Il luogo è Borgoratto, nell’alessandrino, terra natia del Maestro Franco Taulino, l’uomo che,
nel tempo, ci ha permesso di vedere eventi da far luccicare gli occhi.
In questo caso siamo ospiti di un
paesino di 600 anime, fascinoso e ammaliante, che fa immaginare una qualità della
vita invidiabile, una dimensione a misura d’uomo che apparentemente stride con
il rock che sta per arrivare.
Prendo come simbolo i due Martin di serata, Barre e Grice. Cosa
hanno in comune?
Intanto sono nati nello stesso
paese, l’Inghilterra, e in modi e tempi diversi hanno partecipato attivamente
alla costruzione delle fondamenta del rock - evito tutte le categorie possibili
- e continuano a regalarci, sul palco e oltre, prova della loro maestria.
Condividere la patria e i successi
musicali vuol dire molto!
Martin Barre è stato il guitar hero dei Jethro Tull, per svariati lustri, sino
a che il padre padrone Ian ha dato via alla rivoluzione, probabilmente l’ultima.
Martin Grice, fiatista, dopo aver vissuto la Londra di
fine anni ’60 - tra Bill Wyman e Jimi Hendrix - ha legato per sempre il suo nome
ai nostrani Delirium, di cui è ancora colonna portante.
Perché mi dilungo su parte dei
protagonisti della serata benefica del 20
luglio? Beh, è giusto sottolineare la caratura degli eventi che Taulino
riesce da sempre a creare da queste parti.
Beneficienza, quindi, come
elemento traino, in questo caso si parla di aiutare il LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori:
cos’altro aggiungere!
La dimensione è quella della sagra
di paese, una festa dove il cibo di qualità unisce la gente, in attesa del
concerto fantastico, nella speranza che il cielo minaccioso lasci vivere il
momento magico, nel ricordo di quanto accaduto qualche anno fa ad Oviglio - a pochi
chilometri di distanza - con gli stessi protagonisti, e un temporale che minò -
ma non impedì - la performance delle band.
Si introducono da soli, nel medley
video a seguire, dando subito dimostrazione del loro affiatamento e provocando
nel pubblico la voglia di partecipare.
La musica dei P.F. è tra le più riprodotte e ricercate dall’audience, ma occorre
una particolare sensibilità - e gusto musicale - per ricreare le atmosfere
sonore che hanno da sempre caratterizzato il gruppo inglese, e gli OTW si dimostrano all’altezza della
situazione, con il tocco in più del già citato Martin Grice.
Li rivedremo tra pochi giorni a
Genova, al Porto Antico Prog Fest… ma nell’attesa ascoltiamoli a Borgoratto.
E arriva il momento topico. Chi
come me segue da tempo la Beggar’s Farm sa che non esiste di meglio per
riproporre la musica dei Jethro Tull e, soprattutto, per mettere a proprio agio
tutti i grandi ospiti che periodicamente si succedono sui loro palchi: alte
skills e amore per la cura dei dettagli, una situazione operativa che fa la
differenza, in tutti i campi.
In questo caso mi viene da dire
qualcosa in più, visto che poche ore prima avevo pubblicato il commento di un
vecchio fan dei JT, susseguente ad un recente concerto italiano di Ian Anderson
& Friends. Chiosa sardonica basata sul fatto che catturare uno dei
tanti volti di Ian non provochi più alcuna emozione, e tra i tanti motivi c’è
sicuramente il repertorio limitato e sempre uguale, calato sulle attuali possibilità
vocali di sua maestà Mister Anderson.
Di sicuro non si può parlare di
monotonia nel caso delle proposte incluse nei set della Beggar’s, giacchè certi brani
sono davvero delle chicche (a fine post è possibile prendere visione della
scaletta).
Si varia in modo ampio tra i vari
album dei JT, andando a toccare atti davvero inusuali, come accaduto con Steel Monkey e, soprattutto, Sealion, voluta fortemente dal
chitarrista acustico e vocalist Mauro
Mugiati.
Ricordo gli altri elementi della
band: Sergio Ponti alla batteria, Kenny Valle alle tastiere, Daniele Piglione al basso e Brian Belloni alla chitarra elettrica,
accanto, in questo caso, ad un Martin Barre
in perfetta forma, che proporrà anche alcuni suoi brani con l’intervento della bravissima Paola Gemma - con cui mi scuso per la mancata testimonianza video -, altra vocalist della
Beggar’s Farm.
Martin si muove come un
adolescente e ci riporta indietro nel tempo, con svisate di antica memoria che
potrebbero far cadere qualche lacrimuccia.
Per un breve spazio il
tempo si ferma e un’intera vita scorre davanti rapidamente… un film che va oltre il mero
elemento musicale.
Che dire della Beggar’s… grandi
musicisti, grandi professionisti, grandi appassionati di musica, con un leader
capace di condurre in porto la nave, in qualsiasi condizione.
Ma forse, anche in questo caso, l’ascolto
può semplificare le cose.
Il concerto è finito, qualche foto
di rito per ritornare fanciulli e qualche saluto sincero e sentito.
Il pubblico scema lentamente
mentre arrivano le prime gocce di pioggia… la serata perfetta, per una volta baciati, questa volta, dalla
fortuna!