Una carriera tanto fulminea quanto prolifica, quella di Ane Brun...
... sorprendentemente ricca di riconoscimenti che forse altrove avrebbero potuto portare a una maggiore visibilità di quella che le ha riservato finora il distratto vecchio continente. La trentaduenne di origini norvegesi Ane Brunvoll, da diverso tempo residente in Svezia, ha imbracciato per la prima volta una chitarra solo undici anni fa, e già si ritrova alle spalle un album live, un “duets” e due album in studio, il secondo dei quali, “A Temporary Dive”, le ha permesso di ottenere diverse nomination per premi scandinavi ed europei, nonché il riconoscimento del prestigioso “Best Female Artist” conseguito ai Norwegian Grammy Awards del 2005. La quinta fatica discografica di Ane Brun nasce sotto una scintillante stella, poiché a produrre l’album è quello stesso Valgieir Sigurosson il cui nome si è già affiancato a numerosi artisti di spicco della scena musicale alternativa(Bjork,Mum). “Changing Of The Seasons”, terzo lavoro in studio di Ane, si presenta con un piglio più deciso e un impatto più “estroverso” rispetto al precedente “A Temporary Dive”, col quale condivide ancora un particolare approccio cantautoriale al pop, evidente sia nell’intima delicatezza dei testi che nel fragile lirismo di alcuni passaggi strumentali, arricchiti qui da un picking chitarristico fortemente emozionale (“Changing Of The Seasons”, “Raising My Head”, “Gillian”) e da un intenso e talvolta inusuale (“The Puzzle”, “Armour”) intrecciarsi di pianoforte e archi.A completare il quadro è la straordinaria voce di Ane, principale protagonista della scena, che col suo sentore vagamente profumato d’anice inebria completamente l’ascoltatore, sprofondandolo in un sogno avulso da ogni realtà, scevro dalla consapevolezza del tempo che passa. Questo lavoro pecca purtroppo di una certa incostanza nell’esito dei vari brani, fattore probabilmente legato alla (comunque ammirevole) volontà di osare maggiormente rispetto a quanto fatto in precedenza, ciò comportando una certa disomogeneità nel risultato corale, dove il seppur apprezzabile tentativo di spaziare in territori stilistici diversi si scontra con il rischio di “slegare” eccessivamente i singoli elementi tra di loro, dando a volte la sensazione di un ascolto “a singhiozzi”. Tuttavia, “Changing Of The Seasons”, forse anche in virtù del coraggio dimostrato, risulta essere un lavoro piuttosto interessante, indice di una personalità curiosa e dinamica, protesa verso un processo maturativo che con queste tredici tracce già si preannuncia caratterizzato da una raffinata delicatezza e da una disinvolta padronanza tecnica (da Ondarock) .
Ascoltiamola
The Puzzle
Citazione del giorno:
"Le parole che non abbiamo pronunciato sono i fiori del silenzio" (Proverbio Giapponese)
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