giovedì 27 giugno 2024
Nel ricordo di John Entwistle
Dire Straits live a Sanremo il 27 giugno del 1981
mercoledì 26 giugno 2024
Strawbs: l'ultimo album con Rick Wakeman-"From the Witchwood"
Album:
From the Witchwood
Artista: Strawbs
Pubblicazione: luglio 1971
Genere: Folk rock
Etichetta: A&M Records (AMLH
64304)
Produttore: Tony Visconti
Gli
Strawbs, band britannica di rock progressivo e folk rock attiva
dagli anni '60, hanno prodotto molti album di grande qualità nel corso della
loro carriera. Uno dei loro lavori più celebri è il terzo, "From the Witchwood", pubblicato dalla
A&M Records nel luglio del 1971. Il disco fu registrato nel febbraio e
marzo 1971 all'Air Studios di Londra
"From the Witchwood" è un
disco che cattura perfettamente l'essenza del suono distintivo degli Strawbs.
L'album presenta un mix ben bilanciato tra elementi di folk rock e rock
progressivo, con testi ricchi di immagini suggestive e melodie accattivanti, una dimostrazione di abilità nell'intrecciare diverse influenze musicali in
un'unica opera coesa.
L'apertura dell'album con la traccia
"A Glimpse of Heaven" è un perfetto esempio di ciò che
gli Strawbs riescono a fare. La canzone inizia con un'atmosfera delicata e
acustica, ma si sviluppa gradualmente in un crescendo epico, grazie
all'aggiunta di strumenti e arrangiamenti più complessi. Questa progressione è
un elemento ricorrente nell'intero album, creando un senso di avventura e
scoperta musicale per l'ascoltatore.
Altri punti salienti dell'album
includono "The Hangman and the Papist" e "Autumn",
che mostrano le doti compositive della band nel creare melodie coinvolgenti e
testi profondi. "The Hangman and the Papist" in particolare è
una canzone potente e drammatica, che affronta tematiche legate alla giustizia
e alla vendetta.
Gli arrangiamenti strumentali di
"From the Witchwood" sono un elemento cruciale che rende
l'album affascinante. La band utilizza una varietà di strumenti - chitarre
acustiche ed elettriche, tastiere, flauti e violini - per creare una gamma di suoni
e atmosfere uniche. Questo contribuisce a dare all'album una dimensione sonora
ricca e piena, che si sposa perfettamente con i testi e le melodie.
"From the
Witchwood" è un album notevole, che merita sicuramente di essere
ascoltato. La combinazione di folk rock e rock progressivo, unita a testi ben
scritti e arrangiamenti impeccabili, rende questo lavoro un classico del
genere.
L'album è il terzo e ultimo album che
include Rick Wakeman, compresa la sua apparizione come musicista turnista nell'album del 1970 “Dragonfly”.
L'illustrazione della copertina era
"La Visione di san Girolamo”, un arazzo della collezione reale
spagnola.
Ascolto consigliato, magari da un click sulle tracce a seguire…
Tracce
Lato
A
A Glimpse of Heaven – 3:50 (Dave Cousins)
Witchwood
– 3:20 (Dave Cousins)
Thirty Days – 2:50 (John Ford)
Flight
– 4:25 (Richard Hudson)
The Hangman and the Papist – 4:10 (Dave Cousins)
Lato
B
Sheep
– 4:15 (Dave Cousins)
Canon Dale – 3:40 (Richard Hudson)
The
Shepherd's Song – 2:50 (Dave Cousins)
In Amongst the Roses – 3:45 (Dave Cousins)
I'll
Carry on Beside You – 3:10 (Dave Cousins)
Da sinistra a destra: Dave Cousins, Tony
Hooper, Rick Wakeman, John Ford and Richard Hudson
Musicisti
Dave Cousins – voce, chitarra, banjo,
dulcimer, recorder tenore
Tony Hooper – voce, autoharp, tamburello,
chitarra
Rick Wakeman – organo, celeste, clarinetto,
pianoforte, pianoforte elettrico, sintetizzatore moog, clavicembalo, mellotron
John
Ford – voce, basso
Richard
Hudson – voce, batteria,
sitar
martedì 25 giugno 2024
La bellezza di "The Cinema Show" (Genesis)
Esistono trame musicali che, indipendentemente dal loro valore intrinseco - spesso difficile da decodificare -, regalano sensazioni difficili da spiegare a parole. E infatti, nemmeno ci provo a raccontare che cosa mi procura la seconda parte di “The Cinema Show”! Di sicuro tanto… tanto bene, a raffica, ad ogni ascolto e in ogni possibile versione: approfondiamo… in modo più serioso!
"The
Cinema Show" è una canzone dei Genesis, inclusa
nell'album "Selling England by the Pound", del 1973. È
un brano epico e complesso che mostra il talento compositivo e l'abilità
strumentale della band. La canzone è divisa in diverse sezioni che si fondono
armoniosamente, creando un'esperienza musicale coinvolgente e avvincente.
La canzone si apre con
un'introduzione strumentale che crea un'atmosfera misteriosa e suggestiva.
Successivamente, entra in scena la voce di Peter Gabriel, che trasmette una
gamma di emozioni attraverso le sue capacità vocali eccezionali.
Gabriel racconta una storia complessa
e surreale, creando immagini vivide con le sue liriche poetiche.
Una delle parti notevoli della
traccia è rappresentata da un lungo e intricato assolo strumentale. I membri della band
dimostrano il loro virtuosismo e la loro capacità di improvvisazione - apparente
-, creando un'intensa interazione tra tastiere, chitarra, basso e batteria.
Questa sezione è un vero e proprio trip musicale che cattura l'ascoltatore e lo
trasporta in un viaggio sonoro emozionante. Ed è quella che… mi uccide!
Il pezzo si sviluppa attraverso diverse atmosfere e cambiamenti di tempo, creando un senso di suspense e dinamicità. Le melodie sono accattivanti e le armonie vocali sono curate e coinvolgenti.
La produzione dell'album è di alta qualità, consentendo a ogni strumento di risaltare e creando un suono bilanciato e immersivo, con la cura di ogni dettaglio sonoro e lo spazio di luce per ogni singolo strumento.
"The Cinema Show" è considerato un capolavoro della musica progressive rock. La sua complessità musicale, le liriche evocative e le performance strumentali superbe ne fanno un brano che merita di essere ascoltato attentamente. È un esempio della maestria e dell'innovazione dei Genesis come band, che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del genere prog rock.
Entriamo ora nella particolarità della
lirica.
Del testo, scritto da Mike Rutherford e Tony Banks, colpiscono in maniera particolare sia la struttura che i riferimenti interni. Il brano è infatti suddiviso in due parti che si distinguono fra di loro proprio per le allusioni che contengono. Lo stacco che vi è fra una sezione e l’altra è abbastanza chiaro, con la prima che vede come protagonisti Romeo e Giulietta, e la seconda Tiresia. Sembra che Mike e Tony siano stati influenzati dalla poesia “The Waste Land”, di T.S. Elliot, con particolare attenzione alla terza sezione, “The Fire Sermon”, giocata appunto, sulla figura di Tiresia, colui che è stato sia uomo che donna.
Le due sezioni su citate si caratterizzano anche per una suddivisione di tipo musicale. Se la prima parte ha una melodia segnata dal suono e dall’incrocio di due chitarre a dodici corde, la seconda ha invece un articolato assolo di tastiera costruito da Tony Banks.
Con “The Cinema Show” siamo davanti alla ripresa di uno dei temi più cari ai Genesis, quello mitologico, che a sua volta si cuce molto bene con quello della prima sezione perché riprende in un certo qual modo il rapporto fra la figura maschile e quella femminile, vista la particolare storia di Tiresia. I riferimenti alla terra e al mare che si ritrovano in alcune strofe, infatti, alludono rispettivamente all’uomo e alla donna.
Ascoltiamo il brano in due differenti versioni, una antica e la seconda proposta recentemente on stage da Steve Hackett e la sua band.
Album:
Selling England by the Pound
Artista: Genesis
Data di uscita: 1973
Liryc
Home from work our Juliet
Clears her morning meal
She dabs her skin with pretty smell
Concealing to appeal
I will make my bed
She said, but turned to go
Can she be late for her cinema show?
Romeo locks his basement flat,
And scurries up the stair.
With head held high and floral tie,
A weekend millionaire.
I
will make my bed
With her tonight, he cries.
Can he fail armed with his chocolate surprise?
Take a little trip back with father Tiresias,
Listen to the old one speaks of all he has lived through.
I have crossed between the poles, for me there's no mystery.
Once a man, like the sea I raged,
Once a woman, like the earth I gave.
But there is in fact more earth than sea.
Take a little trip back with father Tiresias,
Listen to the old one speaks of all he has lived through.
I have crossed between the poles, for me there's no mystery.
Once a man, like the sea I raged,
Once a woman, like the earth I gave.
But
there is in fact more earth than sea.
Writer(s):
Peter Gabriel, Anthony Banks, Phil Collins, Steve Hackett, Michael Rutherford
lunedì 24 giugno 2024
Quella volta che Bobby Solo incontrò Jeff Beck
Un anno fa è venuto a mancare un
musicista geniale, Jeff Beck.
Impossibile collegarlo ad una sola
situazione musicale, ma certamente i The Yardbirds gli sono rimasi
appiccicati, gruppo inglese che fece anche un’apparizione al Festival di
Sanremo, nel 1966, ma… Beck non era presente.
Nel video a seguire scopriremo il perché!
Molto bello il contributo di Bobby Solo che, con il suo fare un po' gigionesco, induce a non prenderlo troppo sulserio, ma è stato un innovatore, e di musica ne sa… assai.
I segni dell’età si vedono sul viso, ma la memoria è molto vivida e il suo pensiero è davvero significativo…
domenica 23 giugno 2024
Gli Steppenwolf e la loro "Born to Be Wild"
La visione di questa antica e godibile versione di “Born to Be Wild” mi porta a rispolverare una band storica, gli Steppenwolf…
Steppenwolf è stato un gruppo rock canadese naturalizzato
statunitense, attivo dal 1968 al 1972. Si formarono alla fine del 1967 a Los
Angeles per opera del cantante John Kay, dal tastierista Goldy McJohn
e dal batterista Jerry Edmonton (tutti precedentemente nei Jack London
& the Sparrows di Oshawa, Ontario). Il chitarrista Michael Monarch e
il bassista Rushton Moreve furono reclutati attraverso avvisi affissi
nei negozi di dischi e strumenti musicali dell'area di Los Angeles.
Gli
Steppenwolf hanno venduto oltre 25 milioni di dischi in tutto il mondo, hanno
pubblicato otto album d'oro e 12 singoli entrati nella Billboard Hot 100, di
cui sei sono stati top 40 hits, tra cui tre top 10 successi: "Born to Be Wild", "Magic Carpet Ride" e "Rock Me".
Il successo
mondiale si scontrò con le personalità contrastanti dei membri del gruppo e ben
presto si arrivò alla fine della formazione principale.
Le varie
reunion e i progetti collaterali non aggiungo nulla alla, comunque, prestigiosa
storia degli Steppenwolf!
sabato 22 giugno 2024
Il nuovissimo singolo di Jon Anderson "Shine On"
Jon Anderson pubblicherà ad agosto il nuovo album TRUE, registrato con la band The Band Geeks
Shine On è il primo brano tratto dal prossimo
album di Anderson, TRUE, che uscirà il 23 agosto
attraverso la sua nuova etichetta discografica, la Frontiers Records.
Registrato con The Band Geeks, con cui Anderson ha girato l'America negli ultimi due anni, Shine On è stato prodotto da Anderson e dal bassista e direttore musicale dei Band Geeks Richie Castellano (anche membro dei Blue Oyster Cult).
TRUE è stato descritto dalla nuova etichetta di Anderson come "una raccolta di canzoni che si rifà ai classici suoni degli Yes degli anni '70 e al loro successo dell'album 90125", e contiene una traccia di 16 minuti e mezzo chiamata Once Upon A Dream.
Anderson è in tour per tutta l'estate in Nord America con The Band Geeks nel loro tour Yes: Epics, Classics and More. A seguire le date, per chi si trovasse da quelle parti!
Jon Anderson: Yes: Epics, Classics and More tour
Jun 13: Chicago Copernicus, IL
Jun 15: St. Louis, MO
Jun 18: Greensburg Palace Theater, PA
Jun 20: Hershey Hershey Theatre, PA
Jun 22: Concord Capitol Center for
the Arts, NH
Jun 25: Boston Shubert Theatre, MA
Jun 27: Ridgefield Ridgefield
Playhouse, CT
Jul 21: Patchogue Great South Bay
Music Festival, NY
Jul 24: Nashville Ryman Auditorium,
TN*
Jul 27: Peachtree City Frederick
Brown Jr. Amphitheatre, GA
Jul 30: Camdenton Ozarks
Amphitheater, MO*
Aug 02: Bonner Springs Azura
Amphitheater, KS*
Aug 04: La Vista The Astro Outdoors,
NE*
Aug 07: Waite Park The Ledge
Amphitheater, MN*
Aug 10: Denver Paramount, CO
Aug 14: Phoenix Celebrity Theatre, AZ
Aug 16: Thousand Oaks Performing Arts
Center, CA
Sep 13: Glenside Keswick Theatre, PA
Sep 15: Glenside Keswick Theatre, PA
* Special guests The Return of
Emerson, Lake & Palmer
venerdì 21 giugno 2024
Il 21 giugno del 1948 nasceva il primo 33 giri della storia della musica
Il 21 giugno del 1948 nasceva il primo 33
giri della storia della musica. L'introduzione del nuovo supporto si deve al
lavoro della Columbia Records che manda di fatto in pensione il vecchio 78
giri, dando il via ad un nuovo capitolo del mercato discografico, che durerà
fino alla fine degli anni Ottanta.
Il 33 giri, rispetto al suo predecessore, ha una migliore qualità del vinile e durata. Sono questi i motivi che fanno sì che il nuovo supporto soppianti progressivamente il 78 giri.
Il nome del 33 giri, conosciuto anche
come Long playing (Lp), deriva dal fatto che la sua velocità di rotazione è di
circa 33 giri al minuto. Per la precisione 33 giri e un terzo, l'equivalente di
100 giri completi ogni tre minuti.
Ogni vinile 33 giri ha due facciate,
ognuna delle quali può riprodurre fino a 30 minuti di contenuto musicale. La
durata può aumentare anche fino a 40 minuti per lato, ma ciò implica una
qualità sonora leggermente inferiore
Gli ingegneri della Columbia Records
cominciano a lavorare al nuovo supporto a partire dal 1939, proprio con
l'obiettivo di estendere la durata del vecchio 78 giri, che ha un tempo di
riproduzione di massimo 20 minuti.
Lo scoppio del secondo conflitto mondiale rallenta per ovvie ragioni lo sviluppo del nuovo supporto musicale, ma la fine della guerra permette al team della Columbia Records guidato dall'ingegner Peter Carl Goldmark di risolvere le ultime criticità tecniche.
Il 33 giri viene, quindi, finalmente
lanciato sul mercato segnando una svolta epocale per il mondo della musica e
mandando in soffitta il 78 giri inventato nel lontano 1894. Con il nuovo
supporto viene anche introdotto l'acronimo Lp (Long playing), che verrà
utilizzato in futuro anche per i Cd.
La presentazione ufficiale del 33
giri va in scena il 21 giugno del 1948 presso il Waldorf Astoria Hotel di New
York City. Sarà un successo che resisterà anche all'uscita del 45 giri di un
anno più tardi.
La diffusione del 33 giri non verrà scalfita nemmeno dall'arrivo delle musicassette nel corso della metà degli anni Sessanta.
Nel 1978 vengono venduti in tutto il mondo circa un miliardo di dischi 33 giri. Si tratta dell'anno che segna il massimo successo di questo supporto.
L'incisione sul disco del 33 giri avviene attraverso la tecnica del microsolco che consente al supporto di contenere più informazione e, di conseguenza, prolungarne la durata.
La riproduzione degli Lp 33 giri avviene tramite una puntina - che può essere in diamante o zaffiro - dei giradischi, che trasmette ad un complesso elettromagnetico le irregolarità del solco sul disco.
Sui 33 giri sono stati incisi alcuni dei più famosi brani nella storia della musica e successi commerciali che hanno segnato intere generazioni, come "Hot Stuff" di Donna Summer del 1979 (nella foto la copertina originale).
La diffusione su larga scala del 33 giri viene progressivamente ridimensionata dall'avvento del compact disc verso la fine degli anni Ottanta.
Gli Lp, pur non essendo più un supporto di massa, sono comunque sopravvissuti come prodotto di nicchia e da collezione per gli appassionati.
giovedì 20 giugno 2024
giugno Glanstonbury Festival - 1971
mercoledì 19 giugno 2024
"Pink Moon" di Nick Drake: la canzone e l'album
Vorrei soffermarmi su di una canzone
singola, “Pink Moon” di Nick Drake, meravigliosa e super conosciuta per
effetto di una pubblicità in particolare, ma forse abbinata ad altre “necessità
comunicative”.
"Pink Moon" è
anche il titolo dell'album uscito nel 1972, che contiene la traccia omonima
come titolo di apertura.
Stiamo parlando di una canzone
acustica caratterizzata da una melodia semplice e un testo evocativo, famosa
per il suo stile minimalista e l'intensità emotiva che trasmette. È diventata
una delle canzoni più conosciute e amate di Nick Drake, ed è stata utilizzata in
diverse produzioni cinematografiche e pubblicitarie nel corso degli anni,
guadagnando un maggior riconoscimento postumo per l'artista.
Ho trovato un commento al brano che
mi ha fatto sognare, come e più della canzone:
La ascolto tutte le sere, dieci
minuti dopo aver timbrato il cartellino di fine lavoro. Guido per le strade di
campagna ringraziando Dio di essere tornato a casa sano e salvo ogni notte.
Questa canzone significa per me profondità. Non importa quanto sia stato brutto
il turno, quante cose siano andate storte, anche le più semplici. Io sorrido
sempre perché la canzone mi ricorda che ho superato un altro giorno.
L'ho visto scritto e l'ho visto dire
La luna rosa è in arrivo
E nessuno di voi è così alto
La luna rosa vi prenderà tutti
Ed è una luna rosa
Sì, una luna rosa
Beh, proviamo ad ascoltarla!
Si sente spesso parlare di Nick Drake, genio/malato/sfortunato, cantautore mancato giovanissimo.
Una sintesi della sua storia…
Nick Drake è stato un cantautore
britannico nato il 19 giugno 1948 e morto il 25 novembre 1974. Nonostante la
sua breve carriera e la scarsa notorietà durante la sua vita, Drake è diventato
un’icona della musica folk e ha influenzato molti artisti successivi.
Drake è conosciuto per le sue canzoni
intime e malinconiche, caratterizzate da una chitarra acustica delicata e un’estetica
poetica. I suoi album più noti includono “Five Leaves Left” del 1969, “Bryter Layter” del 1970 e “Pink Moon” del 1972. Nonostante il suo talento
musicale, Drake lottò con problemi di salute mentale e depressione, e si ritirò
dalla scena musicale poco prima della sua morte all’età di soli 26 anni. La sua
musica ha guadagnato popolarità e apprezzamento postumo, e viene spesso citata
come un esempio di genio misconosciuto.
Scopriamo qualcosa in più dell’album…
Nick Drake- "Pink Moon”
"Pink Moon" è il terzo e ultimo album in studio di Nick Drake, pubblicato nel 1972, ed è considerato uno dei capolavori più intimi e influenti nella storia della musica folk.
Con soli 28 minuti di durata,
rappresenta un'esperienza musicale compatta, ma intensa. È un
lavoro minimalista, caratterizzato principalmente dalla voce di Drake
accompagnata dalla sua chitarra acustica. L'album è stato registrato in pochi
giorni, conferendo un'atmosfera intima e spontanea alle registrazioni.
Le canzoni sono intrise di malinconia
e tristezza, e affrontano temi come l'isolamento, la solitudine e la fragilità
dell'esistenza umana. Le liriche di Drake sono profonde, introspettive e
poetiche, con un'economia di parole che amplifica l'impatto emotivo delle sue
canzoni. La sua voce delicata si fonde perfettamente con la
melodia malinconica della chitarra, creando un'atmosfera struggente e intima.
Il titolo dell'album è tratto dalla
canzone omonima che apre il disco. È un brano iconico che cattura immediatamente
l'ascoltatore con la sua semplice bellezza e la sua melodia coinvolgente. Altri
pezzi notevoli includono "Place to Be" e "Road", che
esplorano sentimenti di alienazione e ricerca interiore.
"Pink Moon" non ha ricevuto
un grande successo commerciale all'epoca della sua uscita, ma nel corso degli
anni ha guadagnato un seguito devoto di appassionati grazie alla sua profondità
emotiva e alla sua qualità musicale senza tempo, ed è un album che merita di
essere ascoltato attentamente, lasciandosi catturare dalla bellezza malinconica
delle sue canzoni.
È cosa certificata che abbia lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica folk.
Tracce (cliccare sul titolo per ascoltare)
Testi e musiche di Nick Drake
Lato
A
Pink Moon – 2:00
Place to Be – 2:39
Road– 1:58
Which Will – 2:56
Horn
– 1:19
Things Behind the Sun – 3:23
Lato
B
Know
– 2:23
Parasite
– 3:30
Free Ride – 2:57
Harvest Breed – 1:00
From the Morning – 2:25
Qualcuno ha scritto a proposito del
disco:
“Mi piace pensare a tutto questo
come un esempio del perché la musica registrata è una forma d'arte così
importante. Questo album mi ha fatto provare delle forti emozioni, che non
riesco ad esprimere a parole, ma è per me uno stato tangibile. Se sei un
creatore di qualsiasi tipo, che tu sia un poeta, un pittore o un cantante, ti
esponi, ma è facile dimenticare perché l'arte è così preziosa. Medici, vigili
del fuoco, cuochi e insegnanti svolgono mestieri nobili, importanti linee di
lavoro, e sono le persone che ci tengono in vita. Tuttavia, gli artisti come
Nick Drake sono le persone che rendono la vita degna di essere vissuta, e
questo è altrettanto importante.
Sono dispiaciuto del fatto che Nick Drake sia morto così giovane, ma sono contento che possiamo ancora sperimentare la sua musica e del senso di pace che produce.”
“Nick Drake, il Van Gogh della
musica, giovane timido rifiutato durante la sua vita, ma diventato estremamente
influente dopo la sua morte. La sua musica è come quei dipinti, quelli di Van
Gogh, colorata, calda e piacevole”.