lunedì 23 maggio 2022

Nel ricordo di Bruno Govone. L'omaggio musicale degli amici

 


Partecipare ad una onoranza funebre è sempre doloroso, a maggior ragione quando esiste un legame, più o meno sottile, con chi ci lascia.

Spesso la presenza al rito rappresenta un atto dovuto, un appuntamento triste a cui non si può mancare, e rilevo con rammarico che sono proprio questi eventi, sempre più frequenti quando l’età avanza, che forniscono motivi di incontro con chi non si frequenta più, anzi, diventano le uniche occasioni per sollecitare la memoria, in piena comunione.

Bruno Govone era un musicista, mio concittadino, che conobbi nella mia fase adolescenziale, quando comprai mia la prima chitarra elettrica, la mitica Framus che ancora posseggo; a quel punto nacque l’ovvia esigenza di amplificare il suono e corse in mio aiuto Bruno, chitarrista già affermato nel circuito locale per la sua attività con Le Volpi Blu, gruppo musicale italiano di musica beat, attivo negli anni Sessanta e nel decennio successivo, propositore di un genere melodico, con qualche passaggio televisivo e una partecipazione al Festival di Sanremo nel 1975.

Entrò così in casa mia un amplificatore Steelphone da 80 watt, valvolare, con testata separata, che usai per anni per la mia modesta attività di chitarrista e, ne sono certo, è utilizzato ancora in qualche cantina.

Poi le strade si separarono e lo ritrovai mille anni dopo come membro de Il Cerchio D’Oro, immerso nella musica progressiva, portatore di talento, esperienza e umanità.

Lo ricordo ben inserito nella band, con un bel concerto genovese in accoppiata con i Delirium, nel 2009, ma l’avventura dovette interrompersi per problemi di salute e da quei giorni lo incontrai solo sporadicamente.

Troppo giovane per lasciare gli affetti e gli amici, ma su questo non ci possono essere contrattazioni, solo rammarico e dolore per chi resta.

Se come spesso si è soliti dire, “…da lassù, ormai, ci sta guardando e ascoltando...”, non sarà passato inosservato il ricordo musicale confezionato a fine funzione da Gino e Giuseppe Terribile, Franco Piccolini e Piuccio Pradal, che imbracciate le acustiche e un minimo di percussioni hanno intonato una vecchia canzone de Le Orme, suonata in passato con Bruno, “Amico di ieri”.

La propongo in toto, un bel momento, un semplice omaggio ad una persona che, nel suo percorso di vita, ha lasciato il segno.