Spesso più vicino al jazz che al rock, il Perigeo...
gruppo italiano degli anni settanta, viene comunque
unanimemente inserito negli elenchi dei gruppi del "pop italiano".
Lo stile del Perigeo si può definire un misto tra
fusion e progressive italiano tipico di quegli anni. Guidato da Giovanni Tommaso, composto da elementi con
formazione jazz , presenta forti richiami alla musica jazz-rock degli album dei Soft Machine.
Nel loro primo disco, Azimut (1972),
che raggiunge subito buoni risultati, emergono le forti radici Jazz dei cinque
musicisti .
Nel successivo album, Abbiamo tutti un blues da piangere (1973) vengono invece
inseriti brani orientati verso il rock, dando così
origine al jazz-rock e al jazz-prog, ossia la prima vera materializzazione
delle tecniche moderne apportate da Tommaso.
Il successivo album Genealogia (1974) comprende brani,
sempre di alto livello, ma più orecchiabili, con maggiore utilizzo del
sintetizzatore e del moog (suonato dallo stesso Tommaso) .
Ne La valle dei
Templi (1975),
che si avvale della presenza di Tony Esposito alle percussioni, viene data
particolare importanza alla ritmica, e il gruppo ottiene un buon riconoscimento
commerciale. Con Non è poi
così lontano (1976),
il Perigeo esalta al massimo le doti tecniche dei musicisti, ma chiude con il
jazz rock. L'album continua a mettere in mostra le abilità tecniche dei singoli
componenti del gruppo, cedendo, però a canoni più commerciali.
Discreto successo dell'epoca, fu "Fata Morgana",
incluso anche nella compilation "Pop Villa Pamphili",
una raccolta che rende omaggio al luogo in cui si svolse, negli anni Settanta,
una delle più importanti manifestazioni del progressive italiano. Non mancano,
infine, sprazzi di classico walzer viennese, tratti da "New Vienna".
Fiacco seguito ai lavori precedenti, il disco segna il crepuscolo della band, che si scioglie nello stesso anno. I componenti del gruppo iniziano così a dedicarsi completamente alla carriera di sessionmen e a numerose collaborazioni esterne, realizzando anche dischi da solisti e svolgendo attività didattica presso i conservatori e altre prestigiose scuole di musica jazz.
Fiacco seguito ai lavori precedenti, il disco segna il crepuscolo della band, che si scioglie nello stesso anno. I componenti del gruppo iniziano così a dedicarsi completamente alla carriera di sessionmen e a numerose collaborazioni esterne, realizzando anche dischi da solisti e svolgendo attività didattica presso i conservatori e altre prestigiose scuole di musica jazz.
Nel 1980, dopo una lunga pausa durante la quale il
gruppo è ufficialmente disciolto, avviene una reunion per la produzione del
doppio album Alice,
nel quale il jazz rock si alterna a brani più pop. Sull'etichetta del disco la
denominazione del gruppo è Perigeo
Special, ma si tratta ancora dei componenti originali.
Successivamente, Giovanni Tommaso riforma il gruppo con nuovi membri, e dà vita al New Perigeo. Questa formazione partecipa alla realizzazione di Q Concert, un EP con Rino Gaetano e Riccardo Cocciante e dell'LP Effetto amore, dopo i quali si scioglie
Nel 1981, i New Perigeo pubblicano l'album Effetto amore, oggi praticamente introvabile, con almeno un paio di tracce degne di nota ("Mediterraneo", "Bocca di notte").
Successivamente, Giovanni Tommaso riforma il gruppo con nuovi membri, e dà vita al New Perigeo. Questa formazione partecipa alla realizzazione di Q Concert, un EP con Rino Gaetano e Riccardo Cocciante e dell'LP Effetto amore, dopo i quali si scioglie
Nel 1981, i New Perigeo pubblicano l'album Effetto amore, oggi praticamente introvabile, con almeno un paio di tracce degne di nota ("Mediterraneo", "Bocca di notte").
Nonostante il progetto sia stato di breve durata, il
Perigeo fu sicuramente il più riuscito tentativo di fusione tra jazz e rock
avvenuto in Italia, grazie a una sapiente conciliazione tra improvvisazione e
momenti studiati a tavolino. Tale esperimento, il cui successo fu dovuto
all'abilità tecnica e compositiva dei cinque, sarebbe stato intrapreso molto
presto da vari gruppi prog italiani.
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