lunedì 2 luglio 2018

GOAD-“LANDOR"


GOAD-“LANDOR"
Black Widow Records 

Ritornano i GOAD, ritorna Maurilio Rossi, l’artefice di questo progetto incredibile che nasce moltissimi anni fa, quando la musica progressiva era il punto di riferimento per miriadi di giovani.
Sono passati lustri ma l’impegno della band toscana non è scemato, e la capacità creativa si è andata sviluppando con intensità crescente e prolificità inusuale.
Il disco che presento oggi, “Landor”, era già in cantiere un paio di anni fa, quando veniva rilasciato “The Silent Moonchild”, e mentre scrivo queste righe è in corso di lavorazione un doppio album di inediti, a sottolineare come la “macchina Goad” sia un mezzo potente e inarrestabile.
Maurilio ha chiacchierato con me virtualmente, e tutti i dettagli e le curiosità sono fruibili nell’intervista a seguire, mi limito perciò a fornire il mio sentimento da ascolto.

L’idea nasce e cresce a seguito della lettura di “BREVITIES”, del poeta inglese Walter Savage Landor - morto a Firenze -, un pugno di epigrammi che colpiscono l’autore per la grande qualità concentrata in uno “spazio ridotto”, particolarmente adatto alla trasposizione musicale.
Seguire il filone letterario è cosa frequente nella proposta dei Goad, come accadde con il tributo a Edgar Allan Poe, testimoniato dal bonus Cd presente nella confezione, un bellissimo live del 1995 registrato a Firenze.
In questa occasione ne scaturisce un’opera rock di circa 50 minuti, un lavoro concettuale che crea un bridge tra il passato e l’attualità, cosa sulla carta relativamente semplice se si pensa che la materia base è costituita da elementi eterni, come l’amore e il passaggio tra la vita e la morte, con il mistero che deriva dalla non certezza, controbilanciata solo dalla fede.
Tutto semplice a parole, ma fornire sonorità al nostro ciclo vitale, “disegnare” in  maniera efficace trame che evidenzino i nostri stati d’animo mutevoli nel tempo non è fatto banale, perché nulla ha a che vedere con la tecnica e le competenze strumentali: ci vuole cuore e al contempo razionalità.
La musica è musica anche se priva di liriche. Un brano musicale, per essere certificato tale, non ha bisogno di parole.
Al contrario un mero testo, seppur divino, potrà essere definito in modi disparati ma non certo “canzone”.
L’alchimia dei GOAD, a maggior ragione in questo disco, eleva a sublime atto ogni singolo abbinamento tra il verbo e le molteplici atmosfere, e l’ascolto di “Landor” ci trasporta in una dimensione inaspettata, a volte poco chiara, altre una sorta di déjà vu in cui ci si sente a proprio agio, ma una certa angoscia permea l’intero percorso perché, brano dopo brano, uno specchio si erge ed un libro dei ricordi si schiude, e ci si ritrovano le storie personali, le delusioni, gli amori, ed una vita che, troppo breve, è rimasta alle spalle con fasi alterne, quasi mai completamente soddisfacenti.
La musica dei GOAD racconta tutto questo anche nel modus strumentale, perché il mood cangiante si presta alla modulazione degli stati d’animo, e in tutto questo, come ho già avuto modo di scrivere in passato, riconosco la tragicità e il realismo di hammilliana memoria, ma certo è che la voce di Maurilio Rossi è davvero unica, capace di porre gli accenti ai nostri sentimenti cangianti.
Landor” è un album colto, dalle sonorità accattivanti, capace di toccarti e stordirti, e trovare un’etichetta per l’incasellamento del genere appare lavoro inutile e superato.

Maurilio Rossi ha soddisfatto le mie curiosità, e ne è uscito uno scambio di battute icastico e utile alla comprensione.



Esattamente due anni fa, in occasione dell’uscita di The Silent Moonchild”, mi dicesti come fosse già in fase di registrazione “Landor”, rilasciato in questi giorni: da dove arriva tanta prolificità?

Dal fatto che compongo musica da quando ero un ragazzetto: ancora non avevo imparato nulla di quest’arte ma sentivo mille idee che volevano “uscire” allo scoperto… per riuscirci ho dovuto sottopormi a un durissimo lavoro di sacrificio perchè NIENTE salta fuori già pronto come… Atena dalla testa di Zeus… adesso è un fiume in piena!

E allora raccontami tutto di questo nuovo lavoro, che fa riferimento allo scrittore inglese Walter Savage Landor…

Dalla lettura di un libretto, “BREVITIES”, di epigrammi in inglese di questo poeta di cui avevo visto la modesta tomba qui a Firenze: la loro musicalità e concisione mi hanno subito colpito e la composizione nelle linee guida armoniche è venuta fuori in pochissimi giorni.

Possiamo parlare di un album concettuale?

Sì, volevo proprio un concept album in cui lo sviluppo del discorso musicale segue le liriche di Landor, dal contenuto eterno: amore, la morte che incede, la perdita dei sogni, la serenità nell’accettare la sorte umana..

Si differenzia dai vostri altri lavori o possiamo parlare di una buona continuità?

Si differenzia nella scelta voluta fortemente della semplicità esecutiva e nella stesura della strumentazione limitata come fosse registrata dal vivo. D’altronde molte parti sono davvero eseguite in studio dal vivo e poi integrate e corrette.

Ci sono novità sulla formazione che ha contribuito alla realizzazione del disco?

Questa volta ha avuto maggior spazio Alessandro Bruno con molteplici strumenti, dalla slide guitar al mandolino, dal flauto all’oboe e al flauto, come già Francesco Diddi, membro storico polistrumentista. In più hanno suonato in coppia due drummers storici dei Goad, Paolo Carniani ed Enrico Ponte. Come pianista aggiunto nel brano “Defiance” ha suonato il formidabile fonico e musicista Freddy Delirio (Death SS-Harem etc.)

In realtà i CD sono due, e a “Landor” è abbinato un bonus Cd che riporta ad un live del 1995: mi spieghi la scelta e i contenuti?

Tutto è nato da quel lavoro su Poe e dal successivo live nel luglio 1995. Fin dal 1992 lavoravamo su quel progetto, con attori, mimi, ballerini; con il polistrumentista Marcello Becattini - un vero maestro ed un amico - proponemmo lo spettacolo, con maschere e proiezioni, in giro per la Toscana in mostre d’arte, Università, locali di ogni tipo! Poi decisi di trarne l’album “Tribute to E.A.Poe” e il giornalista Donato Zoppo mi contattò e scrisse su quell’album… tutto iniziò da lì...


Particolarmente bello l’artwork: come è nata l’idea?

Sono foto originali della fotografa Cristiana Peyla, che ha trovato ispirazione in un teatro esoterico costruito vicino a Firenze  da un formidabile personaggio, professore universitario e scrittore di libri importanti anche in lingua inglese, Mariano Bianca. Questi ha forgiato opere in marmo che arricchiscono quel particolarissimo teatro che sembra situato in un altro pianeta!

Ci sono particolari dettagli tecnici che si possono evidenziare per gli ascoltatori più esigenti?

Abbiamo usato strumenti acustici ed anche vecchi effetti molto Vintage, come il “Viscount EFX_1” per le chitarre elettriche e, come scelta stilistica, per rendere al meglio l’idea della ispirazione immediata delle melodie, abbiamo in taluni brani sovrapposte le voci soliste originali a quelle definitive!

Qualche parola su etichetta discografica e distribuzione…

La Black Widow Records rimane referente unica per le produzioni GOAD, in questo caso come promoter e distributrice dell’album.

Avete previsto qualche presentazione di “Landor”?

Vedremo. Se sarà accolto bene faremo di certo un “Live-Act”; a tal proposito considera che, per le solite ragioni di generale crisi della musica colta in Italia e altrove, da tempo ci siamo concentrati sulle registrazioni in studio e  già stiamo concludendo un doppio album tutto inedito su un altro poeta molto famoso anglosassone... ti dico solo che ci hanno fatto un film recentemente…


Track List:
1. Written on the First Leaf of my Album
2. On Music
3. To One Grave
4. Bolero
5. Goodbye, Adieu
6. Life's Best
7. Where are Sighs
8. Decline of Life
9. An Old Philosopher
10. The Rocks of Life
11. Defiance
12. Brevities
13. Evocation

BONUS CD:
Tribute to Edgar Allan Poe Live at "Parterre" Florence, July 1995

GOAD:
Maurilio Rossi: Vocals, Bass, Nylon and Electric Guitar, Keyboards
Alessandro Bruno: Slide, Classical & Electric Guitar, Mandolin, Sax, Flute, Oboe, Violin
Paolo Carniani: Drums
Enciro Ponte: Drums
Freddy Delirio: Sound Engineer, Additional Piano