Ancora un ritorno al
passato.
Attorno
ai dieci anni uno dei nostri passatempi preferiti era quello di ritrovarci a casa
di Fulvio, leader carismatico del nostro “giro”, per dedicarci a
rappresentazioni varie , che spaziavano dalla commedia al festival musicale.
Erano
gli anni in cui imperversavano le gare canore come il Cantagiro e le sfide per i primi posti, negli
spettacoli televisivi, erano quasi sempre tra Claudio Villa, Massimo Ranieri e Gianni
Morandi.
Noi ragazzetti eravamo già un pò più evoluti e guardavamo verso gruppi alternativi, i Dik Dik, l’Equipe 84, i Camaleonti and so on...
Il
nostro festival casalingo, presentato da Fulvio, prevedeva la presenza di
maschi e femmine, ed ognuno aveva il compito di presentare un brano diverso.
Alla
fine erano gli stessi cantanti che si trasformavano in giuria e decretavano il
number one.
Il
tutto veniva registrato sul mio registratore a bobine “Geloso”,
che ancora posseggo, funzionante.
Su
quelle bobine sono impresse per sempre le nostre voci di bambini, e considerati
i tempi… poco tecnologici, non mi sembra male.
Tra
i vari gruppi che ci interessavano ai tempi, ricordo bene The Rocks.
In
più degli altri avevano l’attrattiva di essere inglesi e di avere un accento
invidiabilmente riconoscibilissimo.
Erano
vestiti come piaceva a noi, con i pantaloni scampanati, le giacche aderenti ed
avevano i capelli lunghi.
Ricordo
che una cosa che ci aveva colpito moltissimo era il fatto uno di loro, mi pare
fosse il bassista Bobby, aveva avuto problemi
con la giustizia.
Questo
era qualcosa in più che aveva a che fare con la trasgressione, elemento che in
alcuni momenti della vita ha il suo peso.
I
Rokes, come costume del tempo, parteciparono ai vari film legati alle loro
canzoni, così come facevano Rita Pavone, Bobby Solo, Little Tony, Don
Backy e Morandi.
Shell
Shapiro,
leader del gruppo, e’ ancora adesso in Italia e, seppur con ruoli diversi, e’
restato nell’ambito musicale, con successo.
Ma
il suo accento non è cambiato di una virgola e chi dovesse ascoltarlo ora,
dopo molti anni, non troverebbe differenze, e forse sarebbe obbligatoriamente
catapultato, come me, nel passato.
Vediamo
qualche nota biografica.
Il
gruppo si forma in Inghilterra nel 1960 con il nome Shel Carson Combo, con Shapiro alla voce e alla
chitarra, Posner al basso, Shepstone alla batteria e Vic Briggs alla chitarra
solista;
Shapiro
è l'unico dei quattro che ha avuto esperienze di un certo rilievo, in quanto
per quasi due anni ha suonato nei The Blue Caps, gruppo
accompagnatore di Gene Vincent, e diventa presto il
leader del gruppo.
Shepstone
e Shapiro erano stati compagni di scuola, ed avevano suonato insieme in gruppi
studenteschi.
Dopo una serie di esperienze in patria, nell'autunno del 1962 anche gli Shel Carson Combo (come i Beatles) si recano a suonare ad Amburgo.
Dopo una serie di esperienze in patria, nell'autunno del 1962 anche gli Shel Carson Combo (come i Beatles) si recano a suonare ad Amburgo.
E'è
in quest'occasione che Briggs lascia il gruppo, sostituito da Charlton .
Cambiano
il nome in The Cabin Boys e, tornati in
Inghilterra, vengono contattati da Colin Hiks che deve effettuare
un tour in Italia: aveva infatti riscosso un certo successo con la canzone
"Giddyup
a ding dong", inserita nella colonna sonora del film"Europa di notte".
Durante
il tour, a Torino avviene l'episodio che cambia la loro carriera: Colin Hicks
prima del concerto perde la voce, ma lo spettacolo non viene annullato, ed al
gruppo viene chiesto di suonare al suo posto; eseguono quindi il loro
repertorio, costituito da cover di brani blues e rock'n'roll, e riscuotono un
notevole successo, al punto che vengono scritturati per effettuare dei concerti
in autonomia.
A
questo punto la band decide di cambiare il nome, anche per segnare la
differenza rispetto al periodo con Colin Hicks.
The
Rokes in Italia.
Durante
una serata del tour all' Ambra Jovinelli di Roma, vengono notati da Teddy Reno, manager di Rita Pavone, che propone loro di
effettuare la tournée come gruppo di accompagnamento della cantante torinese, e
che inoltre diventa loro produttore, procurando un contratto con l'ARC, per cui
incidono il primo 45 giri, contenente sul lato A un classico rock'n'roll.
Grazie
a Teddy Reno, partecipano nello stesso anno al Festival degli
sconosciuti di Ariccia con "Un'anima pura", ottenendo un
buon piazzamento , e vengono poi scritturati per lo spot dei gelati Algida su
Carosello, aumentando la loro popolarità e la fama, grazie
anche alla riconoscibilità del loro caratteristico accento inglese nel lanciare
lo slogan :"Posso dire una parola? C'è un Algida laggiù che mi fa
gola".
Il successo
L'esplosione,
però, avviene con la canzone "C'è una strana espressione
nei tuoi occhi," cover di "Walk in the room" scritta
dalla cantautrice americana Jackie De Shannon, ma portata al successo dai
Searchers, che entra nelle prime posizioni della Hit Parade, consentendo loro
di incidere il primo 33 giri.
In
questo periodo le serate aumentano, diventano uno dei gruppi principali del
Piper, e girano anche alcuni film, come "Rita, la figlia
Americana", dove hanno modo di recitare insieme a Totò e di presentare
alcune canzoni come "wind will carry thme byTake a
look"," No, no, no", "Grazie a te ".
Il biennio 1966-67 è
quello in cui raggiungono l'apice del successo, grazie soprattutto a due 45
giri: "Che Colpa Abbiamo Noi ", che si piazza
al secondo posto in classifica allo storico Cantagiro del 66 e conquista il
primato nella classifica delle vendite di dischi a 45 giri, e "È la Pioggia Che Va".
Caratteristiche nelle
loro esibizioni dal vivo le insolite chitarre "Eko", a forma di
freccia, successivamente definite "Eko Rokes".
Nel
67 partecipano al Festival di Sanremo con "Bisogna saper perdere", che ottenne
un buon successo di vendite, come " Eccola di nuovo", e " Cercate di
abbracciare tutto Il Mondo Come Noi".
Il
declino
Nel '68 si presentano nuovamente al Festival, con la canzone "Le opere di
Bartolomeo".
Il
brano ,non pienamente riuscito, diventa un flop dal punto di vista delle
vendite, ed anche i successivi (con la sola eccezione di "Lascia l'ultimo ballo
per me")
risulteranno scarsi successi.
Tornano
per la terza volta a Sanremo, presentando "Ma che freddo" fa in coppia
con Nada, ma è la versione di
quest'ultima quella che viene ricordata, pur essendo ben eseguita anche quella
dei Rokes.
Subito
dopo il festival i Rokes tengono alcuni concerti dal vivo, di cui due tenuti al
teatro Parioli di Roma: queste serate verrano registrate, e saranno pubblicate
in un cd solo nel 93 dalla la rivista di collezionismo musicale
"Raro".
Ascoltando
nell'album l'introduzione parlata di Shel si viene a sapere che pochi mesi dopo
era prevista l'uscita di un disco dal vivo, intitolato "Due ore con i Rokes", progetto che
evidentemente la casa discografica abbandonò.
In
ogni caso, l'ascolto dell'album consente di apprezzare le notevoli capacità dal
vivo come musicisti dei Rokes, al di là delle incisioni in studio.
La mancata pubblicazione del disco, unita ai pochi riscontri commerciali degli ultimi 45 giri ed alle aspirazioni da solista di Shel Shapiro portarono quindi il gruppo allo scioglimento nel 1970.
La mancata pubblicazione del disco, unita ai pochi riscontri commerciali degli ultimi 45 giri ed alle aspirazioni da solista di Shel Shapiro portarono quindi il gruppo allo scioglimento nel 1970.
Shapiro
resta nel mondo musicale, dedicandosi sia ad una carriera come cantautore che
all'attività di produttore ed autore per altri interpreti, mentre Charlton apre
una galleria d'arte a Roma per poi dedicarsi alla pittura; per poco tempo, a
causa delle disavventure giudiziarie di Alfio Cantarella, Shepstone suona la
batteria con gli etermi amici/rivali dell'Equipe 84, per poi ritornare a
vivere in Inghilterra, imitato da Posner.
2 commenti:
ho conosciuto più tardi The Rokes .. Michel Polnareff ..i Quelli ed in genere la musica italiana fine anni 60..Fu per me un piacevole ritorno alla beatlesmania il ricordo delle feste di compleanno dei festini a ritmo di shake durante i fine settimana a casa di qualcuno.Da subito invece ho apprezzato Donovan...noto un'pò dappertutto, scandinavia compresa.. fino a quando non fu tentato dalla spiritualità indiana.....in seguito smisi di ascoltarlo
Il simpaticissimo bassista Bobby Posner (amico su Facebook) è tuttora attivo in Inghilterra.
Erano veramente molto simpatici e di sicuro mi hanno fatto venir voglia fin da bambino di formare una band, cosa che poi per motivi prima di studio e poi di lavoro ho fatto solo alla soglia dei 50 anni.
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