martedì 5 giugno 2012

Arabeski Rock- "Il Viaggio"

Arabeski Rock ha  realizzato il primo album in studio: Il Viaggio.

Il progetto emerge chiaramente attraverso le parole di Tiziano Novelli, uno dei membri fondatori, intervistato  da Sinpress44, e la biografia a fine post completa l’immagine del gruppo.

Sono due le cose che mi hanno colpito immediatamente, ascoltando e leggendo un po’ di storia.

Innanzitutto le idee di Novelli e Claudio Gimmi -ossatura della band- si realizzano attraverso un metodo di avanzamento che dovrebbe essere il fondamento di ogni lavoro in team, ma che è al contrario un elemento alla base di numerosi fallimenti, e i problemi aumentano quando le culture si incrociano, e se il gap tra le tradizioni è elevato il risultato finale non sarà per niente scontato. Le collaborazioni con artisti  molto "lontani", in questo caso africani e del Medio Oriente, sono una difficoltà oggettiva, nonostante il giudizio unanime sull’universalità della musica e sulla sua capacità di aggregazione. In questi casi credo occorra una completa identità di vedute e di obiettivi, e la volontà di arrivare assieme alla meta. Tutto ciò non è possibile senza una buona guida, per cui credo che l’esempio fornito da Arabeski Rock vada oltre gli aspetti musicali, ma sia un vero e proprio lavoro di squadra, applicabile -fatto  auspicabile-  in ogni settore della società e da prendere quindi come riferimento.

Il secondo elemento è legato alla tipologia dei suoni, e il nome della band favorisce la creazione dell’immagine corretta. Novelli racconta di come la scintilla sia scoppiata a seguito della visione del film Lawrence d’Arabia, di come quella dimensione da favola abbia indirizzato in modo naturale la musica verso profumi d’oriente che rimangono intatti nonostante il susseguirsi dei conflitti e dei dolori umani. Ma quando una “fiamma”, seppur decisa, riesce a incanalare le scelte  musicali -e forse di vita- il terreno è fertile, e forse si è solo amplificata l’esigenza di sapere, e di annullare le distanze culturali, o forse si è solo dimenticato e nascosto differenze che per alcuni sono insormontabili, e che la musica, come detto, tende a minimizzare.

Il Viaggio di Arabeski Rock dura nove episodi e probabilmente è in piena evoluzione. I fondamenti musicali di Novelli e Gimmi, tra il rock più blasonato e il prog, vengono miscelati all’etnia e alla ricerca di sonorità tipiche di altri mondi, unendo concettualmente i brani dell’album.
E’ una musica atipica, perché non é usuale trovare gli stilemi del rock ufficiale uniti, passo dopo passo, ad atmosfere che sanno, realmente,  di viaggio orientale.
Il risultato è un disco gradevole, originale e di grande valore culturale - e aggiungerei didattico-.
Non resta che aspettarli al varco, in un’occasione live, per vedere se “Il Viaggio” sia davvero alla portata di tutti.



Stralcio dell’ intervista realizzata da  Synpress44

Nomen omen, dicevano i latini, e con un nome come il vostro c’è già una chiara indicazione di stile. Perché Arabeski Rock?
Tiziano: Il tutto nasce dal film Lawrence d'Arabia che con la sua meravigliosa musica scritta dal grande Maurice Jarre mi ha letteralmente folgorato. Da qui il desiderio di realizzare una musica con delle sonorità e melodie “arabeggianti” che si conciliasse però con la mia innata matrice rock.
Con l'aiuto di Claudio Gimmi (basso) abbiamo ricercato gli elementi giusti per creare un gruppo che avesse spiccate caratterizzazioni etniche da un lato, e dall'altro comprendesse musicisti dal linguaggio musicale efficace e moderno. Arabeski Rock è il risultato di una miscela di estrazioni culturali ed esperienze professionali diversificate.  

Il viaggio rivela il vostro orientamento sonoro: quali sono i gruppi o gli artisti che vi hanno spinto a fare musica e che considerate delle “bussole”?
Venendo da periodi storici e generazioni differenti, l'ago della bussola si è spostato in diverse direzioni: dal favoloso rock degli '70 (Frank Zappa, Jimi Hendrix, Pink Floyd, Genesis, Colosseum, Yes, King Crimson, Emerson Lake  & Palmer, Soft Machine etc.) passando per il progressive italiano (Area, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme) fino alla world music di Trilok Gurtu, Peter Gabriel, Sting e il nostrano Pino Daniele. Senza tralasciare le influenze della tradizione araba...

Colpisce nel vostro organico la presenza di musicisti nordafricani e mediorientali: che tipo di apporto hanno dato al gruppo e cosa avete imparato da loro?
Anche se attualmente l’unico elemento non italiano è il nostro percussionista di darbuka Ashraf Said di Alessandria d’Egitto, il nostro è un progetto che vanta collaborazioni con molti artisti dell’area del nord Africa e medio oriente. Collaborare con tutte queste ‘anime’ è uno scambio che arricchisce molto dal punto di vista musicale ma soprattutto umano.
Il confronto è a volte anche difficile: non sempre è semplice accettare la ‘diversità’, ma lo sforzo porta poi a un risultato che sfocia in una grande soddisfazione proprio mentre suoniamo assieme, tutti con le proprie differenze ma uniti in unico obiettivo: la musica.

Arabeski Rock nasce nel 2010 ma ogni suo membro ha una propria lunga esperienza, sia in studio che dal vivo: qual è il segreto per far convivere diverse anime?
Non crediamo esista un segreto o una ricetta; esiste un progetto interessante che abbiamo costruito con molti sforzi. A volte le cose non vanno come vorresti; ognuno ha le proprie esigenze, esperienze, umori… ma la nostra musica ci fa credere che questo è un progetto che funziona, e se le cose stanno così si trova sempre un modo per risolvere i problemi. 

Si dice spesso che la musica è un “linguaggio universale”: la vostra storia ne è la conferma, giusto?
Senza dubbio. Anche fra di noi a volte è l’unico linguaggio che ci permette di comunicare.

I pezzi di Il viaggio sono molto suggestivi: anche dal vivo sprigionate la stessa energia?
Dal vivo è ancora meglio perché c’è la possibilità di esprimere e comunicare direttamente a un pubblico, che rimanda un feedback che finora è sempre stato estremamente positivo; per cui poi si innesca un ciclo virtuoso che si traduce in un flusso di informazioni emozionali fra noi e il pubblico in un crescendo di energia. Lavorando con il sequencer, riusciamo ad offrire oltre all’energia del live anche la precisione e l’accuratezza dell’esecuzione in studio.


Formazione attuale

Tiziano Novelli chitarra,
Claudio Gimmi basso,
Gabriele Morcavallo batteria,
Ashraf Said percussioni.





Biografia

Arabeski Rock nasce nel 2010 con Tiziano Novelli e Claudio Gimmi. L’idea di base è stata quella di fondere stili e generi miscelati a esperienze musicali  tra loro molto differenti.  
Il progetto è stato concepito come un gruppo rock di impronta progressive con venature e melodie del mediterraneo, senza trascurare atmosfere più pop e musica tradizionale della tradizione araba.
La formazione ha subito nel tempo una metamorfosi molto dinamica, grazie alla quale possiamo vantare ricche collaborazioni con musicisti come: Mhgag Alì Esharef, Nour Eddine Fatty, Giovanna Pizzorno, Raffaele Santoro, Karl Potter, Francesco Di Giorno, Vladimiro Melchiorre, Samir Abdelaty Elturky, Piero Fortezza, Ady Thiune, Madya Diebate. 
Arabeski Rock si esibisce in poco tempo in diverse realtà e palcoscenici di Roma:  Manifestazione culturale del 5 agosto 2010 a Santa Maria Maggiore a Roma, Isola del Cinema nella suggestiva cornice dell’Isola Tiberina, l’Oasi nel comune di Bracciano (RM), Spazio Sociale Il Cantiere, Centràl, Teatro Piccolo Jovinelli, Senza Fondo, Beba Do Samba.
A dicembre 2011 Arabeski Rock realizzano il loro primo album in studio dal titolo “Il Viaggio”, un disco di 9 brani nel quale si alternano atmosfere pop, progressive, fusion, legate da un filo conduttore melodico mediterraneo e rock metropolitano.
Attualmente, oltre all’attività live, Arabeski Rock stanno lavorando alle musiche per un Musical… che fra non molto potremo svelare.

Info: