martedì 10 aprile 2012

Sunset-”Viaggio libero”


Se casualmente mi fossi trovato a curiosare in un negozio di dischi, senza un obiettivo ben preciso, la cover di ”Viaggio libero” dei novaresi Sunset mi avrebbe probabilmente tentato… incuriosito e magari convinto ad un acquisto a scatola chiusa.
Potenza dell’immagine, potenza del corretto artwork.
Vale quindi la pena spendere qualche parola sull’aspetto esteriore dell’album, o almeno sui simboli che mi hanno colpito, essenzialmente tre.
Innanzitutto la meditazione del protagonista di copertina, una figura che conosco bene per averla vissuta, anche in prima persona, in un periodo molto lontano. Capelli lunghissimi, occhi “spenti” e posizione da guru che si sposa con il “mio” secondo simbolo, un orizzonte angosciante, tra terra desolata e cielo.
E poi un vecchio giradischi, di quelli che si usavano nei seventies, con la puntina consumata, affondata nei vinili.
Ed ecco che da una fotografia azzeccata emerge prepotentemente lo spirito del disco, imperniato sul viaggio e sulla libertà, fondamenta dell’era hippy, crollata con i suoi ideali. Ma se le ideologie possono deludere o perdere di significato, il concetto  di “trip” proposto da Sunset non può perdere efficacia, essendo una sorta di filosofia che rappresenta il DNA di ogni essere umano.
La musica è dura, molto dura, energica, con riff caratteristici che riportano a importanti modelli storici.
Come spesso accade di questi tempi, il lavoro è impreziosito dalla partecipazione di illustri ospiti, come Graham Bonnett (Rainbow),  Wilko Zanni (Rats) e Jennifer Batten (collaboratrice di Michael Jackson), ma credo che la presenza di grandi nomi, oltre che essere attrattiva per il pubblico, sia una gratificazione soprattutto per i musicisti, che aumentano la propria autostima  e gioiscono per la collaborazione esterna. Per quanto mi riguarda il rock di Sunset funziona a prescindere, e capita che  il “giro di chitarra di El Frago, ad esempio, entri nella testa e ci rimanga per diverse ore. E questo è un fatto significativo.
Rispetto al passato con cui sempre ci si confronta, la band ha estrema cura del messaggio, e l’utilizzo della lingua italiana ne è il segno più tangibile. Emerge dall’intervista a seguire di come sia un’esigenza primaria quella di farsi comprendere chiaramente, e se a proporre tutto questo è un vocalist particolarmente adatto al genere, il risultato sarà sorprendente.
I suggerimenti per scrivere arrivano dal vivere quotidiano e anche in questo caso gli argomenti sono vari, tra il personale ed il sociale, tra gli amori e i dispiaceri.
Quattordici tracce, tra quelle regolari e alcuni  omaggi; tanti episodi per urlare e ballare, avendo bene in testa i significativi valori della vita, principi che anche un disco ci può ricordare.





L’INTERVISTA

Parto dalla prima cosa che mi ha colpito, precedente all'ascolto, l'immagine di copertina. Per chi come me è stato adolescente negli anni '70, la cover evoca frammenti di passato significativo. Che cosa vi lega maggiormente a quel periodo che non avete vissuto direttamente?

Rot: Contrariamente a quanto di solito accade, come chitarrista non sono un fan sfegatato di quel periodo, che sto riesplorando piano piano negli ultimi tempi e di cui comunque riconosco l'immenso valore artistico. La mia prima musicassetta comprata nel '90 è stata degli Anthrax e ha dettato la rotta degli anni successivi.
Alex: Fondamentalmente di quel periodo a me colpisce il senso di  libertà in generale più che l’espressione musicale.

Quali sono le band o i musicisti che hanno inciso in modo determinate sulle vostre attuali scelte musicali?

Rot: devo dire che a livello chitarristico nutro una stima viscerale per Nuno Bettencourt, da cui dopo aver suonato in lungo e in largo Pornograffiti, ho assorbito ciò che si sposava meglio con il mio modo di suonare.
Adoro la sperimentazione sonora di Matt Bellamy, le armonie degli Opeth e il fisico di Rihanna ahahah! Adesso c'è un ragazzo incredibile che ho scoperto che si chiama Jakub Zytecki, un chitarrista dotato di qualità mostruose. Da sentire.
Mi piace molto, in quanto sound engineer, ascoltare anche il lato "produzione" dei dischi che mi capitano sotto mano e ultimamente penso che i Nickelback siano un mio riferimento fisso per spinta, pulizia e qualità sonora di Rock.
Alex: io amo i Motorhead… e quindi Lemmy, che a livello bassistico non è proprio un “ ipertecnico” ma la “ pakka” che sprigionano mi da sempre una grossa carica!


Non amo molto la suddivisione in generi ed etichette, ma resta elemento utile per fornire indicazioni a chi si avvicina per la prima volta ad una band non conosciuta. Come potreste definire "Sunset" e qual è la filosofia musicale base del vostro progetto?

Rot: Sunset è R&R, è heavy, è italiano, è tutto ciò che abbiamo molte volte cercato in Italia e spesso non trovato.
Alex: se ci si vuole classificare per forza io direi heavy rock, ma penso che rimanere dentro un genere sia castrante per le idee future!

Ritorno un attimo alla prima domanda. Il vostro album si intitola "Viaggio Libero", e "il viaggio" era una condizione standard, un sogno, tipico dell'ideologia hippie. Secondo voi ha ancora lo stesso fascino il concetto di "spostamento" in un'era in cui possiamo “ viaggiare” da casa?

Rot: la tematica del viaggio è un concetto che abbiamo voluto sviluppare in diverse forme, da quello fisico in luoghi sperduti, a quello mentale dovuto a una bevuta di troppo, a quello psicologico di una storia di tradimento, lasciamo all'ascoltatore il ritrovarsi nell'uno piuttosto che nell'altro.
Alex: il viaggio è inteso come libertà … prima domanda= prima risposta!!!

Che tipo di rapporto avete con le liriche? Sono fondamentali, in linea generale, per "passare" il proprio messaggio?

Rot: facendo rock in Italia, per l'Italia, è importantissimo farsi capire e utilizzare il testo per comunicare; in inglese probabilmente sarebbe stato più semplice per la minore immediatezza, ma meno gratificante credo. Il legame tra il visivo (cover e booklet) e le liriche, evidenziato dagli oggetti "ad hoc" e dalla scelta della tematica, è ben marcato e fondamentale per far arrivare ciò che abbiamo da dire.
Alex: le liriche sono importanti come la musica, altrimenti che senso avrebbe avere un cantante? Io la voce in un pezzo la intendo come un vero e proprio strumento per trasmettere veri significati, e  a mio avviso è un elemento fondamentale a prescindere dalla lingua, se ascoltata con attenzione

Nel vostro album ci sono tre ospiti importanti. Potete raccontarmi qualcosa sul come è nato il loro coinvolgimento e trarre qualche conclusione di "fine lavori"?

Rot: Per quanto riguarda Graham B., è stato uno degli idoli di Simon e per lui collaborare insieme in un brano sarebbe stato fantastico, così gli abbiamo sottoposto il pezzo e si è dichiarato entusiasta e pronto ad offrirci la sua voce... persino per una frase in italiano!
Jennifer B. l'ho sempre reputata una musicista atipica e una chitarrista dall'esperienza fenomenale. Così, perché non provarci? Lei ha detto: "killer track!"... e allora andiamo!
Wilko è un po' il simbolo di quel ruvido rock italiano che è un po' scomparso dalle scene e che sentiamo vicino alle nostre influenze e alle nostre sonorità.
Alex: gli ospiti sono una figata, per me in particolare ha grande importanza la collaborazione con Wilko dato che sono sempre stato un fan dei Rats!

Che cosa significa lavorare con la New Model Label di Govind Kurana?

Rot: essere seguiti da professionisti come Govind e la New Model Label nell'ambito promozionale e di publishing, aiuta la band a concentrarsi sul lato più artistico, come d'altronde è naturale che sia. Quindi avanti così!
Alex: significa avere qualcuno che si interessa a te!

Che tipo di reazione riuscite a suscitare nel corso delle performance live?

Rot: Urca questa è davvero difficile... potrei dire quelle che spero di NON provocare!
Cerchiamo sempre di creare un dialogo con il pubblico, che è la linfa live di una band e non perdiamo mai l'occasione di creare qualche gag divertente, che ci faccia conoscere per quello che siamo... e qui Ale sicuramente mi aiuterà a completare la frase!
Alex: se vuoi Alberto posso raccontare quello che succede giù dal palco! A parte gli scherzi, creare un dialogo con il pubblico è fondamentale, ognuno di noi ha una sua personalità ed un suo modo di vivere il live, E ovviamente è il frontman che per primo ha in mano le redini, ed in questo Simon è davvero un maestro!

Quanto amate sperimentare e applicare nuova tecnologia?

Rot: ho appena comprato iStomp... parli con un tecnomane il cui limite di acquisto è solo il conto in banca! Sicuramente mi piace esplorare nuove sonorità ma ci metto decisamente un po' ad includerle nel mio songwriting chitarristico, aspetto sempre sia qualcosa di davvero significativo più che qualcosa solamente di strano e mai sentito.
Alex: sono troppo anziano per la tecnologia, io attacco il basso con 4 pedalini scalcinati e suono!

Che cosa vorreste ci fosse nel futuro imminente di "Sunset" ?

Rot: un milione di download da iTunes!  
Alex: anche un milione di copie vendute, sai com’è... io sono un romanticone e amo ancora il supporto fisico… fosse stato per me avrei fatto solo vinili e musicassette!


Note varie sono fruibili  dal sito ufficiale: http://www.sunsetrock.it/

Altre info:


Line-Up

Simon – Vox, Harmonica
Rot – Guitars, Backing Vocals
Alex – Bass, Backing Vocals
Cacao – Drums



BIOGRAFIA

Il progetto Sunset® nasce ufficialmente nel gennaio del 2008 dal sodalizio artistico tra due amici di vecchia data: il chitarrista Rot e il vocalist Simon, con l’intento di abbinare a un cantato italiano, un sound tipicamente american style costruito su solide trame rock e spesso sconfinante in universi musicali paralleli.
Immediato è il reclutamento al basso elettrico di Alex, amico di Simon e professionista stimato a fianco di nomi di spicco del panorama musicale tricolore, che partecipa alla rifinitura delle canzoni sviluppandone l’impatto sonoro in maniera originale e contribuendo a caratterizzare il sound ‘heavy rock’ della band.
Il completamento definitivo della formazione avviene con l’ingresso ufficiale alle pelli di Cacao, amico di Rot e drummer forte di una consistente esperienza costruita in incessanti tour europei ed americani e che già da tempo contribuiva all’intensa e infuocata attività live della band.
La pazza alchimia tra le parti e il divertimento assoluto fanno da propedeutico a un’immediata quanto efficace stesura dei brani che andranno a comporre, insieme a una bonus song cantata in giapponese, la tracklist del debut EP ufficiale intitolato: “Italian Heavy Rock”, uscito in autoproduzione all’inizio del 2009, esaurito in brevissimo tempo e ottimamente recensito dalle migliori testate musicali del web.
Dopo un tour di supporto legato all’uscita del primo lavoro che riscuote notevole gradimento nell’ambiente underground e intervallato da apparizioni televisive in diffusione regionale e nazionale, viene intrapresa la creazione di materiale completamente originale con l’intento di costituire un full-lenght che esprima tutta la carica adrenalinica e l’imprevedibile fantasia di scrittura musicale della band.
Grazie alla potenza e all’orecchiabilità esalate dai brani in fase di recording, artisti di fama nazionale quali Wilko Zanni, cantante dei Rats e di caratura internazionale quali Graham Bonnet, ex cantante dei Rainbow e Jennifer Batten, ex chitarrista di Michael Jackson, accettano con piacere di partecipare in qualità di ospiti di rilievo in alcune tracce dell’album.
Con il titolo definitivo di “Viaggio Libero” il nuovo lavoro viene completato avvalendosi della collaborazione quale ingegnere di mastering di Gorge Marino presso i prestigiosi Sterling Sound Studios di New York ed è attualmente in attesa di un supporto discografico adeguato e di rilievo.
La linfa vitale sprigionata dal quartetto da origine a una miscela esplosiva unica nel suo genere e meglio conosciuta come heavy rock italiano.