mercoledì 5 febbraio 2020

Intervista a Fabio Garante in occasione dell'uscita del suo ultimo album, "Freedom"


È uscito il nuovo album di Fabio Garante, "Freedom”.
Per saperne di più ho indagato un po' utilizzando qualche domanda mirata…

Partiamo dalla tua storia: che tipo di formazione hai avuto e come sei arrivato al tuo strumento, la chitarra?

Allo strumento non sono arrivato prestissimo, l’ho notato comunque quando avevo circa 10 anni, diciamo che quando vedevo un gruppo suonare mi focalizzavo sul chitarrista; ho giocato a calcio per molti anni e dopo varie rotture (intendo proprio ossa) e altro ho deciso di cambiare radicalmente vita dedicandomi alla musica (che comunque ho sempre ascoltato e apprezzato). A quel punto ho imparato i primi accordi  - come accade a tutti - da un amico, ma quasi subito ho cercato di fare le cose molto seriamente (ho la testa dura e non faccio le cose tanto per fare, quindi se mi pongo un obiettivo  lo perseguo con la massima serietà), cosi sono andato a lezione private da un vero insegnante, Emanuele Zullo, che ha dato il la a tutto e ha visto in me tanto impegno e dedizione, cosi abbiamo deciso di preparare l’esame di ammissione al conservatorio dove mi sono laureato. Successivamente sono andato a lezione da Massimo Varini, di cui sono diventato tutor didattico, poi ho studiato e studio anche con Alex Stornello presidente MMI di cui sono insegnante abilitato: ho fatto mille cose… clinic ,masterclass ecc… (potrei andare avanti per ore) e studio notte e giorno quando gli impegni live e le scuole dove insegno lo permettono; chiaramente lo studio dello strumento accompagna per tutta la vita un musicista o cantante.

Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali, gli artisti che hanno influenzato la tua crescita?

Musicalmente i miei punti di riferimento sono tantissimi, amo tutti i generi o quasi (quando fatti bene) e amo suonare di tutto, anche se spesso il mio variare è legato ad esigenze di lavoro. Il primo chitarrista che mi ha fatto pensare alla chitarra fu Brian May, poi una volta scoperto Slash è stata la fine, da lì non ho più pensato ad altro; in generale posso farti tantissimi nomi, Steve Vai, Joe Satriani, Guthrie Govan, Paul Gilbert, Frank Gambale, Clapton, Angus Young, Malmsteen, Joe Perry, Jimmy Page, e tantissimi altri… potrei andare avanti ore. In realtà la crescita è continua, ovviamente, e in nomi sono sempre in aumento; ho nominato solo chitarristi, ma la mia crescita è stata ed è influenzata anche da strumentisti e cantanti che esercitano altro ruolo.

Una domanda che riservo sempre ai chitarristi riguarda il rapporto stretto con lo strumento, spesso un vero prolungamento della persona, impossibile da far capire a chi non ha certe passioni: che relazione esiste tra … TE e LEI, quando la ribalta si spegne?

Eh… il nostro è un rapporto molto intimo, è lo strumento con il quale riesco a parlare e dare emozioni… non saprei farlo in altro modo, “strumento” è riduttivo, sto con lei 24 su 24 ed è un amante gelosa, come la musica, credo sia il contatto tra me e la mia anima, è quasi una droga, ma al contrario delle droghe fa bene!

Potresti sintetizzare la tua progressione professionale? Quali sono le maggiori soddisfazioni che hai ottenuto sino ad ora?

Guarda in realtà la soddisfazione arriva ogni giorno migliorando sullo strumento; a livello professionale ho avuto grandi gratificazioni e spero di averne sempre più. Qualche esempio: ho suonato con Bobby Solo sia nel 2014 che nel 2019 in giro per l’Italia, suono con Gianni Drudi (live e studio) da ormai tanti anni girando tutta la penisola,  e poi vari tour con altre band, la vittoria dei Sanremo Awards con gli Assenzio, il tour in Inghilterra con Ruggero Ricci, tantissime collaborazioni live e in studio, la vittoria a gli "Akademia Music Award" PER IL MIGLIOR BRANO POP ROCK A LOS ANGELES, e tanto altro insomma. Diciamo che fare dischi propri che poi vengono apprezzati un po’ in tutto il mondo rappresenta una delle più grandi soddisfazioni che ho avuto.

Parliamo del tuo nuovo album, il secondo da solista, uno strumentale dal titolo “Freedom”, che all’impatto porta a pensare che l’anima del disco possa essere la libertà espressiva: che cosa contiene realmente?

Realmente contiene emozioni, la libertà espressiva per me è fondamentale (almeno nei miei lavori da solista); non amo etichettarmi con un genere, infatti se ascolti il disco c’è di tutto, dal Metal alle ballad, al blues, al jazz, al funk, al punk, al rock, hard rock, fusion ecc..; inoltre credo che la libertà  mentale sia una delle cose più importanti che ci siano, non amo le regole o le imposizioni, vivo la vita a modo mio (chiaramente nel rispetto degli altri), e credo che un disco strumentale sia come un quadro astratto, l’ascoltatore ascolta la traccia e si fa il suo viaggio in base alle sue sensazioni: anche quella è libertà…

Chi ti ha accompagnato nel viaggio realizzativo?

I brani sono stati scritti interamente da me, con batterie e basso (oltre alle chitarre ovviamente) fatti da me; poi, una volta finite le composizioni, ho deciso di far registrare il basso a Paolo Succo (direttamente da Londra) e la batteria a Mattia Saravo, quindi in definitiva è un disco in power trio.

Esiste un legame concettuale con il tuo precedente progetto, “About Me”, uscito nel 2017?

Il legame direi che è la mia necessita di esprimermi come artista solista (oltre che in progetti di altri), di condividere sensazioni ed emozioni che hanno la necessita di uscire dal mio corpo, non è un vezzo, è proprio una mia necessità. Il primo disco e il secondo sono in realtà molto diversi, sia come realizzazione sia dal punto di vista musicale, e penso che ciò sia dovuto anche alla mia crescita musicale e al fatto che il secondo lavoro si porta dietro   anche l’esperienza del primo.

Che cosa pensi dell’utilizzo delle liriche per facilitare la divulgazione del messaggio personale? Sei possibilista se pensi ad un futuro utilizzo delle parole nel tuo lavoro?

Beh, sono a favore delle liriche, in generale adoro i testi scritti bene e profondi; nei miei lavori chitarristici direi di no, lì chi parla è la chitarra, ma sono aperto a tutto, quindi in altri progetti perché no, il tutto parallelamente ai dischi strumentali; in realtà ho una marea di idee in testa da realizzare, ma credo che una vita sia troppo breve per concretizzarle tutte!

Come pubblicizzerai “Freedom”?  Sono previsti concerti o presentazioni dedicate?

Sì, un disco strumentale è più difficile da portare in giro, soprattutto in questo paese dove la cultura musicale ormai è inesistente, in tutti i casi farò più concerti/presentazioni possibili ovviamente, non svelo nulla per scaramanzia ma rimate sintonizzati su tutti i miei social.

Cosa c’è dietro l’angolo della casa musicale di Fabio Garante?

Dietro l’angolo ci sono concerti in giro per l’Italia con Gianni Drudi e altri - oltre ai miei ovviamente -, ci sono giornate piene di didattica nelle scuole dove insegno, c’è l’obbiettivo di migliorarsi sempre più e suonare il più possibile, poi ci saranno altri dischi e tantissime altre cose, insomma ci sarà tanta chitarra e tanta musica! Rimanete sintonizzati e seguitemi sui social, e per chi volesse una copia fisica del mio nuovo disco basta scrivermi in privato, se no si trova su tutto i digital store!

Ascoltiamo un frammento del suo lavoro:


L’album è disponibile in digitale su tutti gli store mondiali (Spotify ecc..), e sono disponibili le copie fisiche (cd), per averne una basta scrivermi in privato (skoda2606@hotmail.it)