Venerdì
27 marzo ho rivisto le Orme.
Il
Teatro Chiabrera è stracolmo e, verificando l’alta densità della popolazione
musicale cittadina, nell’occasione, mi sovvengono le parole di un
amministratore cittadino, cultore della buona musica: “ A Savona il
prog tira…”.
L’ambiente
è stimolante, pieno di musicisti e musicofili , e si avverte la necessità di
condivisione.
Quando
le Orme appaiono sul palco mi nasce spontaneo un pensiero sul tempo passato,
legato all’aspetto fisico, ovviamente cambiato, e quando Tagliapietra ricorda
che la band è di nuovo a Savona dopo 30 anni( ma in realtà è qualcosa di più),
non posso fare a meno di ricordare che anche allora io c’ero , il bello e il
brutto nello stesso tempo.
La
formazione è quella tipica a 3, con Michele Bon alle tastiere,
al posto di quel che fu ” l’Emerson”delle origini , Tony Pagliuca.
Aldo
Tagliapietra presenta
il doppio manico, basso e 12 corde, e Michi Dei Rossi è alla
batteria.
L’inizio
è quello della linea spartiacque, tra il pop e il prog, quell’album Collage,
che ricordo come il primo lavoro italiano di musica progressiva, almeno dal
punto di vista della visibilità nazionale.
E’
proprio con “Collage” e “Sguardo Verso il Cielo” che la performance
inizia.
Tagliapietra
prende la parola e saluta, presentando ciò che di li a poco ascolteremo.
Avverto
una specie di imbarazzo, di forzatura, che è il feeling comune a tutti i concerti
di band storiche, ricostruite, a cui assisto. A volte appare un dovere il
raccontare al pubblico, quasi una preliminare dichiarazione d’intenti, che
saranno riproposti i motivi che sono già patrimonio comune, come a dire “… non
temete, le cose nuove saranno contate e presto arriveremo dove voi
volete …”. Io penso che questi artisti abbiano molto da dire,
nuove musiche intendo, e a volte mi pare che questi condizionamenti siano
vissuti con un po’ di frustrazione.
Il
concerto prosegue con una miscela di brani meno datati, al termine dei quali ci
reimmergiamo negli anni 70.
Tagliapietra
è anche l’unica voce e conferma i miei opinabili pensieri. Il mondo della
musica è pieno di fantastici cantanti, dalle estensioni e potenze incredibili,
ma si fa fatica a trovare il timbro originale, il marchio di fabbrica, che non
è scuola, ma DNA. Aldo in questo non difetta e le sue peculiarità timbriche
sono una delle cose che più ho gradito in questa serata.
Che
dire di Dei Rossi! Io lo trovo mostruosamente bravo.
Fa
cose complicatissime con semplicità disarmante.
I
suoi tempi sono quasi impossibili da “assimilare”, e ricordo di essermi
concentrato per seguire, solo lui, in “Cemento Armato”: impossibile per
me trovare mentalmente lo stesso ritmo.
Michele
Bon è il più giovane ma sembra molto esperto. Con lui ho scoperto una nuova
tastiera portatile, capace di simulare lo “svisare” di una fender, e come
questa usata a tracolla.
Credo
si tratti della “Alien Guitar Simulator”, da lui stesso ideata.
Suggestivo
il rifacimento di “India”, con Tagliapietra che si cala nella parte,
rimane a piedi nudi, si siede come un indiano in contemplazione e imbraccia il
sitar.
Dai
commenti post concerto ho captato un gradimento condizionato, legato alla
lunghezza dell’utilizzo dello strumento a cui diede visibilità mondiale Ravi
Shankar.
Felona
e Sorona ci
riporta ad uno dei dischi di maggior successo delle Orme e il viaggio nel
passato continua.
Dei
Rossi cerca di dettare i tempi agli spettatori, che appaiono un po’
indisciplinati, specialmente uno, urlatore per tutta la durata del concerto, a
cui Michi si rivolge scherzosamente:”… ma cosa hai fumato?”.
Si
arriva rapidamente alla fine ufficiale, ma nessuno ha intenzione di andare via
e le Orme ritornano per il doppio bis, uno dei quali il medley di vecchi brani,
meno conosciuti, ma di grande qualità.
Un
bel concerto, tanta bella gente, anche molto giovane, e uno feeling nuovo, che
da un po’ di tempo avverto nell’aria.
Mi
ritrovo miracolosamente sul palco, mentre Dei Rossi intrattiene il pubblico
sottostante e gli altri firmano qualche autografo. Sono queste le occasioni in
cui i vecchi album, inutilizzati in qualche scaffale di casa, possono essere
firmati e marchiati dai realizzatori.
Michi
se ne va , occupato in un ‘ultima intervista. Mi passa accanto e non ho il
coraggio di chiedergli una foto (cosa che farò invece con Bon).
Ma
non passeranno altri 30 anni … il 26 giugno si replica,
gratuitamente, a pochi chilometri da qui.
Per
chi avesse voglia di riascoltare il passato e il presente prog, forse un po’ di
futuro, è una ghiotta occasione da non lasciarsi sfuggire.
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