mercoledì 4 settembre 2024

Nemo, Milano, Clemente-"Frattura, Comparsa, Dissolvenza"

Il vulcano in perenne eruzione positiva che corrisponde al nome di Claudio Milano, mi rende edotto dell’uscita di uno dei suoi tanti progetti, “Frattura, Comparsa, Dissolvenza”, in cui si unisce a compagni di viaggio di fiducia.

Un album “collaborativo” quindi, definito “progetto di composizione estemporanea elettro-vocale per tre voci estese”.

Tre voci a partire da registri differenti:

Alberto Nemo (tenore – il mistico)

Niccolò Clemente aka Whale (baritono – l’uomo di scienza)

Claudio Milano con Teo Ravelli aka “borda” (basso – la drammaturgia 

Testi di Niccolò Clemente, Claudio Milano e Alberto Nemo 

Ho ascoltato l’album e ho bissato osservando la performance live di Prato, registrata un anno fa, e ho provato ad immaginare la reazione dei presenti, magari un pubblico selezionato, forse solo curioso e impreparato, fatto sta che la proposta di questi musicisti straordinari rappresenta un’esperienza di vita, un concentrato di emozioni che può condurre a molteplici reazioni che sarebbe stato bello raccogliere nell’immediato.

Penso che sia questo il gratificante supplementare di tal lavoro… regalare il proprio messaggio/idea/proposito e suscitare reazioni molto personali, magari agli antipodi, e rispondendo in modo tecnico all’utilizzo della legge relativa alla conservazione dell’energia utilizzata in fase di presentazione, aggiungerei che un postulato della dinamica enuncia che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria… tradotto nel mio linguaggio: “La risposta alla sollecitazione sonora complessa potrà spingersi in varie direzioni ma lo scopo verrà raggiunto se resterà intatta l’intensità”.

Ho utilizzato l’aggettivo “complesso”, perché trovo che “Frattura, Comparsa, Dissolvenza” sia il parto di menti superiori dal punto di vista musicale, e qui il concetto di musica di nicchia trova la più logica validazione.

Complessa la creazione, complessa la proposizione, complesso il luogo/momento espositivo, complessa la ricezione che necessita della giusta predisposizione a sperimentare. In questo pensiero è presente una mia forte convinzione, quella che vede lo spettatore coinvolto come protagonista al pari del musicista… ma forse è una speranza più che una certezza.

Per dipanare la matassa concettuale limitando gli errori utilizzo alcune note ufficiali…

Nemo è l’essenza che accoglie nel canto modi occidentali e orientali. È la coscienza del sé che si ascolta e che lascia andare tutto il superfluo rappresentando (non esprimendo) “l’essenza”. Attraverso il canto e i suoi accordi di pianoforte ridotti a basso continuo su cui muovere rivoli di note e melismi appoggiati al respiro in perfetta armonia col sistema fonatorio, ad intendere le cellule come acqua che scorre e trascende la forma, è entità che attraversa tempo e spazio.

La “frattura” spazio-temporale creata da Nemo viene immediatamente ricucita dall’uomo di scienza, Whale, medico pediatra umanista, illuminista non estraneo alla “percezione” come legge tale da esprimere un limite umano da superare, più che da rispettare. Lui è “il presente”, ovvero, “la comparsa”.

Claudio Milano (basso) sceglie di farsi decostruire da un collaboratore (borda) ad amplificare, asciugare, deformare un’esposizione di per sé pari ad urlo. Il suo ruolo è “il futuro”, ma icariano. Lui è “ciò che non si vuole recepire”.

Seguendo l’idea gruppale potremmo trovare sintesi al progetto con le parole di Milano & friends… 

La trasmissione del “sapere” da una persona all’altra nell’epoca del revisionismo e della ridefinizione della geo-politica, attraverso suono universale. 

Il mio ascolto, quello senza aspetti visuali e carico di concentrazione, mi ha lanciato verso territori che posseggo ma che cavalco raramente, ed è in questo senso che l’album spinge verso riflessioni diversificate che provo a raggruppare, evidenziando che è paradigma del tutto personale, sollecitato dalla musica/messaggio afferrati, nella piena logica di quel 3° principio della dinamica a cui facevo accenno.

Chi diffonde conoscenza non si priva di qualcosa, questa non è un bene materiale, si mantiene inalterato il proprio patrimonio di idee che nella conferma pubblica trova certificazione. Chi ascolta può beneficiare di quello che ha ricevuto trovando significati al suo modo di agire e aiuta il progresso del sapere con la sua applicazione e/o verifica.

La conoscenza, quando è patrimonio di pochi, sfugge alla pubblica verifica e interrompe la sua evoluzione. Si può bloccare la diffusione della conoscenza, della cultura, arrestando la circolazione delle persone, delle vie di comunicazione, delle merci, la chiusura delle civiltà attraverso i blocchi che oggi hanno sembianze diverse dalle mura medioevali ma significati simili, e hanno come obiettivo principale l’auto-centrismo. 

La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità” (N. Tesla), e il medioevo culturale convive nella nostra società.

Le conoscenze che abbiamo sono poche e irrisorie rispetto a quelle future, acquisibili in società aperte, eccentriche, e quelle raggiunte nel passato è necessario rivalutarle perché ci orientano. Diffondere cultura migliora la società di oggi e di domani, questo dovrebbe essere il primo obiettivo delle persone organizzate in società complesse. Chi parla e chi ascolta sono sullo stesso piano ed entrambi in questo rapporto osmotico contribuiscono al miglioramento dell’umanità.

Off topic?

Beh, anche io sono “entrato” nell’album e provo darmi la giusta legittimazione!

Se poi proviamo a fornire spiegazioni legate al mood che fornisce la musica di questi geniacci, diventa complicato trasferire l’atmosfera che si percepisce: aulica, sacrale, ultraterrena, immateriale, impalpabile, una dimostrazione spinta di enormi skills che potrebbero non essere comprese dal fruitore occasionale e “leggero”, che potrebbe non afferrare capacità interpretative ed esecutive di livello superiore.

Attraverso il video a seguire ognuno potrà crearsi la propria idea ma, prima di iniziare, è necessario trovare il posto giusto e, per 43 minuti, lasciarsi andare senza il rischio di distrazioni… le soddisfazioni arriveranno, o forse no, ciò che è sicuro è che non si resta insensibile al cospetto di “Frattura, Comparsa, Dissolvenza”.

Meraviglioso il contenitore (booklet/artwork)!

E voi, cosa ne pensate?