Mauro Pelosi inizia il suo cammino tra le strutture della industria discografica nel 1972, presso la Phonogram.
Il pessimismo e il senso di angoscia che lo contraddistinguono sono annunciati già dai titoli del primo 45 giri: “Vent’anni di galera”, lato b “Suicidio”. “La stagione per morire”, uscito poco dopo, è invece il titolo del 33 giri.
Poco più di un anno dopo Pelosi incide altri brani contenuti in un nuovo album, “Al mercato degli uomini piccoli”. Le tematiche esistenzialiste sono sovrapposte al tema dell’amore, visto come ipotetica ancora di salvezza.
Nessuno di questi due lavori incontrò i favori del grande pubblico, e Pelosi decise allora di rientrare nei ranghi.
La pausa durò fino al 1976, quando Pelosi ritentò con nuove proposte: prima un 45 giri, “Una lecca lecca d’oro”, poi qualche mese più tardi con un LP senza titolo, “Mauro Pelosi”.
I testi sono un pò cambiati,ed è mutata la prospettiva di Pelosi: “Ho sentito l’esigenza di staccarmi dai problemi individuali che potevano riguardare solo me, in fondo sterili; mi sono avvicinato a quelli di tutti, in una prospettiva psicologica e politica”.
Neanche in questo caso le vendite gli forniscono dati positivi.
Pelosi ha una nuova pausa; bisogna infatti attendere fino al 1979 per ascoltare le canzoni del nuovo album. Si intitola “Il signore dei gatti”, le sonorità sono più ariose, le liriche più elaborate, ma anche questo lavoro gli dà poche soddisfazioni, e di Mauro Pelosi si perdono definitivamente le tracce.
"... non ho smesso mai di comporre e di sognare... mi piace troppo... la musica che scrivo adesso e' per me e per i miei amici... pero'... mi piacerebbe farvela ascoltare...
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