lunedì 11 gennaio 2016

The Whirlwind: un nuovo progetto musicale



Considero un privilegio poter scrivere di un progetto non ancora sbocciato.
I miei commenti musicali si basano quasi sempre sull’analisi di un prodotto tangibile, pronto per la distribuzione, un giudizio che mi piace pensare possa stimolare la curiosità dell’ascoltatore.
Nel caso del progetto The Whirlwind, mi trovo tra le mani quatto brani demo che dovrebbero aprire la strada verso un EP di prossima uscita, e quindi il mio pensiero, l’intervista a seguire e il brano allegato, potrebbero avere la funzione di biglietto da visita, una sorta di vista dall’alto, e mi auguro che tutto ciò possa incrementare la conoscenza di questa band che, a mio giudizio, ha idee ed energie da vendere.
Occorre intanto dire che siamo al cospetto di giovani, sì, ma non di primo pelo, ovvero musicisti preparati, con una buona gavetta alle spalle, lontani dalle creazioni easy e affascinati dalla musica progressiva perché, come loro affermano, “quando inizi a mixare diversi stili è inevitabile che ti ritrovi automaticamente nel progressive”.
Ecco il loro manifesto programmatico, la libertà, la voglia di recuperare ciò che nel tempo si è assimilato per fondere tutti gli elementi, usando gli stilemi classici del prog, ma senza cadere nel nostalgico, e così troviamo un largo uso della tecnologia che riesce a dare nuovo volto ad una musica che mantiene il profumo vintage.
Liriche proposte in lingua inglese, uso di fondamentali tappeti tastieristici, un pizzico di metallo, tempi dispari e utilizzo elastico della componente vocale, sono gli ingredienti di questa “musica coraggiosa”, capace di diventare ballad nel brano Old Narcissus, che dopo il primo ascolto lascia appiccicato un refrain beatlesiano che non abbandona più, cosa pregevole se si pensa che l’obiettivo del facile ascolto sia davvero secondario per i The Whirlwind.

"My love is flawless Only when it comes to Falling for none but my own
My love is progress Rhymes, as well, chain my refrain”

La sensazione è che esista una forte propensione - e facilità - alla creazione in studio, al momento non confortata da una minima fase live, aspetto fondamentale per ogni ensemble musicale, qualunque sia il genere proposto. Ma anche questo è uno dei goal che i  The Whirlwind si sono prefissati di raggiungere nel corso dell’anno appena iniziato.

Non resta che attendere fiduciosi, perché le tracce che ho ascoltato (Flashing Signs, My Dear Lunacy, Old Narcissus e Totems) inducono ad un deciso ottimismo.


L’INTERVISTA

Come si incontrano i The Whirlwind e qual è l’elemento comune che può considerarsi il collante della band?

I The Whirlwind nascono dallincontro di Saverio e Marco. Questo connubio artistico si è tradotto in un vero e proprio progetto basato sul tema del doppio, che riflette in parte noi e le nostre differenze che ci arricchiscono e ci completano.
               
Come definireste, a parole, la vostra musica?

Non sentiamo dei limiti, sia nella composizione che nella concezione della musica. Ci piace differenziare il più possibile, sia nei testi  sia nei “mood”, come si può sentire nel passaggio tra due canzoni come “THE OLD NARCISSUS” e “MY DEAR LUNACY”.
Consideriamo la nostra musica come un rock influenzato dal progressive, due generi che ci hanno plasmato musicalmente.

Che cosa vi ha portato sulla strada della musica progressiva, genere che non è caratteristico del vostro periodo di vita?

Volevamo creare qualcosa di diverso e quando inizi a mixare diversi stili è inevitabile che ti ritrovi automaticamente nel progressive.
           
Ho ascoltato il vostro demo: qual è il primo obiettivo? Un EP o realizzerete un album completo?

L’obiettivo principale è fare un EP. Secondo noi è il modo giusto per iniziare a far girare la nostra musica. Contiamo di utilizzare questo lavoro, infatti, per mettere in risalto tutti gli aspetti del progetto. Sappiamo che saranno poche tracce, ma allo stesso tempo ci sarà talmente tanta varietà da poter dimostrare, senza dubbio, tutto il nostro eclettismo in maniera più che esaustiva.

Avete sviluppato esperienza live?

Ancora gli Whirlwind non hanno mai suonato dal vivo, ma sono diversi anni che calchiamo palchi con altre band e spettacoli teatrali. In ogni caso stiamo progettando il nostro debutto. Ci accompagnerà nei live la nostra WW Band composta da Roberto Molisse (batteria), Giacomo Soldani (basso) e Roberto Biondi (tastiere): il loro contributo andrà anche nella registrazione dell’EP.

 Esiste un nome di un artista o di una band che vi mette tutti d’accordo?

Certo, ce ne sono tanti: Flying Colors, Spock’s Beard, Transatlantic, Steven Wilson & Porcupine Tree… tutti questi artisti ci mettono d’accordo e ci influenzano al tempo stesso.

Perché avete scelto la lingua inglese per i vostri testi?

Abbiamo scelto la lingua inglese perché da una parte puntiamo anche al “mercato” estero, mentre dall’altra la nostra ritmicità concitata trova la sua espressione migliore nella metrica inglese, a nostro parere, che è una lingua molto più fondata sulla rapidità di espressione rispetto all’italiano.

Liriche e musica:  che cosa pesa di più nella costruzione dei vostri brani?

Le nostre canzoni nascono dalla musica: la musica ispira le parole, che a loro volta ispirano l’arrangiamento finale.

Siete, musicalmente parlando, più analogici o digitali? Quanto amate la tecnologia applicata al mondo dei suoni?

Siamo molto digitali, e ci piace. Non cerchiamo sonorità anni ’70 come altri gruppi progressive; il nostro sound deve essere nuovo e fresco. Amiamo     sperimentare con synth ed effetti, e spesso questi determinano addirittura l’arrangiamento di un brano.

 Che cose vorreste realizzare nei prossimi tre anni?

In tre anni contiamo di realizzare il nostro EP - che secondo le previsioni uscirà a fine marzo 2016 -, esordire in un concerto di presentazione che si terrà il 2 Aprile 2016 al teatro di Cavriglia (AR) e poi iniziare a lavorare al nostro LP.
Quello che speriamo, poi, è di riuscire a portare il progetto in qualche festival, italiano ed estero.




Un po’ di storia…

MARCO BADIALI – AUTORE DELLE CANZONI, VOCE E TASTIERE

Marco Badiali: sono nato nel 1986, in provincia di Arezzo. Fin da piccolo mi sono interessato alla Musica. Ho iniziato a suonare la Chitarra a 13 anni e studio canto da quando avevo 16 anni. Ho avuto esperienza nel Musical, Teatro, Jazz, Crooner, Pop Rock, esperienze Corali. Sono stato uno degli otto coristi di Gianna Nannini all’MTv Music a Firenze, Piazzale Michelangelo nel 2013 ed al Music Summer Festival a Roma sempre nel 2013. Sto collaborando con artisti affermati per la realizzazione di un disco solista. Suono da molto tempo con Saverio ed a Marzo 2015 abbiamo deciso di iniziare il nostro progetto Rock con influenze Progressive chiamato The Whirlwind”.

SAVERIO SISTI – AUTORE DELLE CANZONI, CHITARRE E PROGRAMMAZIONI

Saverio Sisti nasce nel 1986 - studia clarinetto per poi passare al basso ed infine alla chitarra. Appassionato di effettistica, e computer music: per questo ama sperimentare sempre nuove sonorità.  Ha avuto esperienza in vari generi musicali, dal Pop al Rock Progressive! Chitarrista anche nel gruppo strumentale Progressive BASTA! Decide insieme a Marco di creare il progetto Whirlwind per poter dare sfogo alla creatività su nuove canzoni e creare una band “modulare”.

LORENZO RIGHI – AUTORE DEI TESTI

"Lorenzo Righi: sono nato nel 1989, in provincia di Firenze, e fin da piccolo ho coltivato diversi interessi di tipo creativo, dalla musica alla letteratura, fino al cinema e al teatro, concentrandomi soprattutto sulla scrittura fino a esordire nel 2008 con il primo di due romanzi per ragazzi, pubblicati entrambi fra i miei 18 e 19 anni di età. Pur continuando a scrivere narrativa, ho accumulato anche diversa esperienza nel campo della sceneggiatura di tipo drammaturgico, nonché nella scrittura di canzoni e dei relativi testi. È proprio grazie a quest'ultimo impegno in campo musicale che sono entrato in contatto con la band dei 'The Whirlwind', provenienti come me dal Valdarno toscano, e avviando con loro una collaborazione per la realizzazione di un primo EP. Recentemente laureato magistrale in 'Lingue e Letterature Europee e Americane', con specializzazione nel campo dell'anglistica, continuo a coltivare i miei interessi in campo accademico e, allo stesso tempo, espandere la mia attività nel campo della sceneggiatura televisiva e cinematografica."

Del progetto fanno parte anche Roberto Molisse (batteria), Giacomo Soldani (basso) e Roberto Biondi (tastiere)