giovedì 1 marzo 2012

Gianni Belleno-L'intervista


Ho fugacemente condiviso il palco di La Spezia con Gianni Belleno, io ”tappabuchi” tra un set e l’altro e lui impegnato con gli UT.
A fine performance l’ho “pressato” perché si staccasse dalla sua batteria e venisse in mio soccorso davanti al microfono e lui, nonostante i segni della fatica, naturali dopo quarantacinque minuti di passaggi continui “tra le pelli”, gentilmente mi ha raggiunto e abbiamo scambiato qualche parola.
Con questi presupposti, ci siamo risentiti a distanza di un mese, realizzando l’intervista a seguire, che a me pare molto interessante.
Leggiamo il pensiero di Gianni, con cui faccio il punto della situazione ad inizio 2012.

L’INTERVISTA

Partiamo dal 21 gennaio, giorno in cui ti ho intervistato sul palco del ProgLiguria. Che giudizio ti senti di dare, dopo poco più di un mese, di quella manifestazione?

Senz’altro un’ottima occasione per riprendere, in chiave totalmente live, una musica che ha avuto la sua parte determinante nella storia non solo dei New Trolls, ma anche nella mia storia di uomo e musicista. La differenza tra ieri ed oggi sta sicuramente in un approccio diverso: nei primi anni settanta suonavamo anche con una certa “incoscienza”, dovuta alla nostra giovane età ed a tutta una serie di circostanze che sia l’epoca specifica che noi come persone ci trovavamo a vivere; ora, dopo anni di esperienza non solo musicale, ma anche di crescita a livello umano, ci troviamo a suonare in maniera più consapevole, certamente più “matura”. Anche le relazioni tra di noi, al di là di tutta una serie di episodi che hanno segnato la nostra storia di musicisti e di uomini, sono aperte al confronto, allo scambio di idee, all’ascolto reciproco: mi trovo a suonare con belle persone.
Se consideriamo il contesto specifico del Prog Liguria, magari potrei dire che ci sarebbe ancora qualcosa da rivedere, adattamenti da fare: offrire un concerto di una certa durata, ma scegliendo brani che possano dare l’impatto immediato non solo del genere di musica che si viene ad ascoltare, ma di tutto un percorso che ha portato a questa scelta. Sicuramente, nel contesto specifico, l’acustica non buona ha limitato le potenzialità di quanto avremmo voluto offrire; ritengo che anche la scelta delle location in cui suonare giochi un ruolo molto importante, La musica, per essere completamente goduta ed apprezzata, va curata anche nei minimi dettagli.

Se ti guardi indietro e ripensi a tutti i musicisti, uomini e donne, che hai trovato sulla tua strada, esiste qualcuno che ha inciso in maniera determinante sulla tua formazione musicale?

La mia formazione musicale è avvenuta nel periodo tra gli anni sessanta ed i primi settanta: un periodo fertilissimo non solo in fatto di produzione musicale, ma anche di formazione di tutta una serie di gruppi di musicisti che, ancora oggi, fanno scuola. Un nome su tutti: i Beatles. Il vero momento di svolta della musica in quel periodo. E poi i Rolling Stones: con i New Trolls avevamo aperto, come supporters, il loro concerto a Roma. Se poi ci vogliamo riprendere in mano tutta una serie di brani composti dai New Trolls o da altri gruppi formati in seguito alle loro ripetute scissioni, è inevitabile ritrovare tracce di quanto ascoltavamo in quel periodo: Deep Purple, Cream e, in seguito, Bee Gees. Ogni incontro “musicale” è stato per me determinante e non ha mancato di influenzare il mio modo di suonare e di comporre.

Se uno non ti conoscesse e volesse apprendere qualcosa della tua biografia attraverso le note ufficiali poste in rete, troverebbe una frase che ti colloca tra coloro che hanno contribuito a modernizzare l’approccio alla batteria. Che cosa significa in termini strettamente tecnici? Ti riconosci in questo assioma?

Se dovessi ricostruire la storia del mio modo di suonare attraverso una serie di flashback negli anni, noterei subito che, quando ho iniziato (parlo del periodo tra gli anni sessanta ed i settanta) le differenze sono abissali. A partire dalla quantità e dalle caratteristiche degli elementi dello strumento (e, quindi, da sonorità conseguenti). I New Trolls del Concerto Grosso già si presentavano sul palco con una batteria a doppia cassa, coi fusti rovesciati, dalle dimensioni decisamente inusuali rispetto alla batteria di altri gruppi dell’epoca. Direi che una certa mia creatività, uno spirito d’improvvisazione spesso efficace hanno contribuito molto a dare alla musica dei New Trolls una certa caratteristica. L’aver “voglia di fare” ti porta a questo, nel bene e nel male, perché le imperfezioni non mancavano: errori di gioventù, di entusiasmo, potrei dire.
Oggi dedico diverse ore di studio allo strumento, valuto quale elemento e quali caratteristiche debba avere per una migliore esecuzione di determinati brani. C’è una cura maggiore non solo nell’impostazione, ma anche nella scelta di sonorità specifiche. Gli UT non lasciano nulla al caso, anche se lo spazio per l’improvvisazione e la creatività rimane fondamentale: è il segno che la nostra musica è viva.

Potresti farmi un sunto del seguente libro, che ancora devi scrivere:” L’evoluzione del buisnnes musicale, dagli anni 70 ad oggi, secondo Gianni Belleno”? Mi piacerebbe un tuo bilancio degli aspetti positivi e negativi.

Il business si accorge sempre dell’aria che tira in un certo momento: quando ho iniziato a suonare la musica era al primo posto un po’ per tutti i giovani. Magari fino ad allora neanche ci si accorgeva di loro, ma quando il loro movimento è diventato un fattore che coinvolgeva migliaia di persone, subito il business ha intuito le potenzialità di guadagno e si è fatto avanti. Da un certo punto di vista le cose sono cambiate poco: in fondo si tratta sempre di far soldi. Ma la differenza fondamentale sta nel ritmo asfissiante in cui tutto si sussegue, anche nella musica: ai miei inizi c’erano produttori che, dopo aver scoperto un talento, lo curavano, seguivano, indirizzavano.
Raramente sbagliavano un colpo: molti di quelli che hanno cominciato in quel periodo sono in pista ancora oggi. Se invece consideriamo la cosa così come la vediamo da una ventina di anni a questa parte, si va a cercare l’artista che possa offrire un impatto immediato e garantire introiti immediati. Abbondano le scuole di musica che, ai miei tempi, si contavano sulle dita, ma non sempre la valutazione di chi gestiscono è attenta. Possono catapultarti in tutto il mondo con un attimo ma, se non hai talento, dopo pochi mesi sei dimenticato e avanti un altro.
La ripresa di generi quali il Prog resta una scelta coraggiosa: in fondo si tratta di un settore di nicchia di mercato, se vogliamo considerare questo aspetto della musica. Parlare di business in questo caso mi pare un po’ azzardato, ma forse è proprio questo che ci permette di suonare più serenamente, senza essere inseguiti da logiche di vendita o di profitto a tutti i costi.

Quanto conta l’amicizia nel “tuo” ambiente musicale? E’ ancora un valore importante, ammesso che in passato lo sia stato?

L’amicizia nell’ambiente musicale purtroppo lascia il tempo che trova: quello che funzionava un giorno, magari oggi non funziona più e allora vuol dire che non era un’amicizia sincera. E’ spiacevole anche il solo ricordare certe cose, anche se ti hanno aiutato a crescere. Credo sia più facile trovare l’amicizia nella vita di tutti i giorni, ammesso di riuscirci: l’amicizia semplice, fatta di una telefonata o una birra insieme, il contare su qualcuno che c’è e sapere di esserci anche per lui.
E’ nutrimento per l’essere umano, sicurezza di vita, fiducia nel prossimo. Sai che puoi affidare i tuoi dubbi o incertezze, ma anche gioie e progetti a qualcuno che non ti tradirà e sarà sempre pronto a dividere con te, senza alcun interesse personale.

Esiste qualche rammarico per qualche possibilità professionale che in passato hai scartato per eccesso di cautela?

Per me è stato esattamente il contrario: per troppa mia sicurezza non ho scartato mai nulla. Tutto, nel bene o nel male, ha contribuito all’evoluzione della mia musica ed alla mia formazione come uomo. Quando è venuto fuori l’idea di riprendere la musica Prog con gli UT non ho detto di no e mi sono dedicato al progetto con lo stesso entusiasmo che ho messo in tutto quello che ho realizzato musicalmente. Magari alcune scelte sono state più efficaci, altre meno: ma non no rinnego nessuna perché tutte sono state, allo stesso modo, determinanti in quella mia specifica fase di vita e di lavoro.

Che cosa rappresenta per te la performance live? Che tipo di “colloquio” riesci a stabilire con chi ti trovi davanti?

Il live è sempre un’infinita scoperta di emozioni: tu ci sei, il pubblico c’è e siete l’uno per l’altro in quel preciso momento. E’ uno scambio non solo di musica, ma fatto anche di sguardi, gesti che accompagnano il tuo suonare. E’ la stessa vita che prende forma di musica dalle tue mani e dalla tua voce. Un viaggio che vorresti non finisse mai, anche se sei a pezzi dopo tre ore di concerto, dietro ad uno strumento particolarmente faticoso come la batteria. Niente è “artificiale”: anche eventuali errori o imperfezioni del concerto fanno parte del gioco, così come fanno parte della
vita. A volte penso che ogni concerto sia una specie di prova d’amore per la musica e per il pubblico: cerco di dare il meglio, sicuro di ricevere in cambio il piacere di vedere gente che è lì per me, felice di starmi a sentire. E, allo stesso tempo, con la consapevolezza di ricevere anche osservazioni o critiche se le cose non sono andate come il pubblico avrebbe voluto.

Come collocheresti i New Trolls “storici” nel panorama rock italiano, sia dal punto di vista del talento che di quello della produzione realizzata?

Il talento è indiscutibile: in pochi sarebbero andati avanti, sia pure tra dissidi di ogni genere, se il talento non ci fosse stato. Le imperfezioni giovanili sono scomparse con la consapevolezza che, dopo i primi anni ed il primo successo, non si poteva viaggiare su quanto avevamo già ottenuto.
Penso che il successo dei New Trolls sia dovuto anche alla capacità che loro hanno avuto di guardarsi intorno: hanno mantenuto le loro caratteristiche fondamentali, uno straordinario blending di voci, probabilmente ineguagliato nella musica italiana e, allo stesso tempo, hanno camminato nelle tracce del rock, prog, disco music. Le stesse collaborazioni con altri artisti hanno arricchito la loro musica e le loro esperienze (e anche musica ed esperienze di chi saliva con loro sul palco, naturalmente!). Credo che i New Trolls siano inconfondibili e, tutto sommato, inimitabili proprio per certe caratteristiche che appartengono solo a loro; magari si potrà dire che qualche gruppo si ispira ai New Trolls, che il mix di voci ricorda i New Trolls, che la chitarra suonata a quel modo ricorda Di Palo o la batteria Belleno. Non significa altro che dire: state camminando su una strada già percorsa, dissestata quanto vuoi, ma che in molti ancora ricordano.

Ho letto con attenzione la parte di biografia che riguarda la tua ”conversione” e la tua scelta di fede. Non voglio invadere la tua vita intima, ma potresti dirmi quanto questo tuo cambiamento incida attualmente sulla tua musica?

Non è facile riferire in poche parole un percorso che, sicuramente nella mia inconsapevolezza, è durato per tutta una vita fino ad oggi. In fondo la conversione è un fatto di tutti i giorni: ti mette davanti a scelte precise che puoi fare solo se nel profondo del tuo cuore aderisci a qualcosa che orienta la tua vita in maniera determinante. E non sempre la scelta è facile. Se, poi, vogliamo far riferimento ad un momento specifico in cui mi sono reso conto di qualcosa di più grande che, magari, portavo sempre dentro di me ed a cui non avevo mai dato ascolto, vuoi per disinteresse o altro, allora devo dire che il momento in cui ho preso coscienza di tutto questo è stato determinante: mi ha aperto le porte di un mondo per me sconosciuto e nascosto fino ad allora ed a me non è restato che dire di sì, accettarlo ed esplorarlo partendo innanzitutto da me stesso. La prima cosa che la conversione provoca è il metterti davanti a te stesso e riconoscerti per come sei: non ti chiede quanti dischi hai realizzato o quanti concerti hai fatto. Non cambia niente della tua
vita di tutti i giorni: continui a vivere, suonare, sbagliare, gioire e soffrire, ma tutto è sotto una luce nuova che dà un senso ad ogni cosa. Credo che il primo passo della conversione sia l’accettarsi per quello che si è, confidando nell’amore di Chi saprà guidarti ad essere migliore.

E ora sogna… cosa vorresti realizzare, musicalmente parlando, nei prossimi tre anni?

Scrivere musica, suonare, raccontare e raccontarmi. La mia storia, come quella di ognuno, ha un valore immenso. In fondo si tratta sempre di far sì che i tuoi talenti portino frutto, senza sotterrarli da qualche parte perché non credi nelle tue possibilità. Metto sempre lo stesso entusiasmo in ogni novità, in ogni impresa, grande o piccola, che mi trovo ad affrontare nella mia vita e nel mio lavoro. Il progetto con gli UT al momento mi coinvolge totalmente e voglio dedicargli tutta l’attenzione possibile perché riesca al meglio. In fondo la musica è fatta così: vuole il meglio, ma ti permette di dare il meglio di te se è il tuo canale di comunicazione privilegiato. Altri lo fanno con la pittura, la scrittura, con lo stesso lavoro di tutti i giorni che, se svolto bene, diventa arte a tutti gli effetti. Io continuerò a parlare con la musica. Su qualsiasi strada mi troverò a camminare.

Biografia tratta dal sito ufficiale UT:


Suona la batteria fin da giovanissima età, sull’onda dei numerosi gruppi che nascevano e si esibivano nelle cantine ed i locali di Genova. E’ tra i primi batteristi italiani ad avere un approccio moderno allo strumento, con una metodologia specifica ed ispirandosi ai batteristi dei grandi gruppi rock tra la fine degli anni 60 e
l’inizio dei 70.
Entra a far parte dei New Trolls fin dalla loro primissima formazione (1966) e, al di là di scioglimenti del gruppo nel corso degli anni, ha comunque fatto parte di band nate dall’incontro di elementi fuoriusciti dalla formazione. Fa parte dei “Tritons”, gruppo che ripropone cover di gruppi quali i Rolling Stones e, da solista (con lo pseudonimo di “Johnny dei Tritons”) incide “Twist and shout “ e“Satisfaction”. Fa parte degli “UT” sotto la denominazione di “Nico, Gianni, Frank e Maurizio”. Con i New Trolls realizza album fondamentali nella carriera del gruppo, quali i due Concerti Grossi di L.E. Bacalov, “UT”, "Canti d'innocenza, canti d'esperienza", “Searching for a land”, “Aldebaran”, “New Trolls”, “FS” e numerosi altri.
Come autore e compositore collabora agli album di Ornella Vanoni, Mina, Anna Oxa,
Fausto Leali, Edoardo De Crescenzo e molti altri.
Dal 2001 ha fatto parte di gruppi formatisi attorno a nuclei dei New Trolls e dal 2009 si occupa di Christian Music, soprattutto insieme a suo figlio Mamo. Dal 2011 è tra i promotori del progetto degli “UT”, che ripropone oggi la musica prog, invitando alla riscoperta delle sonorità che tanto hanno avuto successo all’inizio degli anni 70.




Tra pochi giorni Gianni Belleno e i suoi compagni di viaggio si esibiranno al Teatro Smeraldo di Milano. Pubblicizzo l’evento con grande piacere.


Comunicato Stampa
D&D CONCERTI
presenta

NOTTE NEW TROLLS

UT, l'anima prog dei New Trolls e Il Mito New Trolls
venerdì 30 marzo alle ore 21:00  al Teatro Smeraldo di Milano

Venerdì 30 Marzo alle ore 21:00 al Teatro Smeraldo di Milano, UT, l'anima prog dei New Trolls, e Il Mito New Trolls per la prima volta insieme sullo stesso palco si esibiranno in un live unico e imperdibile.
Lo spettacolo sarà composto da più parti. Nella prima parte gli UT proporranno alcuni dei brani più famosi del repertorio progressive (come ad esempio: L'amico della porta accanto, Improvvisazioni nella sala vuota, Paolo e Francesca) e Concerto Grosso n.1 – allegro; successivamente le due band eseguiranno insieme Concerto Grosso n. 1 - adagio e Concerto Grosso n. 2 – vivace e subito dopo Il Mito New Trolls si esibirà in una carrellata di tutti i più grandi e storici successi della band (Una miniera, Quella carezza della sera, Aldebaran solo per citarne alcuni). Il finale ovviamente sarà una sorpresa.
Provate a nominare UT a qualsiasi appassionato di progressive rock in giro per il mondo. La sua memoria scatterà subito al 1972, a un momento storico per il rock italiano, a uno dei migliori album dei New Trolls. In quel disco c'erano Gianni Belleno (uno dei fondatori della band genovese) e Maurizio Salvi, oggi di nuovo insieme accompagnati da una formazione d'eccezione composta da Claudio Cinquegrana, Andrea Perrozzi e Fabrizio Chiarelli.
Il Mito New Trolls è attivo dal 1998 e ormai ha assunto connotati e tratti distintivi ben precisi. Ha come leader il chitarrista Ricky Belloni (già chitarra e voce dei New Trolls). La formazione attuale è composta da: Giorgio Usai (già New Trolls), Andrea Cervetto e Alex Polifrone.
Notte New Trolls, un incontro musicale imperdibile, per ritrovare e rivedere ancora una volta insieme tre dei quattro musicisti che accompagnarono Fabrizio De André nella sua prima apparizione live. Nel 1974 Gianni Belleno (New Trolls), Ricky Belloni e Giorgio Usai (Nuova Idea) formarono, con Giorgio D’Adamo, il supergruppo che condivise il palco con Faber.

Notte New Trolls: un’emozione da vivere, una notte di grande musica.
TEATRO SMERALDO (Piazza XXV Aprile, 10 – Milano)
www.teatrosmeraldo.it
BIGLIETTI: € 35,00 – € 30,00 – € 25,00 - € 20,00 + d.p. PREVENDITE: Ticketone.it – Boxticket.it
Info e Contatti:
D&D Concerti www.diedi.com - Via Elia Lombardini 4 - 20143 Milano - Tel. 02.45076475 – email: info@diedi.com