Terzo guitar hero (dopo Eric Clapton e Peter Green) a uscire dai
Bluesbreakers di John Mayall, Mick Taylor (Hertfordshire, 1948) partecipa a
dischi importanti, come Crusade, Bare Wires e Blues From Laurel Canion, palesando uno stile preso da Albert King e Freddie
King.
Nel 1969 lascia Mayall per sostituire Brian Jones nei
Rolling Stones, e con lui le Pietre Rotolanti diventano “la più grande rock ‘n’
roll band del mondo”, quella di album leggendari come "Sticky Fingers" e "Exile On
Main Street", capolavori che hanno fatto la storia del rock. Sono proprio i
suoi assoli di chitarra e di slide, così carichi di intensità e di lirismo, a conferire forma alla faccia più blues e “americana” del
gruppo.
Lasciati gli Stones dopo un quinquennio di vita spericolata e
grande musica, a metà degli anni ’70 Taylor intraprende una carriera solista,
fatta più di bassi che di alti, a conferma della sua significativa statura di chitarrista, ma anche di un livello più ordinario in veste di autore e cantante.
Meritano di essere ricordati, oltre a un paio di album dal vivo ("Stranger In This Town" e "Live At 14 Below") che ne tengono in vita
il nome, anche la sua presenza in "Apolitical
Blues", con i Little Feat di "Waiting
For Columbus", e la collaborazione con la frontgirl dei Textones, Carla
Olson.
Tratto da “Rock Blues”, di Mauro Zambellini
Il primo concerto con i Rolling Stones