche in altre situazioni musicali.  Alex mi presentò Max e iniziammo ad andare a suonare in giro. Questo trio si presentava sul palco e la scaletta era “open”, io iniziavo un brano e loro immediatamente a ruota: è stata magia! Nessuno ha mai creduto che non avessimo mai fatto una prova! Da allora, pur suonando insieme in varie situazioni, era sempre insito in noi il desiderio di far diventare il trio qualcosa di più, e quest'anno abbiamo deciso finalmente di pubblicare un cd doppio che ci rappresenti.

Veniamo all’album, TЯIO! , doppio CD tra inediti e rivisitazioni di opere illustri: come è nata l’occasione e come sei arrivato ad Aerostella, generalmente orientata verso il Prog puro?

Come  ho anticipato nella risposta precedente quest'anno abbiamo deciso di registrare un pò di brani che ci rappresentassero, quindi ho scritto una decina di brani che abbiamo arrangiato insieme. L'incontro con Aerostella nasce qualche anno, fa quando la D&D concerti, nella persona di Iaia De Capitani, organizzò alcuni eventi per il mito NEW TROLLS, poi pubblicò “E' Natale”, un singolo che  appunto il mito NEW TROLLS fece per raccogliere fondi per la “Exodus” insieme ai Sonohra e Don Mazzi. Da lì il passo fu breve, ho fatto ascoltare il materiale a Iaia De Capitani e a Franz Di Cioccio che hanno deciso di pubblicarlo, anzi su suggerimento di Iaia, per identificare meglio gli ACT, si è fatto un cd doppio, uno di cover rivisitate e uno di inediti. Certo Aerostella è principalmente un'edizione di prog puro, e forse è per questo che non ci ha imposto nessuna restrizione; il nostro è prevalentemente un cd rock con sfumature blues, ma vedi, nel caso di Aerostella so che ciò che conta principalmente è  la qualità... spero che  questa volta non si siano sbagliati!

In tutti i brani c’è la tua mano compositiva, ma in Kissed off good bye troviamo una piacevole collaborazione, quella di Bernardo Lanzetti: come hai operato la scelta?

Io ho scritto tutte le musiche  che, come ho detto prima, sono state arrangiate da tutti e tre, e sempre tutti e tre abbiamo deciso che i brani dovevano avere i testi in inglese per rendere questo progetto internazionale. E' presente un solo brano in italiano per mantenere il contatto con la nostra “residenza”. A questo punto mi resi conto che era necessario rivolgersi altrove per i testi, perché un conto è parlare inglese altra cosa è scrivere testi. Contattai un pò di amici in grado di scrivere testi in inglese, e il primo a cui lo chiesi fu proprio Bernardo; siamo amici di lunga data, abbiamo suonato insieme per oltre 5 anni e avevamo già composto insieme un brano, “2 much 4 just 1 man” per gli EXTRA, che se ricordo bene lui ha ripubblicato l'anno scorso o forse due anni fa, ma principalmente mi piace molto come scrive Lanzetti, e non ci sono dubbi sulle sue capacità di autore, sia in italiano che in inglese.  Lo chiamai e lui scrisse il testo di Kissed off good bye (nel cd c'è un errore di stampa le “f” di “of” dovrebbero essere due), un gran bel testo direi! Ci siamo incontrati recentemente, io e Bernardo,  e si farà ancora musica insieme, questo è certo. Gli altri amici che hanno scritto i testi sono Andrea Anzaldi e Francesco “fisher” Sandi.

Nel secondo CD, dedicato a brani famosi, appari come trasversale, tra Beatles, Clapton, May e Wonder; ci sono però due chicche che cambiano binario, con l’omaggio ad Alan Parson e Choen: sono questi gli amori musicali della tua vita?

Sono beatlesiano fino al midollo, adoro Clapton, ho toccato con mano la grandezza di May per cui queste tre scelte le volevo presenti; poi abbiamo scelto brani importanti che ci piacessero e che non necessariamente fossero strutturati per un trio basso-chitarra-batteria (come dice Franz “la spina dorsale del rock”), quindi il divertimento di adattarli e di giocare un pò con loro. Come sicuramente avrai notato non è presente nessun brano di J.Hendrix, questo non perché non faccia parte dei miei amori musicali - quale chitarrista non ama Hendrix? - ma solo perché non volevamo esagerare con le scelte chitarristiche, serviva “spazio” per giocare con brani meno adatti al trio, come dicevo prima. Hendrix viene ovviamente citato nelle nostre esibizioni live e sicuramente  sarà citato  nel prossimo cd.

Che cosa rappresenta per te lo strumento “chitarra”?

Qui posso essere abbastanza breve nella risposta. Rappresenta una parte fisica del mio corpo mi sento fisicamente unito allo strumento ed è uno dei mezzi attraverso il quale esterno le mie emozioni.

A proposito di Brian May, come è avvenuto l’incontro?

Un mio amico mi chiamò e mi disse: “ vieni a Milano a fare le audizioni per il musical  We Will Rock You? “. Io alla parola “musical” ero allergico, lo rispetto, ma non mi appartiene culturalmente, per cui risposi che il musical non era pane per i miei denti. Lui fu convincente, mi disse che le musiche erano i brani dei Queen e che c'erano da suonare quasi 30 dei loro capolavori! Cosa non da poco che il chitarrista sarebbe stato selezionato da Brian May in persona e il batterista da Roger Taylor! Wow! Dopo aver passato le selezioni finalmente arrivai di fronte a Brian e dovetti suonare insieme alla band un paio di brani, poi un fuori programma... Brian chiese chi se la fosse sentita di suonare l'assolo di Bohemian Rhapsody accompagnato dal solo pianoforte; dopo la mia esecuzione mi abbracciò e mi disse: “you're a great player”. A quel punto poco mi importava dell'audizione, ero già al settimo cielo! E prova ad immaginare i Queen chi scelsero alla batteria? Alex Polifrone! Per farla breve mi scelse; Brian tornò poi ancora due giorni per verificare che tutto fosse ok per la prima del musical, seguì attivamente le prove e suonò con noi. Ho trovato in lui una persona incredibile, sensibile, disponibile e immerso nella musica; ancora oggi ci scriviamo frequentemente via mail, tanto è vero che in occasione del cd degli ACT, dopo avergli mandato il suo brano Too much love will kill you totalmente stravolto, (basti pensare che la versione originale era in 4/4 e noi l'abbiamo fatta in 3/4) si è complimentato ed ha scritto un commento da inserire all'interno del libretto del  cd!

Ritorno all’album… che tipo di obiettivo avete fissato, in un momento così difficile per la “vendita” della musica?

Ti posso dire che l' obiettivo più importante era realizzare un cd col   quale identificarsi e far conoscere la realtà ACT,  non ci siamo posti il problema “vendita”, siamo in un momento di transizione,  non solo per la musica, per cui l'unica cosa che si può fare è affrontare le cose con serietà, professionalità e coerenza, lavorare sodo e dare sempre il massimo ottenendo  la miglior qualità possibile con le capacità che una persona ha nel momento dell'azione.  Comunque sbrigatevi a comprarlo perché sono rimaste solo le ultime 100.000 copie!

E’ prevista una pubblicizzazione live?

Intanto ti anticipo che saremo presenti ad Arezzo Wave a luglio, poi siamo in attesa del rientro dal Giappone di Iaia De Capitani ( D&D concerti e Aerostella ) con la quale si deciderà il da farsi e il come farlo.

Hai ripensato all’incontro, credo anche per te emozionante, con Eddie Kramer?

Super  emozionante! Quattro chiacchiere al volo, ma sono bastate per capire quanto questa persona, che fa parte della storia musicale mondiale, ancora oggi si emozioni e sia entusiasta della vita; abbiamo scherzato sulla mia maglia sulla quale era raffigurato J.Hendrix e poi lui ha esordito dicendo: ” Dai facciamoci una foto!” e io gli ho detto: ”Dio ti benedica!”.

Giriamo l’angolo e diamo uno sguardo al tuo futuro musicale: quali le certezze e quali le speranze?

Sai Athos come si dice: ” di sicuro c'è solo che si deve mor...”, ma speriamo che questo accada il più tardi possibile; nel mentre  combatto efficacemente, con la chitarra in mano, una guerra nella giungla musicale e nel caos apparente che ci circonda. Oggi chiunque può registrare quello che io e te chiamiamo ancora disco; ci sono le tecniche per far sì che questo accada e questo ha generato confusione. Una mia certezza è che  faccio e farò sempre solo quello che sono e sarò in grado di fare con senso di responsabilità,  cercando di crescere e migliorare ogni giorno,  non solo musicalmente, ma anche umanamente perché  le due cose non sono così distanti: in fondo suoniamo per come siamo. Continuerò ad avere un tipo di approccio “vintage” nel fare dischi, suonando le parti dall'inizio alla fine senza l'editing che va tanto di moda. Sono certo che la qualità alla lunga paghi e che occorra solo la volontà di perseverare. Spero vivamente per il nostro bene che le persone imparino ad essere curiose e ad apprezzare la vita senza farsi distrarre dalla superficialità alla quale siamo abituati, anche la musica ne guadagnerebbe non credi? Ovviamente spero che sempre più persone scoprano e conoscano Andrea Cervetto e gli ACT e colgano la trasparenza (tanto per usare un termine tanto usato impropriamente in politica) e l'efficacia con la quale suoniamo.


DISCO 1

DISCO2