Il concerto di Volpedo

Lo scorso anno scrissi su “contrAPPUNTI”, trimestrale prog del CSPI, di come il concerto di Alba rappresentasse una sorta di adattamento musicale alla parola “globalizzazione”, realizzando che ciò che avevo visto sul palco era il sunto della “mia” musica totale, e traeva spunto dall’opera di artisti vari, italiani e stranieri:

http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Concerto%20di%20Alba

Quella sera, oltre alla base della Beggar’s Farm, c’erano Clive Bunker, Rodolfo Maltese e Bernardo Lanzetti.

E’ passato quindi un anno, ma il musicista/organizzatore Franco Taulino non ha perso l’entusiasmo e la voglia di stupirci, e di eventi fantastici ne ha inventati altri, numerosi, vari e sempre originali.

Un pò di tempo fa mi ha confessato che se fosse riuscito a concretizzare i raduni di Alessandria (http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Alessandria%20Benefit%20Concert) e Volpedo, avrebbe “appeso le scarpe al chiodo”, evidenziando la logica fatica che si accumula nel mettere assieme tante teste, facendo quadrare il tutto e dando ovviamente soddisfazione all’audience.

Io non credo alle sue rinunce, perché la soddisfazione finale regala il compenso a ogni dispiacere, stanchezza e delusione.

Occorre tenere bene presente che la lista dei partecipanti a questi meeting musicali può in qualche modo essere fuorviante; potrebbe apparire un ricco elenco di personalità importanti, che portano in dote un nome conosciuto, ma lasciano la testa altrove. Giuro che non è così e invito chiunque a verificare alla prima occasione.

Sul palco si compie un’alchimia difficile da descrivere. Si ritrovano on stage artisti di culture ed esperienze diverse, che si donano anima e corpo, e il risultato è una miscela davvero rara, che riesce ad rispondere appieno alla domanda: “Perché si partecipa a un concerto dal vivo?”

Emozione pura. Emozione è quello che chiede la gente. Emozione è lo scopo dell’evento dal vivo.

Emozione e interattività. Vedremo più avanti.

Quando commento questi eventi do sempre poco spazio allaBeggar’s Farm, perché ne ho spesso parlato come cover band deiJethro Tull e perché gli altri ospiti sono spesso catalizzatori imprescindibili.

Attualmente faccio fatica a vedere la Beggar’s nel ruolo ufficiale, perché sta diventando il perfetto sottofondo di qualsiasi artista si ritrovi a presentare il suo passato, il presente e anche il futuro.

Escludendo il “maestro” Taulino, sempre più gettonato nelle citazioni, ci sono ottimi musicisti di cui non conosco il background, ma li ritrovo sempre all’altezza della situazione.

Nell’occasione specifica, il bravo Sergio Ponti ha lasciato spesso il seggiolino a favore di Pierluigi Calderoni e di un… nuovo concorrente, Franco Gastaldi; Kenny Valle ha passato le tastiere ai fratelli Nocenzi; la chitarra di Marcello Chiaraluce ha quasi sempre presenziato mentre il basso di Andrea Garavelli (spesso “penalizzato” dai vari bassisti tullici), come ha ricordato Vittorio Nocenzi, non ci ha mollato un attimo.

Bella prova di professionalità.

Per completare il quadro, altri musicisti “classici” di cui non ricordo il nome, ottimi esecutori alla tromba, violino, ottavino e flauto(papà Taulino può essere orgoglioso).

L’elogio al tipo di manifestazione non può comunque prescindere dalle preferenze.

Il palco del 23 maggio ad Alessandria era prestigioso e basato su musicisti stranieri mentre questo di Volpedo era italiano, ovvero oltre alla Beggars’ e a Bernado Lanzetti, il Banco del Mutuo Soccorso, praticamente al completo.

Se la serata di Alessandria è stata da “otto”, questa ha raggiunto il massimo con lode. Vari motivi.

E’ stata un’occasione speciale, perché per rivedere BMS con questa formazione occorre risalire con la memoria agli anni '80.

Altra cosa da evidenziare, l’interattività tra il palco e il pubblico, abbastanza eterogeneo anagraficamente parlando (ho visto sedicenni con maglie di PFM e BANCO… che soddisfazione!), vera magia che si è creata nella Piazza del Municipio.

E poi la location. Il fascino della piazza di paese, il profumo di semplicità e arte, l’atmosfera unica sottolineata anche da qualche artista .

Anche in questo caso, come ad Alessandria, l’evento aveva scopo benefico e non ho dubbi che i presenti avranno partecipato anche materialmente alla completa riuscita della serata, di per sé gratuita.

Ho captato due commenti che potrebbero essere la sintesi di questo concerto e il sunto del mio pensiero.

Il primo riguarda Francesco Di Giacomo che a fine performance, rispondendo a un giovane che spendeva elogi per la parte esecutiva, affermava che il tecnicismo aveva importanza relativa, ma c’era ben altro di cui parlare. E questo riporta all’alchimia primaria a cui accennavo.

Altro pensiero è stato quello di un “tullico “ di vecchia militanza che mi ha confessato: “Altro che convention dei Jethro, dovremmo farle con il BANCO!”

Sì, questo nuovo/antico gruppo ha sorpreso tutti.

Questa serata magica, iniziata e finita sotto il segno dell’attenzione verso chi ha più bisogno, ci ha fatto assistere a diverse chicche.

Una sopra tutte, la presenza di Rodolfo Maltese, mitico chitarrista del BMS, che si è rivisto in gran forma dopo i seri problemi fisici di qualche mese fa. Ha suonato molto e spesso i suoi passaggi sono stati sottolineati dagli applausi del pubblico che credo lo abbiano sinceramente commosso. A lui è dedicato il concerto. Recuperato.

Altro elemento che ha reso unica la serata è quello relativo alla presenza di Gianni Nocenzi, da una vita lontano dalla vecchia band.

Ero rimasto colpito, in sede di presentazione della manifestazione, quando avevo letto della sua presenza, e dell'assenza contemporanea del fratello Vittorio, abitualmente nel gruppo.

Non ho idea del motivo della scelta, così come non mi è chiaro il perchè del cambio di programma che ha fortunatamente previsto la contemporaneità dei fratelli Nocenzi, anche se i soliti ben informati dicono che Vittorio, dopo aver saputo che tutto era dedicato a "Rudy", abbia deciso di aggregarsi, non potendo perdere l’occasione della reunion di qualità (e di affetti, aggiungono io).

Gianni Nocenzi, che ricordavo di aver visto col BMS negli anni 70, è apparso meno “caldo” rispetto agli inquilini di palco, ma visibilmente soddisfatto del risultato della serata.

Vittorio lo presenta come uno dei più grandi musicisti del rock italico e io aggiungo che sentirli suonare assieme è quanto di più bello possa capitare a chi ama la musica.

E che emozione quando le luci si sono concentrate su i due duetti, prima Rodolfo e Gianni e poi Rodolfo e Vittorio!? Esserci è stato davvero un colpo di fortuna!

Ma ci sono stati altri fantastici duetti e i protagonisti sono stati Bernardo Lanzetti e Francesco Di Giacomo.

Quando parlo di Bernardo mi sento sempre come un professore di scuola che da sempre mezzo voto in più al suo pupillo. Beh, io non potrei essere un suo insegnante, ma ho una totale devozione per “quel timbro vocale”, e per il suo modo di stare sul palco, così a contatto con la gente. Se poi alla sua voce aggiungiamo quella di Big Francis… i peli delle braccia si rizzano!

Si parte con un po’ di frammenti Jethro e si arriva alla più bella voce della PFM, Lanzetti, con“La Luna Nuova” e “Chocolate Kings”, e quando si passa a “Impressioni di Settembre”, dal buio spunta Di Giacomo che si alternerà con Bernardo, scuotendo cuore e cervello dei presenti. Incredibile… due tra i migliori cantanti rock italiani di sempre, davanti a me, con le ugole intatte e la voglia di fondersi col cielo e con il pubblico!

Chissà se le jam degli anni 70 avevano la stessa qualità espressiva ?!

Bernardo presenta anche un pezzo nuovo, “Miserabile”, inserito nel CD” BLUESLANZ”, uscito da poco e contente cinque tracce blues, da lui scritte e cantate.

In mezzo a cotante voci c’è spazio per il ricordo della più grande, e “Maestro della Voce” ci riporta a Demetrio Stratos.

Il pirata Francesco chiama sul palco i suoi bucanieri, primo tra tutti Vittorio Nocenzi a cui fa seguito Pierluigi Calderoni, grandissimo drummer di vecchia data.

Parte R.I.P. e il pubblico non sta più nella pelle.

Entra Gianni in punta di piedi annunciato con solennità dal fratello. Uno sguardo di sfuggita verso il pubblico, e prende posizione a sedere, ma il suo essere presente appare molto “riservato”.

“750000 Anni Fa L’amore” mi riporta ai brividi della mia giovinezza e conserva intatto il suo fascino, la sua magia.

Seguono altri brani del passato con differenti partecipazioni on stage, ma i momenti più alti di questa seconda parte di serata sono legati al link tra le tastiere dei Nocenzi.

La mente mi ritorna agli albori del prog italiano, ai miei primi album “di casa nostra”, “Collage” delle Orme, “Storia di un Minuto” dellaPFM e “Banco del Mutuo Soccorso”. Quanta qualità in quei pionieri che niente avevano da invidiare ai gruppi inglesi! E che originalità nel caso del BMS!

Passando per “ E mi viene da Pensare” si arriva a “Non mi rompete”, per molto tempo brano simbolo della band tra le persone di ogni età.

Sembrerebbe l’apoteosi, ma il bis regala ancora un’immagine di vera comunione.

Sul palco tutti i protagonisti della serata, musicisti e non, pronti per l’ultima condivisione.

Lanzetti si avvicina al microfono e parte con...”Hey Jude….”, e noi gli andiamo dietro!

Nel post concerto tutti si dimostrano disponibili e accettano di buon grado qualche foto e qualche scambio di parole. Dietro a una porta, forse nella speranza/illusione di non essere visto, è nascosto Di Giacomo, provato ma soddisfatto.

Le sue battute sul palco hanno caratterizzato questa bella serata di musica, ma… chissà se gli artisti presenti riescono a rendersi conto della felicità che possono donare al prossimo, in occasioni come queste’!?

Se così è ritroveremo molto presto BMS, Lanzetti e la Beggar’s, con tanto di indotto, in qualche fantastica piazza del nord Italia, e in qualche angolo vicino al backstage Wazza Kanazza (e forse Gemma) saprà dare il meglio di sé, tra DVD e T-Shirt.