giovedì 12 agosto 2021

Carmine Ioanna-“Ioanna Music Company”



Mi trovo oggi a commentare “Ioanna Music Company”, di Carmine Ioanna.


Il mio incontro con la sua musica avvenne in occasione del suo esordio discografico, quell’album “Solo” di cui scrissi nel 2014.


Da allora il suo percorso musicale si è evoluto, tra collaborazioni e impegni musicali personali, ma quello che propone in questa estate del 2021 ha un sapore particolare, direttamente collegato alla situazione che si è venuta a creare a causa dell’emergenza sanitaria e non poteva essere diverso.

Sono molte le storie, alcune simili tra loro, che hanno unito i musicisti del pianeta, ma le reazioni sono state - e ancora sono - diversificate, perché ogni situazione/sensibilità/contesto produce una risposta differente; l’incipit di questo nuovo disco è proposto dall’autore, che mi ha raccontato:

Dopo la mia esperienza con il Cirque du Soleil, che è stata bruscamente interrotta dal covid nel marzo del 2020 in Texas - a El Paso - e quasi otto mesi senza concerti, ho deciso di riunire alcuni tra i miei musicisti preferiti all’”Adele Solimene”, un piccolo teatro in Irpinia, che dopo oltre un anno ha riaperto le porte proprio con questa registrazione. Sono stati tre giorni pieni di emozioni e speranza, cristallizzati in queste 11 tracce, suonate con il cuore.”

Al nome di Carmine Ioanna si abbina in modo naturale uno degli strumenti tradizionalmente legati alla cultura popolare, la fisarmonica.

Dal sito di riferimento, segnalato a fine articolo, è possibile catturare la biografia e le info fondamentali per scoprire il mondo del musicista avellinese, ma è in ogni caso utile sottolineare la sua precocità e il suo affrontare la musica - studio e proposizione - in modo molto aperto, atteggiamento che lo hanno portato ad oltrepassare il rigore propositivo delle trame classiche a favore del jazz e dell’improvvisazione che ne è parte fondante: alla fine tutto può convivere.

Sette anni fa, quando toccai con mano la musica e lo spessore di Ioanna, evidenziai il suo stato di simbiosi con il “suo accordion”, lo strumento della vita con cui condivide il proprio sentiero, immagine suggestiva che si fortifica oggi con la nuova produzione.

Fisarmonica come apporto fondamentale all’armonia, strumento spesso descritto nei particolari, nella speranza che le parole possano essere esaustive e determinanti per poterne comprendere l’efficacia, ma credo che l’apprezzamento vero possa arrivare soltanto da chi ha la possibilità di utilizzarla; però… la capacità intrinseca della “fisa” (termine in voga nelle feste di paese piemontesi) di infondere alla musica i vari colori della gamma espressiva le permette di arrivare con immediatezza al cuore dell’ascoltatore, perché è unica la sua capacità di reggere da sola la scena oppure di fondersi in un ensemble gruppale, inserendosi in contesti classici, leggeri, jazz, da ballo serioso (ovvio riferimento al Tango) o popolare.

Tutto ciò è reperibile, a mio giudizio, in “Ioanna Music Company”, paradigma del pensiero su scritto.

Sono undici le tracce di questo progetto strumentale, per un totale di quarantotto minuti.

Proverò a snocciolare i vari episodi, proposti da un team dalle competenze mostruose, indicato a fine articolo.

Per l'ascolto cliccare sul singolo brano.

Si apre con “Sospeso”, e iniziano le danze - popolari, balcaniche, gitane - mentre il ritmo tiene il passo nervosamente, sino all’arrivo di una melodia da film. Dopo due minuti e trenta, spunta in sordina il sax, che in modo deciso modifica la strada e mi riporta a qualcosa di conosciuto, al profumo prog dei Van der Graaf Generator degli esordi. Sono minuti di una libertà espressiva che sfocia in trama distopica, prima che la melodia riprenda il sopravvento. Batteria protagonista nell’ultima parte del brano.

Courtain up” è una delle pillole del disco, ma la breve durata è comunque sufficiente a rimarcare la grande qualità e a riproporre il fil rouge del progetto, quella perlustrazione totale del mondo musicale, abbattendo ogni barriera ideologica e ogni etichetta che possa ricondurre all’ortodossia.

Intro moderata al pianoforte a cui segue un ritmo jazzato su cui si innesta un ritornello di facile presa, un passaggio andata e ritorno dalla fisarmonica alla chitarra, il cui gioco solistico caratterizza l’intera traccia.

La seguente, lunga, “No border” (oltre sette minuti) propone un mood fatto di deciso spleen e immagino che il titolo faccia riferimento alla necessità di abbattere le differenze e i confini che caratterizzano l’umanità.

L’accordion divide il ruolo da protagonista con il pianoforte, a cui viene lasciata piena libertà di azione, tra modello classico e fuga verso il ritmo jazzato.

Un concentrato di situazioni - e conseguenti emozioni - che si susseguono.

Ioanna Music Company” è un altro lungo episodio (7.23).

Virata verso il funky che deriva nel free jazz, sax sugli scudi e sezione ritmica pazzesca: non è certo questa una spinta al “ballo tradizionale” ma l’esplosione di dinamicità è contagiosa. Un esempio di come la fisarmonica possa dare un apporto incondizionato in ogni situazione e filosofia musicale.

Postcard from dreamland” è il brano più breve (1.56) e propone qualcosa di differente: andamento lento, romantico, potenziale colonna sonora da film, sembra solo aspettare un testo per potersi trasformare in “canzone”.

Magnifica!

Con “Momento” si approda alla tradizione popolare spinta, quella che dalle nostre parti significa balera, gioia della festa, unione degli spiriti e dei corpi.

Il clarinetto si inserisce in modo innovativo nel percorso, perché partendo dal concetto di “ballo liscio” disegna melodie variegate attraverso virtuosismi di primissimo piano, su tempi e ritmi davvero complicati.

Con “Samu” si arriva alla traccia più lunga (7.38).

Non mi è dato di sapere a chi è rivolta la dedica, ovvero a chi si è ispirato Ioanna, ma è certo che la malinconia pervade il pezzo, che vede ancora in primo piano l’armonica come “driver”, con una separazione tra sezione intimistica e jazz.

L’atmosfera è quella che forse più si addice al momento e la tipica reinterpretazione dell’ascoltatore, soprattutto in assenza di liriche, potrà condurre in qualsiasi spazio e tempo, riportando alla memoria immagini di vita vissuta, speranze, rimpianti e una luce rivolta al futuro.

A seguire “Carioanna”, una samba velocissima, un duetto tra piano e accordion, un pezzo di bravura in cui dalla sezione ritmica - fondamentale in queste situazioni - si distacca il basso per un assolo significativo. Musica, uguale gioia!

Il titolo “Etnies” precede il concetto di “viaggio” che ritroviamo musicato, oltre cinque minuti di sonorità dal tempo cadenzato e costante, un sapore orientaleggiante, un incedere ombroso e faticoso, concetti che sembrerebbero difficili da decodificare ma che traspaiono netti ad un attento ascolto.

Una carovana in viaggio, verso l’ignoto, in fuga dal conosciuto, per nulla confortevole.

Cafè da manha” presenta uno scorcio di Sud America, bossanova e generico smell di trama “latina”, ritmo abbordabile per la voglia di dare sfogo alla necessità di ballare senza troppo impegno. E se su questo tappeto nobile lasciamo danzare una fisarmonica “impazzita” l'appagamento da ascolto arriva incondizionato.

A conclusione troviamo “Ablò”, l’unica traccia estranea a Ioanna e attribuita a Eric Capone, mani da tastiera del quartetto.

Con questo attimo di nostalgia Carmine Ioanna chiude il suo album, un saluto in attesa del prossimo impegno, un chiudere gli occhi dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro, la fine di un viaggio con l’incognita del risultato.

Per questa fermatura del cerchio arriva la delicatezza propositiva, un cammino in pantofole, un parlare sottovoce che intenerisce e lascia spazio a differenti interpretazioni.

Un lavoro sontuoso, una miscela di arie musicali e di tempi che simboleggiano il percorso della vita, l’incedere tortuoso e il sollievo derivante dalla creazione e dall’ascolto di melodie sofisticate e al contempo alla portata di tutti, una descrizione del nostro cammino esaltata dal drammatico momento contingente, un contenitore sonoro figlio di questo tempo e perciò irripetibile.

Ma senza tanti sforzi e voglie di comprendere la genialità di questo team, sarà sufficiente lasciarsi andare ad un ascolto libero e scevro da pregiudizi… il piacere arriverà incondizionato, ripetibile ad ogni nuovo ascolto.

Hanno suonato: Carmine Ioanna (fisarmonica); Gianpiero Franco (batteria); Eric Capone (pianoforte e tastiere); Giovanni Montesano (basso e contrabbasso).

Guests: Sophie Martel (sax soprano); Francesco Bearzatti (sax tenore e clarinetto); Gerardo Pizza (alto sax); Daniele Castellano (chitarra).


La tracklist

1-Sospeso

2-Courtain up

3-No border

4-Ioanna Music Company

5-Postcard from dreamland

6-Momento

7-Samu

8-Carioanna

9-Etnies

10-Cafè da manha

11-Ablò


“Ioanna Music Company” è stato composto da Carmine Ioanna, ad eccezione di “Ablò” di Eric Capone.

Registrato al Teatro Adele Solimene, Montella, (Avellino), da Sophie Martel. Masterizzato e mixato al Capone Studio a Champ sur Drac, Grenoble, Francia.

Foto: Roberto Flammia.

Cover painting: Romero Pasin. Grafica: Marina Barbensi.

Prodotto da I.M.C. per Abeat Records.

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ioannamusiccompany@gmail.com