sabato 30 aprile 2016

Andrea Vercesi-"Blue"




Nel dicembre scorso raccontai qualcosa del nuovo corso di Andrea Vercesi, rappresentato dall’album album “Blue”, di imminente uscita.
Il mio pensiero, e quello di Andrea, è fruibile al link seguente:


Sono dieci i brani del disco, ma ciò che avevo potuto ascoltare era solo una parte - sei tracce - mente mancavano all’appello: Why Don’t You Want To Stay With Me, Where Are Those People Going, Light That Shines On Me e One Day You Will Ask To Me (A Song For My Son).
Il mood generale è quello che ho descritto nell’articolo precedente, e per chi come me segue da sempre l’evoluzione musicale di Vercesi pare evidente un forte cambiamento personale in atto che, inevitabilmente, si travasa nella sua musica, nel suo modo di comporre, nel suo diverso approccio alla composizione.
E questo suo stato di One Man Band, spesso nascosto dalle tante collaborazioni, ma probabilmente la vera essenza del cantautore pavese, produce temi musicali di largo respiro che riportano a menestrelli stranieri di un mondo lontano, e fuori dai nostri confini.
Nei brani che non avevo ancora ascoltato ho ritrovato una buona vena beatlesiana (Why Don’t You…) e un modello interpretativo più ricercato, riconducibile all’espressività di Tom Waits (One Day You Will Ask…), e il tutto conferma che l’attuale percorso intrapreso da Andrea Vercesi è l’unico possibile, o meglio, l’unico soddisfacente in questo particolare momento della sua vita, dove appare chiara la necessità di rendere concreti e marchiati per sempre i sentimenti del momento vissuto.
E se tutto questo vuol dire realizzare un album acustico godibile, dal vestito molto british, beh… forse lo si può afferrare senza tanta razionalità e ragionamento, accogliendo la musica con semplicità e lasciandosi andare ad un piacevole ascolto.