Sono tanti i talenti
puri che si muovono nell’area savonese. Parlo di musica, ovviamente.
Mi riferisco ad un
pool di giovani e meno giovani che in altri tempi e in altri luoghi sarebbero
diventati miti del rock, del blues, del jazz, del folk, del prog e del pop. E mi viene da pensare... è un'era sbagliata, manca per quasi tutti la giusta visibilità, quella
che spetterebbe di diritto a chi ha qualcosa qualcosa in più per grazia ricevuta: il contesto non permette più di esplodere col solo
talento, come capita in quasi tutti i mestieri, e la musica è considerata
un hobby, un qualcosa in più da mettere in mostra, ma da tenere ben separata
dalle "cose serie"!
La visibilità di cui
parlo è una cosa necessaria, perché il musicista che crea deve anche
condividere, il più possibile. E’ questo il suo scopo.
Sono davanti a Lorenzo Piccone che presenta il suo nuovo album, “Soul Searching”, e siamo
alla Ubik di Savona, salotto nobile
della città, per i contenuti che solitamente propone.
Lo scenario che si
presenta è di una bellezza unica per gli “ammalati” di musica come io sono, perché
lo sfondo della scena è carico di strumenti musicali, perlopiù sconosciuti ai
presenti.
Alle spalle di
Lorenzo trovano posto le cose più “semplici”, dalla chitarra alla mandola,
passando per il bouzouki e la lap steel guitar, arrivando alla resofonica.
Alla sua destra un
banchetto con su il prodotto di un liutaio locale, un maestro, Giuliano Calcagno, che mette in mostra
tutta la sua arte abbinando la qualità agli aspetti estetici e innovativi,
inventando cose che credo non abbiano uguali. Sarà lui stesso a raccontarsi nel
video a seguire.
Alla sinistra di
Piccone si trova Rosi Marsala, che
dipinge mentre Lorenzo suona, e la sua mano educata scorre sullo sfondo,
visibile a tutti, alle spalle del musicista. Anche lei si presenta da sola nel
video.
Ma non è una vetrina
fine a se stessa, perché esiste la connessione, lo scambio delle arti, e il
buon Lorenzo, tutto quel ben di Dio non si limita solo ad osservarlo, ma lo
suona pressochè in toto, e la performance si
trasforma in una seduta didattica, un momento formativo in cui i presenti
apprendono qualcosa di più. Sono rimasto molto colpito dall’insieme.
Ritorno a bomba.
Lorenzo Piccone appare ai miei occhi un alieno, capace di destreggiarsi con
ogni “attrezzo”, giocando su echi e riverberi, mettendo in campo una voce
incredibile, coinvolgendo i presenti, proponendo ritmi e musiche lontane dalla
nostra cultura, regalandoci la sua anima e i suoi segreti, trasferendo i suoi
racconti musicali a chi lo sta ascoltando con attenzione.
Lo guardi
concentrato sulle sue dite che muovono, entrambe, nel senso giusto, mentre la
voce, a volte calda e altre graffiante, si diffonde nella sala, e gli aspetti
visual si miscelano all'essenzialità e… si ritorna al senso della musica,
quella che ti fa stare bene, che non ha bisogno di incasellamenti, che
distrugge ogni barriera e procura gioia e voglia di partecipare.
Ah Lorenzo! Un po’ prima
dovevi nascere!