mercoledì 21 maggio 2014

Cosa è accaduto al Riviera Prog Festival 2014


Al termine del FIM (Fiera internazionale della Musica), svoltosi a Genova il 16-17-18 Maggio, viene spontaneo un commento e, per quelli che come me erano presenti lo scorso anno, una comparazione.
Non ho idea del bilancio finale - elemento importante che può determinare uno slancio per ulteriori avvenimenti futuri o un drastico smorzamento dell’entusiasmo da parte degli organizzatori - che dal comunicato stampa ufficiale sembrerebbe positivo, ma posso fornire la mia immagine, parziale, raccontando ciò che ho vissuto in prima persona e di conseguenza ciò che è andato in onda sul Palco Verde, quello dedicato alla Musica Progressiva.
Le differenze sostanziali di base più evidenti erano relative a spazio, tempo e “protezione”:
Il Palafiera di Genova e non più l’Ippodromo di Albenga, tre giorni anziché due, una zona espositiva al coperto, lontano da possibili intemperie meteorologiche.
Molte di più le band presenti, quasi tutte nuove rispetto allo scorso anno, nella naturale logica di turn over.
Non le elencherò tutte perché inserite nella locandina allegata, anche se occorre dire che Picchio dal Pozzo non ha potuto essere presente, ed abbiamo invece visto Sophya Baccini’s Aradia, l’unica band quasi completamente al femminile.
Nel dare lo start al Riviera Prog Festival - condurre era il mio compito sul palco - la cui direzione artistica era nelle mani di Massimo Gasperini della Black Widow, ho evidenziato che un evento globale simile non si era mai verificato a Genova, città che ha visto i Beatles, gli albori del Prog e tutta la “statura” della Musica genovese, ma che mai aveva ospitato una manifestazione così complessa. Diamo merito a Verdiano Vera e a Linda Cavallero - ancora una volta gli organizzatori - del grande coraggio imprenditoriale, e dell’amore con cui hanno condotto le operazioni, coadiuvati da un team giovane e dinamico che ha lavorato duramente per mesi: senza passione non c’è business che tenga! Certo, qualche aiuto sostanziale da parte del governo cittadino sarebbe gradito.
Molti i palchi, per tutti i gusti, e tanti i personaggi musicali di estremo rilievo, da Bobby Kynball dei Toto, sino alla storia di casa nostra (Mal, Cattaneo, Don Backy, Camaleonti), passando per differenti discipline e molteplici valori, non ultimi gli esperti dei vari settori artistici. Tutte cose che, non avendo visto con i miei occhi, non racconterò.
Interessante lo spazio Over Joy/Muovi La Musica, che ho vissuto di più essendo zona adiacente alla “mia”, impreziosita da eventi straordinari (Patrizio Fariselli, i ragazzi di “E che cavolo!) e da persone di spessore in ambito musical culturale (Alberto Salerno, Mara Maionchi, SimonLuca and more over).
Ma io ero, ovviamente, concentrato sul Palco Verde, e in tre giorni ho visto passare  e ho interagito con una buona fetta di Prog, tra il giovane e il consolidato.
Una organizzazione tecnica difficoltosa, legata al gran numero di settaggi pro band, che ha fatto impazzire il service di Ricky Pelle, ha prodotto un ritardo quotidiano, fisiologico, di circa un ora, ma alla fine la nave è arrivata in porto.
Emozioni a non finire - e stanchezza ancora da smaltire - e utilizzo del “cambio palco” per chiacchierare con gli artisti, ma anche per promuove e divulgare altre iniziative.
Spero di non dimenticare nessuno nell’elencare la pubblicizzazione di alcuni book, come quello di Mox Cristadoro (I 100 Migliori Dischi del Progressive), di Giordano Casiraghi (Che Musica a Milano), di Fabio Zuffanti (Ma che Musica Suoni?) e di Gianmaria Consiglio (Il Balletto di Bronzo e l’idea del delirio organizzato). Ha completato le presentazioni Piero Cademartori di Editrice Zona.
E poi i Latte e Miele con il loro album di recente uscita (Passium Secundum Mattheum-The Complete Work), Paolo Siani che ha descritto il DVD “Nuova Idea-Live Antology”, Pino Sinnone che ha segnalato un prossimo evento, la celebrazione dei Trip prevista per il 15 Giugno a Cisano sul Neva, un gruppo di fertili realtà genovesi con fresche od imminenti uscite (Blue Down, Il Segno del Comando e Una Stagione all’Inferno) e qualche riferimento al Prog Sud francese (era presente una buona rappresentanza della zona).
Non è mancato il saluto ala cara giapponese Yoshiko, momentaneamente indisponibile, ma idealmente con noi.
A completamento della sezione interviste, sul palco è salito Roberto Tiranti, che ha voluto presenziare, nonostante lo aspettasse, di lì a poco, un concerto importante, assieme al già citato Kinball.
Ma il momento più emozionante, sicuramente per me, è arrivato alla fine della prima giornata, quando il tributo a Jimi Hendrix è stato preceduto dal mio incontro on stage con Eddie Kramer, l’ingegnere del suono dei mostri sacri, Beatles, Stones, Led Zeppelin, Hendrix e molti altri.
Era lì accanto a me, e io avevo il compito di fare qualche domande: le gambe tremavano e il mio inglese peggiorava in un attimo, drasticamente, mentre gli chiedevo di Woodstock o della sua relationship con Jimi. Ma la semplicità dei geni  è qualcosa che andrebbe assorbita in toto, e nel piccolo montaggio a seguire sarà facile intravedere Eddie parlottare con Andrea Cervetto, fotografare i musicisti sul palco e aggirarsi con semplicità tra gente stupita ed eccitata. Ne sa qualcosa il fotografo Enrico Rolandi che Eddie ha voluto immortalare, invertendo i ruoli.
Alta la qualità messa in campo, e abbastanza varia la proposta, giacchè all’interno della famiglia del prog le componenti sono davvero tante.
Molti gli ensamble giovani, tanti quelli affermati, impossibile sviscerare le singole performance, per questioni di spazio, ma sottolineerei la prestazione di un incredibile Alvaro Fella, in aggiunta al Consorzio Acqua Potabile, sul palco su di una carrozzella per un recente incidente, ma con una voce da paura.
Unico ospite non italiano Richard Sinclair, non uno qualsiasi. Voce magica e capacità di catturare il pubblico unica.
“L’andare lungo” ha penalizzato un po’ il finale della terza serata, quello dedicato ad Aldo Tagliapietra e alla sua band, e la Locanda delle Fate, ma il pubblico ha dato comunque una buona risposta.
Per avere un’idea “bignamica” del sound rimando al video che comprende stralci de Il Castello di Atlante, Eddie Kramer e tributo a Hendrix, Osanna e PropheXy e Sinclair.
Un buon pubblico ha garantito una presenza costante nell’arco dei tre giorni.
Poteva andare meglio? Poteva andare peggio? E’ andata, questo importa, e dagli errori si traggono sempre spunti di miglioramento che fanno protendere verso la positività.

Arrivato a casa distrutto sono stato accolto da un “… ma chi te lo fa fare…” : a distanza di anni sono ancora un mistero, su alcuni argomenti, per i miei cari!