lunedì 16 aprile 2012

Pippo Pollina e il dramma della musica in Italia...


Mentre continuo ad incrociare nel quotidiano persone che mi ricordano che loro di musica sanno tutto, e mai e in nessun caso potrei stupirli con le mie proposte, trovo al contrario enorme soddisfazione nello scoprire e condividere ciò che per me è nuovo. Può essere una band inglese degli anni ’70, come gli Spyrogira che non avevo mai incrociato sino ad un paio di mesi fa, o i Sursumcorda, ensemble incredibile che conosco da dieci giorni, o… Pippo Pollina.
L’ho ascoltato e subito dopo mi sono chiesto… “ma come faccio a non conoscere uno così?”
Parlerò di lui in altra occasione anche se a fine post presento un suo filmato.
E’ invece più interessante riportare le sue considerazioni sullo stato della musica in Italia, situazione drammatica che penso abbia radici molto profonde e non collegabili temporalmente all’attuale momento sociale.
Leggiamo il suo autorevole pensiero.



Le riflessioni di Pippo Pollina dopo una tournèe di dieci giorni in Italia.

Che in Italia le cose non filino liscio è noto pure ai neonati i quali, ahi loro, avranno di che rimboccarsi le maniche in futuro. Meno chiaro è ai più come mai si è arrivati a questa situazione così difficile e bizzarra visto che il nostro paese è palesemente ricco e in grado di sostenere un tenore di vita dignitoso per tutti.
La nostra tournèe ha toccato fra gennaio e marzo undici regioni italiane dal nord al sud e ho avuto modo di parlare con tanta gente oltre che di saggiare lo stato di difficoltà pazzesca in cui si trovano gli operatori culturali.
Fatevi in panino con la cultura”, diceva infatti l'ex ministro delle finanze ( fino a 4 mesi fa ) offendendo di fatto l'elemento che più ci ha fatto apprezzare nel mondo da sempre, e adducendo una bugia colossale, quella ovvero secondo la quale con la cultura non è possibile creare economia. Questa frase sintetizza bene lo sfacelo in cui il nostro paese riversa, perché se un ministro si può permettere di affermare ciò allora è chiaro come la pensa chi lo elegge.
Da una parte i teatri deserti, le maestranze in cassa integrazione, dall'altra le file chilometriche di ragazze ai cancelli di Mediaset per i provini di Striscia la notizia per diventare veline o vallette di turno.
Da una parte i negozi di dischi e di libri che chiudono uno dopo l'altro, e dall'altra le agenzie di scommesse per partite di calcio o affini e negozi di telefonia che  fioriscono come funghi.
La questione è sempre la stessa: hanno drogato un popolo.
Quando a NAPOLI l'organizzatore mi viene incontro, mortificato, avvertendoci che " purtroppo " il nostro concerto coincide con la superpartita NAPOLI-JUVENTUS, e quando allo stesso modo il suo collega astigiano ci dice la medesima cosa riferendosi all'incontro MILAN-BARCELONA in contemporanea con il nostro recital al Diavolo Rosso, ricevo la netta sensazione che a rendere tutto difficile non è solo la " Crisi “, ma è soprattutto il modello di società che in Italia è stato diffuso in maniera strategica al fine di impoverirci dentro e di fare di noi delle macchinette nullapensanti.
Il problema è che questa onda d'urto ha coinvolto tutti o quasi. Ovvero anche i mass media che " sembra " la pensino in modo diverso sono schiavi delle medesime logiche. A chi mi riferisco ? Ai vari programmi televisivi tipo CHE TEMPO CHE FA i quali fanno riferimento a personaggi esclusivamente popolari e che garantiscono indici d'ascolto alti. Oppure ai quotidiani tipo LA REPUBBLICA che spedisce al festival di Sanremo i loro migliori giornalisti bloccando per settimane le pagine dello spettacolo e informandoci su quali vestiti indosserà la valletta di turno.
Raramente c'è spazio invece per artisti non allineati, non di tendenza o che non hanno un ufficio stampa che conta.
Chi lotta veramente per un'altra Italia lo fa in silenzio, nel privato, coltivando le proprie passioni ammutolito dal frastuono degli altri. I cani sciolti, si... quelli che non fanno riferimento a null'altro che alla loro coscienza. Quel pubblico della cui presenza mi onoro nelle mie sortite italiane. Quella gente a cui ho spesso rivolto l'appello di partecipare ai miei spettacoli ribadendo l'importanza di farlo per aderire a un progetto artistico che continuerà ad esistere fino a quando potrà camminare con le sue sole gambe. Che sono poi quelle vostre. Quelle del pubblico che lo sosterrà.
Tanti miei colleghi, in questo momento, non si esibiscono. Tutta la generazione ( la mia ) orfana di sostegni promozionali e che non ha goduto degli anni in cui la società era superpoliticizzata ( gli anni 70 ) raschia il barile e rimesta il suo talento in una frustrazione davvero devastante. Privando così il nostro paese di nuove e bellissime canzoni nel solco dei padri che l'hanno forgiata dall'inizio degli anni 60 fino all'inizio degli 80.Chi può coltiva il suo giardino fatto di piccoli rapporti personali con realtà resistenti e purtroppo spesso anche abbastanza marginali oltreché rare da trovare. Poca roba però'. E i risultati si vedono.
Le trenta/quaranta categorie professionali di arricchiti del nostro paese
hanno fatto il vuoto dietro le loro spalle e la forbice ha disintegrato il ceto medio, quella classe di piccoli impiegati e di insegnanti che oggi si avvicina alla soglia della povertà. Alcune decine di migliaia di politici ed ex politici, di amministratori regionali e provinciali negli ultimi 40 anni hanno prosperato intascando denaro lecito e denaro in nero per opere mai compiute e servizi mai resi. Un mare infinito di denaro che oggi pesa sul buco nero del deficit. Quel buco che oggi motiva le durissime azioni del governo e che pesa su di noi come un macigno.
Ma più ancora pesa l'azione di impoverimento culturale a cui hanno costretto l'Italia e che la rende terreno fertile per l'avvento di facili imbonitori e di ignobili personaggi.
A questo punto non stupisce che si faccia confusione su tutta la linea e che al PREMIO TENCO si inviti o si premi Morgan o Ligabue. O che al festival di Sanremo ci vada ( e vinca ) Roberto Vecchioni.
Ognuno, in fondo,e tristemente, ha ciò che si merita.
A voi gentile pubblico mi tocca dire che tranne che per qualche rarissima eccezione, fino all'inizio del 2014 vi aspetterò oltralpe. Anche qui' si mangia bene e iniziano a fare un buon caffè, amano la nostra lingua e si ricordano di quando in TV ci andava Pasolini. E in più amano anche le mie canzoni, bontà loro. Sono loro infatti ( e tanto per fare un esempio sono in 4.000 che gremiscono il tutto esaurito del mio concerto a Monaco del 13 luglio ) che garantiscono la mia musica in Italia. Che la spingono per
portarla a voi con un soffio d'amore e di sogni sospesi.

Di cuore
Pippo.


Biografia e informazioni fruibili al seguente sito: