The James Gangè stato un
gruppo rock formatosi a Cleveland, Ohio nel 1966. Anche se la band non trovò un
grande successo commerciale, tranne che nella loro zona natale, la fama a cui è
arrivato successivamente il chitarrista Joe Walsh ha reso il gruppo più importante.
La notorietà
di Walsh arrivò quando si unì agli Eagles, nel 1976, partecipando al loro album
di maggior successo, "Hotel California", con un passaggio solistico nella title track che è entrato nella storia della musica.
Collaborò con
gli Eagles fino al loro scioglimento, avvenuto nel marzo del 2016, in seguito
alla morte di uno dei fondatori, Glenn Frey.
Tornando alla
James Gang, nell'aprile del 1971, pubblicò il terzo album, "Thirds",
inclusa la canzone "Walk Away", che ascoltiamo a fine articolo.
Al
"terzo" album mancava una jam con Little Richard, intitolata "But I Try", che è stata pubblicata solo… 41 anni dopo!
Il 16 settembre del 2023, all'età di 82 anni, ci lasciava John Stanley Marshall.
Batterista inglese, membro fondatore
del gruppo jazz rock Nucleus, era nato il 28 agosto 1941. Dal 1972 al 1978 fu
il batterista dei Soft Machine, sostituendo Phil Howard.
Marshall era nato a Isleworth, nel
Middlesex, e nel corso della sua vita ha suonato con varie band e musicisti
jazz e rock.
Dal 1999, ha lavorato con ex
co-musicisti dei Soft Machine in diversi progetti legati alla Soft Machine, come
SoftWare, SoftWorks e Soft Machine Legacy. Era stato in tour come membro della
band, che opera di nuovo sotto il nome di Soft Machine, dal 2015 al 2023.
E poi una chicca video, seppur di
pessima qualità, ripresa da pochi passi.
Genova: estratto dal commento del 3
aprile 2011 intitolato
“Soft Machine Legacy/Tempio delle
Clessidre al Ge-Prog Festival 2011”
E viene la volta dei Soft Machine
Legacy, una vera eredità del gruppo originario.
Il progetto, nato nel 2004 dopo il
re-incontro di Hoog Hopper, Elton Dean, John Marshall e John Etheridge, cambia
attori durante il percorso, per la prematura scomparsa di Dean e Hopper, ma con
l’entrata di Roy Babbington si ricompongono i 3/5 del gruppo originale, tra il
1975 e il 1978. La ciliegina sulla torta è il fiatista Theo Travis.
Un tuffo tra vecchi ricordi mi
porterà a commentare, con un “nuovo amico”, alla fine della performance, che
l’unica volta in cui vidi i Soft Machine eravamo nei primi anni ’70, stessa
città, Genova, ma era il Teatro Alcione il luogo dell’esibizione.
Li ritrovo dunque dopo una vita e mi
viene spontaneo condividere qualche pensiero ad alta voce con una giovane
donna, sempre dalla mia postazione privilegiata a lato del palco; osservo tutti
quei ragazzi indaffarati, avanti e indietro, tra i cavi elettrici e i piatti
della batteria, quasi “insensibili” alla storia della musica che li sta
sfiorando (ma ovviamente per loro è un lavoro). Di certo non potrebbero mai
capire cosa può provare un uomo “antico” come me, un tempo incantato dalle
icone di Marshall e soci, sulle copertine dei vinili, e ora a due passi da
loro, con la possibilità di sentirli chiacchierare prima dell’esibizione, o in
attesa della chiamata per il bis, con le mani glissanti sulle tastiere non
amplificate!
È questo il lato più romantico di
tutta la faccenda, probabilmente comune a molti dei presenti.
Non suonano tantissimo i SML, forse
un’ora e un quarto, ma … questa è la musica.
Difficile collocarli appieno
nell’area prog, ieri come oggi, perché il jazz che ci regalano non lascia
spazio ad interpretazione alcuna. E suonare jazz, anche se miscelato e
arricchito, può significare dedicarsi solo ad una élite di persone. Leggere
l'autobiografia del mitico Bill Bruford per saperne di più.
Resto incantato da tutti. I fraseggi
di Etheridge sembrano improvvisazioni, ma non lo sono. Il basso di Babbington è
qualcosa che necessita di spartito, ed anche il suono è estremamente preciso.
Marshall sembrerebbe il più dimesso, ma da un incredibile saggio di bravura nel
corso di un assolo, e poi… che tempi riesce a tenere! Theo Travis sembra
capitato per caso sul palco, per il suo modo educato e delicato di muoversi, ma
credo sia unico, con complicati passaggi al sax alternati a momenti di estrema
dolcezza, all’insegna del flauto traverso.
Tutto bene, al di là delle mie
personali aspettative.
In tutta onestà credo che un evento
simile avrebbe meritato un tutto esaurito, ma… rileggiamoci il libro di
Bruford.
Il 15 settembre del 2008 ci lasciava, a 65
anni, Richard
Wright, uno dei
padri dei Pink
Floyd,
tastierista e compositore dopo l'uscita dal gruppo di Syd Barrett.
Lo voglio
ricordare con un articolo trovato in rete in quei giorni…
"Si
è spento ieri Richard Wright, co-fondatore e tastierista dei sempre e per
sempre leggendari Pink Floyd, «dopo una breve lotta contro il cancro», così la
famiglia, tramite un portavoce, ne ha dato l'annuncio, senza fornire ulteriori
particolari, ma chiedendo il rispetto della privacy. Richard William
"Rick" Wright (questo il nome completo), era nato a Londra 65 anni
fa, unico nella formazione originale della band britannica a non essere
originario della provincia.
Da
adolescente frequenta brevemente il London College of Music, formandosi alla
musica jazz. Ma l'esperienza dura poco e presto si iscrive ad Architettura dove
incontra due dei suoi futuri compagni, Roger Waters, autore di tutti gli anni
migliori della band, e Nick Mason.
Nel 1963
nascono i Pink Floyd.
Con Waters,
Wright e Mason c'è anche Syd Barrett (morto il 7
luglio del 2006, a 60 anni, dopo anni passati a inseguire i fantasmi della
propria mente), che in seguito viene sostituito dal raffinato David
Gilmour.
Ed è
proprio dopo l'uscita di Barrett dal gruppo che Wright ne diviene il
compositore melodico, dando l'impronta decisiva ad alcuni fra i brani più
famosi come "A Saucerful of Secrets", "Echoes", e
"Shine on You Crazy Diamond".
Suoi
anche alcuni fra i pezzi di maggior successo commerciale: le due canzoni
dell'album "Dark Side of the Moon", del 1973: "The Great Gig in
the Sky" e "Us and Them", e "Keep Talking", tratta da
"The Division Bell "del 1994.
Impossibile,
poi, non ricordare "Sysyphus", dell'album "Ummagumma",
del1969, e "Summer '68 ", dell'album " Atom Heart Mother",
del 1970.
Durante
la registrazione di "The Wall", del 1979 scoppia la bufera:
Roger Waters chiede a Wright di andarsene.
La causa
è lo scarso rendimento, causato, lo accusa, da un eccessivo uso di cocaina.
Wright
smentisce, ma se ne va anche se continua a suonare nei concerti del 1980 e 1981
che promuovono l'album, ma solo come musicista.
L'album
successivo, "The Final Cut" (1983), dedicato alla memoria del padre
di Waters, morto ad Anzio durante la guerra e ultimo disco della formazione
originaria, è l'unico a cui Wright non contribuisce come autore.
Ormai è
definitivamente allontanato da gruppo.
Nel 1984
forma un gruppo con Dave Harris, gli Zee.
Ma il
primo album, "Identity", è un completo insuccesso.
Nel 1987
viene chiamato da Gilmour per dare una mano durante le session conclusive di
"A Momentary Lapse of Reason" e poi formalmente
"reintegrato" a pieno titolo come membro del gruppo con l'album
"Delicate Sound of Thunder "(1988).
Nell'album
successivo, "The Division Bell" (1994), scrive cinque canzoni e canta
"Wearing the Inside Out.
Incoraggiato
dal decisivo contributo fornito a The Division Bell, nel 1996 Wright pubblica
il suo secondo album da solista, "Broken China", in cui tra gli
ospiti appaiono talenti come SineadO'Connor, Pino
Palladino e Tim Renwick.
Nel
frattempo gli screzi e le battaglie legali per il possesso del nome sembrano
aver irrimediabilmente allontanato Waters dagli altri musicisti e sembra quindi
un piccolo miracolo vederli di nuovo tutti e quattro, nel luglio del 2005, sul
palco del Live 8, in Hyde Park.
L'anno
seguente Wright ritorna nello studio di registrazione con Gilmour, per
collaborare con lui ancora una volta, al terzo album da solista di
quest'ultimo, "On an Island", suonando in due brani.
Erano
proprio loro i propiziatori di una possibile, futura reunion dello storico
gruppo al completo.
I Babe Ruthsono un
gruppo rock inglese originario di Hatfield, Hertfordshire, Inghilterra. Attivi
tra il 1970 e il 1976, si sono riformati nel 2005 e sono tutt’ora in pista.
Un po’ di storia…
I semi dei futuri Babe
Ruth erano racchiusi in un gruppo denominato Shacklock, formato dal chitarrista
Alan Shacklock nel ‘70. Gli altri membri erano Janita Haan e Dave Hewitt, con
Dave Punshon e Dick Powell che si unirono in seguito.
La prima pubblicazione
fu il loro singolo Wells Fargo, mentre il loro primo album, “First Base”,
divenne disco d'oro in Canada. Nel 1973 Ed Spevock sostituì Powell e Chris
Holmes prese il posto di Punshon nel secondo album. Nel 1975, Steve Girl,
tastierista dei Wild Turkey di Glenn Cornick, sostituì Holmes per il terzo
album. Lo stesso anno Shacklock lasciò la band per diventare un produttore
discografico e Bernie Marsden (Wild Turkey) si unì al team per il quarto album.
Dopo questo, Haan e Hewitt se ne andarono.
Sebbene non fosse
rimasto alcun membro originale, il gruppo incorporò Ellie Hope e Ray Knott per
il quinto disco, nel 1976. Poco prima
che i Babe Ruth si sciogliessero, furono raggiunti dal giovane 17°enne Simon
Lambeth, nato a Birmingham, che fece alcune apparizioni nel loro ultimo tour.
Marsden si unì agli Whitesnake e Lambeth lasciò la band.
Il loro singolo del
1975, Elusive divenne una canzone popolare sulla scena soul del Nord, e
negli Stati Uniti divenne un successo da discoteca, raggiungendo la posizione n.
12 nella classifica National Disco Action.
Una cover disco di The Mexican apparve alla fine del 1970, eseguita dai Bombers. Questa versione
ispirò una cover electro/freestyle prodotta da Jellybean Benitez nel 1984, per
la quale riuscì a reclutare Haan alla voce. La cover divenne
successivamente un successo dance underground.
Tra la fine del 2005 e
l'inizio del 2006, Haan (ora Janita Haan Morris), Hewitt, Shacklock e Punshon
si riunirono per registrare nuovo materiale insieme a Nashville, con Spevock
che registrò la sua batteria a Londra. L'album, intitolato “Que Pasa”, è stato
completato nel settembre 2006, e dopo essere stato reso disponibile in forma
digitale tramite il sito ufficiale della band, è stato pubblicato da Revolver
Records nel 2009.
La band, nel luglio
2010, ha intrapreso un tour di reunion di successo in Canada, suonando tre
concerti all'Ottawa Bluesfest, Metropolis Montreal e Festival International du
Blues de Tremblant.
Il 28 giugno 2014, i
Babe Ruth hanno suonato il loro unico spettacolo del 2014 al Summerfest di
Milwaukee: hanno partecipato oltre 7.000 persone.
Formazione
Attuale
Ed Spevock (nato
Edmund Anthony Spevock, 14 dicembre 1946, Londra) - batteria (1973-presente)
Jenny Haan (nata
Janita Haan, 9 maggio 1953, Edgware, Middlesex, ora Janita Haan Morris) - voce
(1970-1975, 2005-presente)
Dave Hewitt (nato
David John Hewitt, 4 maggio 1950, Dewsbury, West Yorkshire) - basso, cori
(1970-1975, 2005-presente)
Alan Shacklock (nato
Alan Albert Shacklock, 20 giugno 1950, Londra) - chitarra, cori, organo,
percussioni, arrangiamenti archi (1970-1975, 2005-presente)
Dave Punshon -
tastiere, pianoforte (1971-1973, 2005-presente)
Membri passati
Jeff Allen (nato
Jeffrey Allen, 23 aprile 1946, Matlock, Derbyshire) - batteria (1970-1971)
Dick Powell -
batteria, percussioni (1971-1973)
Chris Holmes (nato
Christopher Noel Holmes, 12 settembre 1945, Cleethorpes, Lincolnshire) -
tastiere (1973-1975)
Steve girl - tastiere
(1975-1976)
Bernie Marsden (nato
Bernard John Marsden, 7 maggio 1951, Buckingham, Buckinghamshire) - chitarra
(1975-1976)
Ellie Hope - voce
(1975-1976)
Ray Knott - basso
(1975-1976)
Simon Lambeth -
chitarra, cori (1976)
Discografia
Album
First Base (1972),
Harvest - U.S. No. 178[5] CAN No. 87
Amar Caballero (1973),
Harvest
Babe Ruth (1975),
Harvest (LP), (1993) One Way (CD) - U.S. No. 75;[5] CAN No. 85
Stealin' Home (1975) -
U.S. No. 169
Kid's Stuff (1976) -
CAN No. 53
Qué Pasa (2009)
Qué Pasa (2021)
(Renaissance Records Reissue) (Vinyl)
Singoli
"Wells
Fargo" / "Theme from A Few Dollars More" (1972), Harvest
"Ain't That
Livin'" / "We Are Holding On" (1973), Harvest
"If Heaven's on
Beauty's Side" / "Doctor Love" (1974), Harvest
"Wells
Fargo" / "The Mexican" (1974) (unofficial release, released in
Brazil)
Pubblicazione: 9 settembre 1971 USA-8
ottobre 1971 GB
Durata: 39:29
EtichettaApple/EMI
ProduttoreJohn Lennon, Yōko Ono e Phil Spector
"Imagine" è il secondo
album in studio da solista di John Lennon, pubblicato nel 1971. È un album
iconico che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica e ha
contribuito a consolidare la figura di Lennon come uno dei più importanti
artisti del suo tempo.
L'album si apre con la celebre
traccia che dà il nome all'intero progetto, "Imagine",
una canzone che è diventata un inno per la pace e l'unità, con un messaggio
potente e universale. Il testo poetico e le melodie semplici ma efficaci rendono
la canzone un classico senza tempo.
Il resto dell'album presenta una
combinazione di canzoni che spaziano tra diversi stili musicali: da ballate
intime come "Jealous Guy" e "Oh My Love"
a brani più rock come "It's So Hard" e "Gimme
Some Truth", diversificazione in cui Lennon dimostra una
versatilità artistica impressionante. Le canzoni sono scritte con grande
sincerità e profondità emotiva, e toccano temi come l'amore, la politica, la
religione e la speranza.
Una delle tracce più significative
dell'album è "Gimme Some Truth", una canzone carica di
rabbia e disillusione verso l'establishment politico e l'ipocrisia della
società. Lennon utilizza la sua voce potente e le parole taglienti per
esprimere il suo disgusto verso la situazione politica del tempo, rendendo la
canzone un inno per coloro che cercano il cambiamento.
"Imagine" è anche
notevole per la sua produzione impeccabile. Phil Spector, il leggendario
produttore, ha creato con Lennon un suono pulito e coinvolgente. Le tracce sono
ben arrangiate, con un'attenzione particolare per gli arrangiamenti
orchestrali che enfatizzano le emozioni delle canzoni.
Che dire ancora… un album eccezionale,
che ha avuto un impatto duraturo sulla musica e sulla società. Lennon ha
dimostrato di essere un cantautore straordinario e un artista impegnato,
trasmettendo messaggi di pace, amore e speranza attraverso le sue canzoni.
Il disco continua a ispirare e a toccare il cuore di molte persone anche dopo
più di cinquant'anni dalla sua pubblicazione, confermando la sua importanza e
il suo valore artistico senza tempo.
Curiosità
All'uscita del disco, Rolling Stone lo recensì abbastanza
freddamente, descrivendolo con le seguenti parole: “Contiene una sostanziale
porzione di buona musica, ma, se lo paragoniamo all'album precedente (di molto
superiore), ci sono avvisaglie della possibilità che i suoi messaggi
sembreranno presto non solo noiosi ma anche irrilevanti".
Nel 2003, “Imagine” si piazzò all'80º posto nella
classifica di Rolling Stone dei 500 migliori dischi di tutti i tempi!
Copertina
La copertina mostra un ritratto in
primo piano di Lennon estrapolato da una Polaroid scattata da Yoko Ono. Il
concept originale per la copertina proviene da una fotografia di Lennon
scattata da Andy Warhol. La fotografia del retrocopertina è anch'essa opera di
Yoko Ono. Sempre sul retro è presente una citazione tratta dal libro “Grapefruit”
della Ono (del quale i Lennon stavano all'epoca promuovendo la ristampa in Gran
Bretagna): "Imagine the clouds dripping. Dig
a hole in your garden to put them in."
Come inserto interno, era presente
una cartolina con una foto di Lennon che tiene per le orecchie un maiale
(ironico riferimento alla copertina dell'album “Ram”, di Paul McCartney,
dove Paul teneva per le corna un montone).
Il chitarrista osserva che quando si devono prendere
decisioni all'interno della band, spesso si tratta di una sola persona che dice di no"
Anche se la vendita sarebbe una mossa incredibilmente
redditizia, il chitarrista osserva che il suo desiderio di
"liberarsi" del lavoro non è dovuto a un motivo finanziario, ma servirebbe
per allontanarsi dalle discussioni che sorgono quando si devono prendere
decisioni all'interno della band.
La notizia della potenziale vendita fece notizia per la prima
volta nel 2022, quando fu rivelato che i piani si erano presumibilmente
scontrati a causa del mancato raggiungimento di un accordo tra i membri della
band.
Quando gli è stato chiesto se i Pink Floyd fossero ancora
interessati a vendere il catalogo, durante una recente intervista con Rolling
Stone, il chitarrista ha risposto: "Sì, è qualcosa che è ancora in
discussione".
Sottolineando le sue ragioni, dice: "Liberarmi del
processo decisionale e delle argomentazioni che sono implicate per mantenerlo
in vita è il mio sogno. Se le cose fossero diverse... e non mi interessa
questo da un punto di vista finanziario. Mi interesserebbe solo per uscire dal
bagno di fango che è stato creato per un bel po’ ".
Parlando di come le decisioni vengono solitamente prese
all'interno del campo dei PF, Gilmour afferma che funziona su un "sistema
di veto", aggiungendo: "Si potrebbe dire che tutti dicono di
sì, ma c’è una persona che dice di no".
In un'altra parte dell'intervista, il chitarrista esprime il
suo disinteresse nel discutere del suo malumore nei confronti del suo ex
compagno di band, Roger Waters, affermando: "È qualcosa di cui parlerò
un giorno, ma non ho intenzione di farlo in questo momento.
È noioso. È finita. Come ho detto prima, ha lasciato il
nostro gruppo quando avevo 30 anni, e ora sono un tipo piuttosto vecchio, e la
rilevanza di tutto questo non c'è. Da allora non conosco più il suo lavoro.
Quindi non ho nulla da dire sull'argomento".
Gilmour ha avuto una faida con Waters per diversi anni, anche
se i conflitti si sono intensificati nel febbraio 2023, quando la moglie del
chitarrista, Polly Samson, ha condiviso un tweet accusando Waters di essere
"antisemita fino al [suo] midollo marcio", nonché "un
apologeta di Putin e un bugiardo, ladro, ipocrita, evasore delle tasse, che
sincronizza le labbra, misogino, malato d'invidia, megalomane".
Ricondividendo il tweet, Gilmour ha scritto che "ogni
parola [è] dimostrabilmente vera". Più tardi quell'anno, ha promosso
un documentario sulle presunte opinioni antisemite di Waters.
Waters ha negato tutte le accuse di antisemitismo.
È di questi giorni l'uscita del disco di Gilmour "Luck And Strange", pubblicato da Sony Music, ed è il suo primo album di nuovo
materiale in nove anni.
L'album del 1997 This Strange Engine dei Marillion sarà
pubblicato in CD/Blu-ray e vinile a novembre
I Marillion hanno
annunciato che il 22 novembre pubblicheranno una nuova edizione deluxe
di “This Strange Engine” per Racket Records e earMusic. La nuova
edizione è ora disponibile per il pre-ordine.
A seguire il nuovo mix del 2024 di “Man Of A Thousand Faces”.
L'album sarà pubblicato in una versione di cinque dischi (4
CD e un Blu-ray) o in un cofanetto di 5 LP in vinile da 180 grammi. Entrambi i
set includono una versione dell'album originale in studio recentemente mixato e
masterizzato, una registrazione completa inedita della performance della band
del 1997 a Grand Rapids.
Il Blu-ray bonus, che è incluso nel media book, contiene
l'album in alta risoluzione, jam session e prime versioni delle tracce
dell'album, un documentario di “This Strange Engine”, un video bootleg del
concerto Live In Utrecht e video promozionali del momento dell'uscita
dell'album.
Il set è accompagnato da libretti illustrati contenenti foto
rare, nuovi artwork, cimeli e un saggio che scava in profondità nella storia
dell'album dello scrittore Prog Rich Wilson.
Originariamente pubblicato nel 1997, il nono album dei
Marillion, il quinto con Steve Hogarth, è stato il primo dei tre dischi che i
Marillion hanno realizzato sotto contratto con la Castle Communications, dopo aver
abbandonato la EMI nel 1995. La band avrebbe pubblicato tre album per
l'etichetta (anche “Radiation” del 1998 e “marillion.com” del 1999) prima di elaborare
la loro idea di crowdfunding per “Anoraknophobia” del 2001.