domenica 27 febbraio 2022

Pete Townshend e CSI


Rolling Stone US ha pubblicato una lunga intervista realizzata da Andy Greene con Pete Townshend, tradotta da RollingStone Italia e fruibile al seguente link:

https://www.rollingstone.it/musica/interviste-musica/pete-townshend-non-voglio-morire-in-tour/618606/

Ogni volta che ho occasione di parlare di musica rock con giovani e giovanissimi cerco di promuovere il verbo della qualità partendo da esempi del lontano passato. Capita quasi sempre di “cadere” sugli Who, nome che spesso non significa niente per i miei interlocutori in erba, ma poi arriva il passepartout, la chiave che apre la porta della conoscenza inconsapevole: CSI!

<<Forse non conoscete il nome The Who, ma sicuramente avrete sentito la loro musica attraverso la serie “CSI”… >>, e come d’incanto tutti comprendono di cosa io stia parlando.

Ho estrapolato una minuscola sezione dell'intervista che riporta a quell’argomento specifico:

Ovviamente, non voglio che gli succedano le cose che sono successe a me, cioè gli Who fermi per un decennio. Nel 1982 la band era finita, non guadagnavamo nulla. Così ho iniziato a dare le mie canzoni per pubblicità, film… non sempre è andata bene. Non ci sono dubbi. A volte è stato imbarazzante. Ma ci ho guadagnato. Ma a volte… come in CSI, cazzo! Quello show ha enormemente contribuito alla diffusione… in quei film ci sono alcune delle canzoni migliori degli Who ed erano tutto il tempo in TV. La serie ha ricordato al pubblico che c’eravamo ancora. Ci ha aiutati a tornare…”.