giovedì 17 novembre 2022

Paolo Preite-“Fishing for the dead”


Era la primavera del 2015 quando “incontrai” il cantautore romano Paolo Preite. L’occasione nasceva dal rilascio del suo esordio discografico, “Don’t Stop Dreaming”, e alla fine dell’intervista che realizzammo domandai a Paolo di esprimere un desiderio musicale tenendo… i piedi ben saldi per terra. La sua risposta fu: “Continuare così come sto facendo da anni. Mi aspetto di costruire una carriera che duri nel tempo, ho scritto già più di 100 brani e sarebbe un peccato tenerli nel cassetto, non pensi anche tu?”.

Non so esattamente a quale punto del percorso sia Preite ma la certezza è rappresentata dall’uscita del suo terzo album in studio, rilasciato nel maggio del 2021, dopo due anni passati a comporre, probabilmente forzati dalle costrizioni legate alla pandemia.

Il titolo del nuovo progetto - “Fishing for the dead” - utilizza una citazione nobile (Malcom X) che appare il preludio all’impegno lirico, al messaggio, alla denuncia mista alla speranza, ad una visione del mondo cupa che lascia però aperta più di una porta al cambiamento, con spunti di riflessione ed episodi che appaiono un bagno purificatore, in primis per l’autore, ma risulterà facile farsi coinvolgere, nonostante i testi in lingua inglese possano rappresentare una barriera alla comprensione.

Ma tutto risulta sufficientemente intuitivo, e poi un disco del genere si sposa a meraviglia con la lingua di Albione.

Sono 11 le tracce, con un denominatore comune sonoro, lo smell rock e blues; tutte ideate da Paolo Preite, con la presenza in un brano - “In my world” - di Fernando Saunders, musicista e produttore di Detroit, il cui nome è indissolubilmente legato a quello di Lou Reed e Jeff Beck, già produttore del disco di esordio.

Ogni episodio rappresenta la tappa di un percorso ben congeniato, un sentiero costruito dall’interno, dall’intimo profondo, sudato e sofferto; successivamente portato verso l’esterno, perché lo scopo è urlare il più forte possibile il proprio pensiero, condividerlo e magari convincere qualche anima sensibile che oltre alla testimonianza oggettiva, nefasta, esiste la possibilità di voltare pagina.

Un album bellissimo, fresco, attuale, di grande impegno civile e morale, perché anche il rock può fare molto, avvolgendo con il ritmo e le ballad unite a liriche di spessore.

A seguire propongo l’ascolto unito a tre bellissimi video, ma vorrei concludere col pensiero dell’autore, il suo punto di vista è sicuramente il più importante!

L’album ha una forte carica emotiva, è insieme un messaggio d'amore universale e una preghiera, a metà tra lettera d'addio e testamento dei tempi contemporanei. Un album catartico, di guarigione e cura, un modo per superare l'assenza, la mancanza e, in fondo, la solitudine. La lotta alla nostalgia e al dolore fino al sussurro finale, quello della speranza”.


Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)

1. Fishing for the dead

2. Hope




7. Don't leave me this way

8. Drowning

9. In my world ft. Fernando Saunders

10. Change

11. Prayer for a friend

 

Scritto da Paolo Preite

Prodotto da Simone Scifoni

Mixato da Alberto Lombardi

Masterizzato da Fabrizio De Carolis


 Hanno suonato:

Paolo Preite: voce e cori

Simone Scifoni: tastiere

Michael Jerome Moore: batteria

Alberto Lombardi: chitarra elettrica

Alessandro Cefalì: basso


https://www.facebook.com/PaoloPreiteOfficial/