domenica 9 febbraio 2014

Simon & Raphael Robatto


Simon & Raphael Robatto sono due giovanissimi aspiranti musicisti, che non conosco direttamente e che vivono dall’altra parte dell’Oceano: difficilmente ci sarei arrivato se qualcuno non mi avesse chiesto di ascoltarli. Partendo dal fatto che ciò che propongono non mi appartiene, per abitudine e per cultura musicale, ho colto l’occasione per… imparare. La mia curiosità musicale - e il fatto di aver perso ogni tipo di pregiudizio - ha fatto sì che ad ogni parola o artista sconosciuto proposto da Raphael nell’intervista a seguire, io abbia iniziato una piccola ricerca per… scoprirne di più, per capire che cosa rappresenta l’altra parte della medaglia, quella fatta di un mondo sonoro e lirico che ha a che fare con le nuove generazioni e con culture differenti dalle mie; e così, a conti fatti, sono più io che devo ringraziare loro, che in qualche modo ho associato a mio figlio, coetaneo, attratto da una musica totalmente diversa da quella che ho cercato di fargli ascoltare nel tempo.
Ma proseguendo con l’esplorazione ho scoperto due persone che potrebbero essere prese ad esempio per chiarezza di idee, spirito di sacrificio, talento e umiltà, tutte caratteristiche che spesso mancano a chi, spinto da passione - ma non solo - vorrebbe bruciare le tappe e arrivare rapidamente a un obiettivo che spesso ha a che fare con visibilità e successo e non con l’amore musicale.
Simon e Raphael, attualmente in Canada, partono da una sorta di autarchismo musicale e assorbono tutto il possibile utilizzando la tecnologia esistente. Lo studio è il comune denominatore di ogni loro azione: le lingue, il teatro, il canto, la chitarra, il piano… e chissà quante altre cose hanno riempito i loro 17 anni… spazio temporale davvero contenuto!
Non ci sono album da far ascoltare, ma fioccano i video, anche quelli “fatti in casa”, al massimo con aiuti familiari, e allora ci si può fare un’idea di cosa ci sia sotto.
Occorre avere un po’ di lungimiranza e cercare di leggere in prospettiva, perché l’immaturità è palese e ovvia, ma esistono tutte le prerogative per perseverare e proseguire la strada della passione di sempre, con la speranza che tale amore possa magari coincidere con un futuro lavoro: quella sarebbe la vera fortuna, qualunque sia la sfera personale in cui si è attivi.
Ciò che propongono è variegato, e muovendosi tra un brano e un altro si può avere l’impressione di ascoltare musicisti diversi: si passa da situazioni “rappate” ad altre molto romantiche, passando per una sorta di “latin music” e per il versante elettronico, utilizzando l’inglese, lo spagnolo o il francese, con una certa disinvoltura. E questa miscela, di buona qualità, testimonia due cose: la prima è la voglia di rispondere ad esigenze personali, esprimendosi in varie direzioni, con sincerità, senza calcolo e pianificazione alcuna; dall’altro lato la mancanza di una proposta univoca, da associare ad un genere specifico, appare in questo momento come dispersiva e lontana dal creare un’identità al duo.
Cose assolutamente normali per chi è all’inizio di un percorso di vita, e le scelte future, a mio modesto parere, dovrebbe trattenere l’essenza attuale, ma essere rivolte anche ad una pianificazione basica, perché il talento e l’intelligenza a volte non bastano.
La domanda potrebbe essere: “ Che cosa vogliamo proporre? Quale deve essere il nostro modo di comporre?”.
Non è fondamentale avere il consenso altrui, ma superato il primo passo, quello in cui si scrive per se stessi, si arriva al successivo, quello della condivisione selvaggia. 
Il tempo e il talento non mancano a Simon & Raphael, di cui, spero, sentiremo parlare nei prossimi anni.

Lo scambio di battute…

Partiamo dalle origini, presentatevi e… collocatevi geograficamente.

Mi chiamo Raphael Robatto; mio fratello Simon ed io abbiamo 17 anni (nati il 19 gennaio del 1997, a Lecco). Finita la scuola elementare in Italia ci siamo trasferiti a Tenerife. Là abbiamo frequentato per cinque anni una scuola britannica. Questa esperienza ci ha dato l’enorme opportunità di imparare l’inglese e lo spagnolo, lingue che ci aprono tante porte nel mondo. Terminata la scuola secondaria, abbiamo traslocato a Québec, in Canada, dove viviamo tutt’ora, per prepararci all’università e perfezionare il francese.

Come nasce la vostra passione per la musica e chi sono i vostri artisti di riferimento?

La mia passione per la musica è nata a Tenerife due anni fa, quando ho ricevuto in regalo un programma che mi permetteva di comporre musica di vari generi. Tale passione mi ha anche portato a iscrivermi a un corso di canto. Quanto a mio fratello, il suo interesse per la musica è cominciato anche per lui alle Canarie, dove ha iniziato a frequentare un corso di pianoforte. I miei artisti preferiti sono Skriller (per il dubstep), Blasterjaxx per EDM E Knife Party, molto conosciuti per Electro House o anche loro Dubstep e EDM. La loro musica mi ha spinto a fare quello che faccio adesso. Mio fratello tende ad andare più verso la musica latino americana o il soft rock; si basa su artisti come Felipe Santos e Cali Y EL Dandee, Yandar Y Yostin, Juan Magan per il reggeatòn, e Max Pezzali, gli 883 o i Luna Pop per la musica italiana.

Siete autodidatti o avete alle spalle della scuola specifica?

Io sono autodidatta, ho imparato da solo grazie a dei tutorial su youtube e ho “accettato” consigli di altre persone. Ho partecipato per un anno a un corso di chitarra a Tenerife e tutt’ora studio la chitarra per conto mio. Mio fratello, dopo aver seguito  - nei  suoi ultimi tre anni  spagnoli -  un corso di pianoforte, ha cominciato a comporre ciò che propone. Il suo idioma preferito è lo spagnolo, ma scrive anche canzoni in italiano, inglese e francese.

Quanto influenza la vostra musica il luogo in cui vivete?

Adesso, a Jonquière, le persone ascoltano maggiormente il rock, il country, l’heavy metal o metal. Alcune anche il pop, ma poche apprezzano il mio genere di musica, dunque in questo momento il mio lavoro non è influenzato dall’ambiente dove vivo. E’ durante la mia permanenza a Tenerife che ho sviluppato il mio gusto per questo tipo di sound.

Ho ascoltato alcuni brani e mi pare che avete intrapreso alcune strade parallele, che contemplano rap, melodia e sentimento sino ad arrivare alla musica strumentale e tecno, il tutto attraverso l’utilizzo di idiomi diversi: qual è in realtà il genere che preferite?

Il genere che ascolto è la musica elettronica, di ogni tipo. Quella melodica, cantata e rilassante, e quella più distorta e senza voci. Non c’è uno stile che non mi piaccia. Quello che preferisco è il “Melbourne Underground”, modello abbastanza recente, mentre Simon preferisce il reggaeton, una filosofia musicale scoperta a Tenerife.

Chi si occupa della realizzazione dei vostri video clip?

Simon ed io realizziamo i nostri video con l’attrezzatura che abbiamo a disposizione, con l’unica eccezione del video di “Wake Up”. In effetti questo clip è stato realizzato da nostra sorella che sta studiando in una scuola di cinema a Milano. Lei ha filmato e montato il video e faceva anche parte della regia. Altri video, come “Olvidare” o “Nuestra Historia d’Amor” sono stati ripresi e montati da noi con iMove. Speriamo in futuro di lavorare con professionisti nel campo del cinema, per poter ottenere dei filmati migliori dal punto di vista tecnico ed estetico dell’inquadratura.

Vi siete mai proposti dal vivo?

Ho partecipato a qualche spettacolo d fine anno del mio corso di canto, a Tenerife, e ho anche cantato durante un concerto di pianoforte di Simon. Però non ho avuto ancora l’opportunità di suonare la mia musica dal vivo.

Avete degli esempi italiani che apprezzate particolarmente?

Gli artisti italiani che più amiamo sono: Max Pezzali, Giorgio Gaber, Fabrizio De Andrè, Caparezza, Francesco De Gregori, Sergio Cammariere e Riccardo Cocciante.
Che cosa fate nella vita oltre che dedicarvi alla musica e allo studio, ammesso che avanzi del tempo?

Ci piace molto viaggiare ed esplorare nuove culture. Abbiamo studiato teatro per cinque anni e anche partecipato a diverse recite teatrali. In aggiunta abbiamo frequentato per due anni un corso d’arte. Pratichiamo molti sport, come muay-thai, jiu-jitsu brasiliano, MMA e sub.

Provate ad esprime un desiderio… che cosa vorreste realizzare nel vostro futuro prossimo, in campo musicale?

Il mio obiettivo ravvicinato è quello di avere l’opportunità di proporre la mia musica al pubblico, ma soprattutto a gente esperta in questo campo. Ciò mi permetterebbe di ricevere critiche e riscontri sul mio lavoro, in modo da poter ampliare le mie conoscenze e perfezionare le mie composizioni.