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Banda Venturi propone l’album “L’amore al
tempo della Lira”, titolo icastico, che lascia intravedere molti
dei contenuti. Accade. Esistono incipit criptici, che spingono alla scoperta di
ciò che si nasconde dietro una copertina e sollecitano la curiosità; e poi ci
sono denominazioni che, associate ad un personaggio conosciuto, regalano
qualche certezza.
Il “personaggio” a cui faccio riferimento è Gianni Venturi,
musicista che ho conosciuto personalmente e che seguo dal 2012, quando la sua necessità
artistica del momento lo spingeva verso lidi ... progressivi.
Mano a mano che i suoi progetti si succedono - e sono tanti e
variegati - avverto forte il suo bisogno di un ritorno alle radici, un concetto
che conosco bene perché colpisce anche lo scrivente e molte delle persone che
lo circondano.
Tutto il bello che emerge da lavori come “L’amore al tempo
della Lira” mi pare correlato alla maturità, quello stato a
cui tutti - o quasi - prima o poi arrivano, e che propone come altra faccia
della medaglia il termine libertà.
Libertà di pensiero, di mostrare sentimenti un tempo accuratamente
celati, di calcare i sentieri più disparati senza pudore alcuno.
Un commento ad un album, a mio giudizio, dovrebbe evidenziare ciò che l’ascolto ha generato, un sunto molto soggettivo a cui unire
aspetti tecnici e informazioni obiettive, e in questa ottica mi piace mettere
in rilievo ciò che il disco mi ha lasciato.
Facile immedesimarsi. Facile per me estrapolare il concetto
di felicità, abusato e confuso con quello più realistico che prende il nome di
serenità.
La felicità porta a momenti che ti levano il respiro, attimi
che possono nascere da differenti situazioni, ma che sicuramente sono legati al
concetto di amore: l’arrivo di un figlio, la nascita di un rapporto di coppia, la
bellezza che deriva dalla mera contemplazione di un’opera d’arte, di un’atmosfera,
del viso di una donna o di un uomo.
Nei dieci brani proposti da Banda Venturi ho trovato tutto
questo, ho ritrovato la mia storia e ho pensato a quanto sia bello poter cristallizzare
memoria e vicende in arte permanente. Gli amori raccontati da Gianni Venturi
and friends sono quelli di tutti, ma soprattutto delle persone semplici e
virtuose, quelle che riescono a prendere atto che nella vita esistono priorità
che ci accompagnano ed uniscono, lungo il percorso che ci è concesso.
L’ambientazione riporta ad una grande balera, dove la fisarmonica
domina, il tango imperversa, le danze spingono a luoghi di periferia, mentre il
menestrello raggiunge il punto nobile del palco e racconta le sue storie: così
nascono amori impossibili, incontri da toccata e fuga, legami lunghi una vita,
gioie esplosive della durata di un’ora o… per sempre.
E ad ogni rottura il dolore, il polo contrapposto alla
felicità, un malessere che solo un altro amore può scacciare definitivamente.
Esiste un rifugio dove trovare conforto incondizionato? La
famiglia, quella che rappresenta il porto sicuro e il punto di riferimento per
un tempo infinito.
A proposito di famiglia, nel suo viaggio Gianni Venturi è
accompagnato in veste autorale da Raffaele Montanari, ma leggendo le
note del comunicato vedo la presenza di altri due “Venturi”, Maurizio e Valerio,
che non conosco, ma immagino rappresentino quegli affetti che non si possono
mettere in secondo piano.
Leggendo le note biografiche a seguire, il team al lavoro
prenderà la sua connotazione totale.
Segnalo il brano/video “Devi volerti bene”, dedicato
alle donne, un messaggio di amore e di rispetto fruibile al seguente link:
https://mat2020comunicatistampa.blogspot.com/2024/01/banda-venturi-devi-volerti-bene.html
Un grande album, un argomento che da sempre alimenta le
canzoni, un iter narrativo unico. Nel mio ascolto solitario registro un accenno
di lacrima… come scrivevo poc’anzi, nessuno pudore ormai può essere ostacolo
alla rappresentazione dei miei sentimenti!
Dice Gianni Venturi…
L’album contiene 10 Brani, alcuni trattano l’amore, un amore con cicatrici, segnato dal tempo, un amore però oltre il tempo, perché le emozioni non hanno età. Altri brani sono lo specchio dell’anima gitana, parlano della memoria, del senso di colpa, degli abbracci trattenuti e i baci sospesi.
Biografia
Una band di diversamente giovane, anche se appaiono evidenti
le cicatrici della vita, come è normale che sia, ma il cuore, il cuore è privo
di rughe, e la mente naviga in un universo senza tempo. L’anima della Madre
Gitana, attraversa la loro composizione e la loro vita, senza radici apparenti,
la vera radice è il viaggio, la ricerca. La fisarmonica del Padre ed il loro
tango hanno riempito di musica ogni attimo di dolore trasformandolo in note.
Hanno conosciuto la balera, hanno danzato la musica della balera, lustrini e
balli di un altro tempo, hanno conosciuto l’amore con le sue lacrime ed i suoi
sorrisi. Ognuno dei fratelli ha seguito il suo percorso, ma era destino che si
ritrovassero tra queste note, in questo disco che parla di loro e di chiunque
ci si riconosce! “L’Amore al tempo della Lira” è un disco profondo, epico, un
disco innamorato dell’amore. In questo viaggio sono stati accompagnati da un
fratello in musica: Gigi Cavalli Cocchi, batterista storico di Ligabue, e dei
CSI, come loro diversamente giovane, zingaro percussivo. E Manuela Turrini che
dalla balera, è arrivata al Tango navigando nel mare intenso della musica
dell’anima.
BRANI
1. Tutto l’amore che ho dentro
2. Carezze
3. Devi volerti bene
4. Castelli di nebbia
5. Le rose di maggio
6. Il suonatore e la ballerina
7. Lo spioncino della notte
8. L’amore al tempo della Lira
9. Salvami
10. La mia famiglia
Link digital
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