sabato 5 febbraio 2022

Claudio Sottocornola-“Mythos”


Sono passati pochi giorni dal mio commento al progetto “Occhio di bue”, di Claudio Sottocornola, e trovo immediato aggancio con ciò che a ruota segue, una diversa versione dell’autore, quella che esprime stati d’animo precisi attraverso le immagini.

Il titolo è “Mythos”, un contenitore dalle dimensioni ridotte ma carico di significati personali che possono trovare facile comparazione con la storia di ogni essere pensante, non necessariamente âgée.

Il tema affrontato riguarda la notte, fotografata senza pretesa alcuna se si fa riferimento alla tecnica, a volte sfuocata, non sempre comprensibile, una visione imperfetta, come ci accade di percepire quando il calar delle tenebre nasconde momentaneamente lo zucchero - e il veleno - di una giornata in chiaro, appena lasciata alle spalle.

Sottocornola agisce su tre piani differenti, o meglio, su diversificate coordinate spaziali e temporali e la sua opera dicotomica individua percorsi alternativi - o paralleli.

Il primo sentiero conduce a “Colognola”, un quartiere alla periferia di Bergamo dove C.S. vive da sempre, ed é quindi testimone della sua dinamicità demografico-qualitativa.

La mitica periferia dove si cresce, dove punti salienti trovano ora motivo per riunirsi.

Tanti ricordi ed una desertificazione che, sottolinea l’autore, ricorda la categoria della “restanza”, evidenziata dal sociologo Vito Teti a proposito dei paesini calabri ormai abbandonati e popolati da nuovi migranti, pronti a promuovere una nuova partenza; ma a differenza del Sud - orgoglioso delle proprie radici - occorre qui fare i conti con una diffusa indifferenza.

Un secondo sentiero indirizza al luogo di vacanza della vita, la Calabria jonica, in particolare il lungomare di “Locri”. Anche in questo caso il declino appare inesorabile, un dissesto fisico a volte, ma molto di più se si pensa allo scemare della socializzazione, legata anche alle varie attività, un tempo molto più che entità commerciali.

I ricordi sono possenti, ma scemano al cospetto di una comparazione dell’oggi con il passato, una sperequazione a vantaggio di ciò che fu che diventa fonte di enorme delusione.

L’ultima sezione si intitola “Dalla finestra”, e propone alcuni scatti fatti dalla finestra usando il cellulare subito dopo una vittoria della nazionale di calcio, quando su di una strada statale, parallela a quella dell’autore, scorre il fiume di auto in festa, tra luci gioiose e clacson assordanti, situazione opposta, per spirito e atmosfera, rispetto alle due precedenti ma, a ben riflettere, una rappresentazione che durerà lo spazio di un battito d’ali, per poi lasciare il tutto inalterato. E il giorno dopo la routine avrà il sopravvento.

Tutto questo viene “raccontato” attraverso la fotografia, volutamente rock e un po’ allucinata, giocando tra realtà e immaginazione, scrutando e soffrendo, vivendo la calura estiva o l’umidità che tappa il naso, unendo le memorie al mood del momento, guardando, forse, a ciò che si vorrebbe realizzare e che appare ormai solo un sogno lontano.

La notte è bella. La notte è maledetta.

Il silenzio e la solitudine amplificano il disagio… per alcuni, ed ogni minuto carico di pensieri sembra duri una vita.

Il silenzio e la solitudine possono anche essere un conforto, un momento in cui la riflessione appare facile e le idee prendono corpo nitidamente… nonostante il buio.

Claudio Sottocornola, dalla sua posizione privilegiata, osserva, immortala, rimembra, e ciò che crea, con apparente facilità, diventa ciò che avremmo voluto dire o fare… ma non ci abbiamo mai pensato, forse, nonostante la nostra piccola videocamera sia perennemente in azione in ogni frangente della nostra esistenza.

Alle iniziali note dell’autore si aggiungono i testi critici di Mario Bonanno, Dario Franchi e Alberto Marengoni.

Essendo un fautore dell’interazione tra differenti arti - in particolare tra suoni, parole e immagini - ho apprezzato incondizionatamente “Mythos” e ringrazio l’autore per aver messo a disposizione parti di vita così personali che, mi auguro, stimoleranno nel lettore qualche nuova riflessione.