martedì 21 febbraio 2023

Enrico Rocci - “Il Culto dell’Albero Porcospino - Storia, sproloqui e ricordi dei Porcupine Tree”-Nuova edizione aggiornata

Grafica di copertina di Davide Pansolin

 

Enrico Rocci - “Il Culto dell’Albero Porcospino - Storia, sproloqui e ricordi dei Porcupine Tree”

Nuova edizione aggiornata

Officina di Hank


Enrico Rocci rilascia una edizione aggiornata de “Il Culto dell’Albero Porcospino - Storia, sproloqui e ricordi dei Porcupine Tree”, un libro che avevo commentato originariamente nel 2018, e che ora torna più “maturo”, nel senso che l’evoluzione della storia è ora accompagnata da nuovo materiale, che tradotto in mere cifre significa un centinaio di pagine supplementari e nove nuovi capitoli.

Prima di entrare nello spirito del book vorrei sottolineare una delle peculiarità dell’autore, quella di instillare nel lettore curioso la voglia di soffermarsi e tradurre in ascolto parole scritte, magari per rinfrescarsi la memoria oppure per comprensibili lacune conoscitive. Per sviscerare il suo precedente libro, ad esempio, quello dedicato alle voci femminili nel rock, avevo impiegato un tempo esagerato, perché la lettura e l’ascolto di cose antiche mi aveva completamente rapito e indotto all’approfondimento.

È quanto accaduto in questa occasione, perché leggere o rileggere la storia attraverso chi l’ha vissuta in prima persona richiede attenzione, riflessione, voglia di comparazione… insomma, sto parlando di materiale oggettivo e non, che porta al coinvolgimento, ad un dare/avere che spesso diventa un set di tennis, con l’autore e il lettore intenti nel ributtare la pallina oltre la rete.

Rocci ha altri punti forti, come quello di essere un appassionato e presente, uno che racconta le cose vissute in prima persona, tra chilometri macinati e live; diventa quindi facile per lui acquisire autorevolezza al cospetto di chi scorre le pagine, che saranno una rivelazione per chi vuole approfondire un argomento che non possiede, o una conferma/confronto per altri seguaci/esperti.

E poi occorre soffermarsi sul suo modo di scrivere, molto ruspante, genuino, volutamente “da strada”, lontano da un modus elitario, spesso usato da chi si erge per pontificare.

La sua sintetica biografia riporta... << Nato a Torino, per lungo tempo ha fatto il medico. Ha pubblicato con Chinaski Edizioni alcuni romanzi noir: “Nuar bolognese” (2007), “Volevo solo uccidere i Porcupine Tree” (2009), “Cartoline in bianco e nero” (2013) e “Non fa per te” (2015), oltre alla prima edizione de “Il culto dell’albero Porcospino. Storia, sproloqui e ricordi dei Porcupine Tree” (2018). Il suo ultimo libro è “Acid Queens.Viaggio tra le voci femminili della musica psichedelica” (Officina di Hank, 2021).>>

È quindi il suo un racconto vissuto sul campo, compendio di eventi cronologici, elementi storici e sentimenti personali, in ogni caso un lavoro sibillino di ricerca e raccolta dati che nel frattempo si sono accumulati.

Il mondo dei Porcospini ruota attorno ad una figura ormai leggendaria, quella di Steven Wilson, compositore, chitarrista/tastierista, cantante, ingegnere del suono sui generis, all’occorrenza produttore e talent-scout, figura centrale del panorama rock contemporaneo legato a soluzioni sotto ogni profilo sofisticate. È considerato il guru del progressive, non soltanto per la musica da lui creata ma anche per quella nobile rivisitata dal punto di vista tecnico, e appare ai miei occhi una garanzia il fatto che musicisti molto esigenti, come Bob Fripp e Ian Anderson, si siano affidati a lui per dare nuovo volto a materiale storico del passato.

Rocci ci racconta la storia del leader e di chi ha girato attorno a lui, attraverso concerti ed eventi che delineano il percorso di una band divenuta iconica, “il più famoso gruppo britannico di cui non avete mai sentito parlare”, frase utilizzata per sottolineare l’attenzione nel porre distanza costante rispetto al mainstream.

Dunque, all’interno del volume edito da Officina di Hank, troviamo tutto ciò che serve per l’update al percorso dei Porcupine Tree, dagli album ai live, dalle storie personali alle dinamiche di gruppo condite da gustosi aneddoti.

Ad impreziosire il tutto una sequenza di fotografie a colori, proposte secondo ordine cronologico.

Imperdibile per gli amanti della band, necessario per chi volesse saperne di più, obbligatorio per i neofiti curiosi.

Grande lavoro di Enrico Rocci!

“L’unico motivo per cui i Porcupine Tree hanno iniziato come progetto solista era che non c’era nessun altro che conoscessi che volesse fare quel tipo di musica. Ma immagino di aver sempre sperato che un giorno sarebbe diventata una band”.

Steven Wilson