Accade a molti di “risvegliarsi” dopo lustri e proporre ciò che da tempo era celato in un cassetto.
La svolta passa spesso attraverso
attimi casuali, opportunità non cercate, incontri non voluti, quelle sliding
doors di cui si sente spesso parlare. E così ci si ritrova nella piena maturità
a scrivere libri, dipingere, cantare canzoni, creare sculture, provare la via
del palco. E’ come se la tanta energia accumulata nel tempo all’improvviso
chiedesse una fessura, anche minima, per poter fuoriuscire. Magari ci si rende
conto che il tempo a disposizione si riduce sempre più, o forse giova il fatto
che le barriere psicologiche - i pudori e i freni che caratterizzano la prima
età -, ad un certo punto della vita, vengono azzerate.
Tutti possono tutto, non ci sono
preclusioni per chi vuole cimentarsi in uno dei tanti campi artistici, grazie
anche alla tecnologia, ma in mancanza di talento gli exploit sognati diventano
un “una tantum”, perché senza competenze la maschera creata cade al primo
movimento azzardato, e se dietro non c’è sostanza le velleità personali
scemeranno facilmente.
Non ci sono dubbi sulle skills di Patrizia Macchia,
mia concittadina, amica di infanzia, ritrovata dopo molti lustri sotto una
veste completamente nuova, quella della pittrice. Ma a ben vedere i suoi
interessi spaziano in campi diversi tra loro, contenitori in cui primeggia,
come testimoniano i continui attestati di gradimento della critica ma, soprattutto,
dei tanti savonesi che la spingono nella sua impegnativa attività quotidiana,
quella di cui racconta nello scambio di battute a seguire.
Questo spazio è quello che mi permette
di parlare di musica in totale libertà, ed è proprio un elemento musicale preciso
quello che mi ha spinto a intervistare Patrizia (con il cui fratello Paolo
iniziai a suonare da adolescente): un volto di David Gilmour, sezionato, diviso a metà, l’immagine della
giovinezza contrapposta a quella attuale.
Beh, l’arte di Glimour, per fortuna,
non ha atteso molto per palesarsi!
Ci conosciamo sin dall’infanzia ma è
solo negli ultimi anni che ho scoperto la tua vena artistica: che cosa mi ero
perso?
Ci siamo conosciuti da bambini, è vero e, già allora c’era in
noi una… vena artistica. Ricordi? Poi gli anni ci ingoiano, diventiamo adulti,
diversi ma sempre noi; cosa ti sei perso? In questi
anni quella vena artistica, tenuta dentro per tanto tempo, è finalmente
scoppiata, lasciando… magicamente e indelebilmente evidente traccia sulle mie
tele.
Mi racconti su cosa si focalizza la
tua attività, visto che non ti occupi solo di pittura?
Non mi occupo esclusivamente di pittura (anche se non
abbandono mai il pennello), scrivo infatti poesie e racconti pubblicati su
antologie e riviste culturali e amo fotografare ogni cosa o persona che catturi
il mio sguardo. Creo inoltre i “miei bijoux” originali e unici perché frutto
della mia fantasia… ah, scordavo, personalizzo anche ricette di cucina, adoro
propinarle agli amici durante le mie cene!
Che tipo di soddisfazioni hai ricevuto
sino ad oggi, e non parlo solo di riconoscimenti ufficiali?
Ho avuto molte soddisfazioni fino ad oggi, oltre ai premi e
riconoscimenti ricevuti a mostre e concorsi, e ne sono fiera, ma la
gratificazione maggiore mi arriva dalle tante persone che, non solo mi
lusingano con commenti positivi, ma scelgono la “mia arte” per le loro case,
studi ed uffici… è come rimanere per sempre accanto a loro… con un pezzetto di
me!
Mi pare che tutto ciò ti impegni
molto: possiamo considerare la tua un’attività a tutti gli effetti, che supera
gli aspetti ludici?
Sicuramente tutto ciò che faccio mi impegna ma mi soddisfa
molto, è diventato oggi il mio piacevolissimo lavoro. Sai, ogni volta che vedo
la mia tela bianca prendere forma e colore è come veder nascere un nuovo fiore,
una nuova canzone, una nuova idea… ogni volta insomma, una emozione nuova!
Come hanno reagito all’interno della
tua famiglia? Ti hanno incoraggiata?
Vuoi sapere le reazioni della mia famiglia? FELICE UNO… FELICI
TUTTI E TRE! Oggi che la mia mamma non c’è più, è grande il vuoto che ho nel
cuore, era orgogliosa di me e anche la mia critica numero uno! I miei “amori”
mi supportano, mi seguono, mi aiutano molto, siamo una vera squadra. Sono loro
la fonte della mia ispirazione, il mio input, la mia meravigliosa realtà.
Tra i tuoi ritratti molti
rappresentano miti del rock e dintorni: che rapporto hai con la musica in
genere?
Come ben sai, sono
cresciuta con mio fratello batterista, appassionatissimo di musica, insieme
abbiamo mangiato pane e Deep Purple, Genesis, Pink Floyd, Toto e Dire Straits;
l’emozione dei primi concerti, i sacchi a pelo, le chitarre sulla spiaggia, e
ancora i baci in auto con le canzoni di Battisti e Baglioni… bei ricordi!
Il mio rapporto con la
musica è lo stesso di allora, quando mio marito mi ha conquistata cantando John
Denver, James Taylor, Jim Croce, Cat Stevens e Neil Young… e mio figlio che,
già da bambino, mi faceva piangere di gioia, suonando una chitarra più grande
di lui!
La musica, passione irrefrenabile, denominatore comune della
mia famiglia!
Sono rimasto colpito dal tuo “David
Gilmour” diviso a metà: come è nata l’idea?
Tra i numerosi ritratti dei miti della musica hai notato David
Gilmour. Mi hai detto: “Bella idea, farlo
così”. Bella sì ma non è mia; in verità è stato mio figlio a mostrarmi una
foto di David in cui era ripreso nelle due età… l’ho trovata originale et
voilà… è nato il ritratto.
Tu hai una sorta di mostra permanente
nel Caffè dei Mille, a Savona: che tipo di collaborazione avete instaurato?
Da settembre 2017 ho
avuto la grande opportunità di esporre permanentemente i miei quadri nel nuovo
“Caffè dei Mille”, grazie a Giusy e Paolo, amici miei e titolari del bar, con i
quali si è rafforzato un rapporto di affetto fiducia e stima.
Nel loro allegro
baretto, dove c’è sempre musica, oltre alla loro cordialità si possono gustare
colazioni speciali con torte fatte in casa e golosi marocchini di Paolo,
inoltre Giusy sa prendere per la gola con i suoi straordinari piatti!
Hai mai pensato, con un pò di rimpianto, che avresti
potuto iniziare prima?
Se mi domandi se ho avuto rimpianti per aver iniziato
tardi a dipingere, la risposta è no, perché prima di essere felice davanti ad
una tela sono stata molto felice e realizzata davanti al miracolo della mia
vita!! Dopo moltissimi anni di attesa nasceva il mio bambino, il mio scopo di
vita e, grazie al destino e al mio fantastico, marito ho avuto il privilegio di
fare la mamma a tempo pieno catapultandomi, con tutto l’amore possibile, nella
più spettacolare impresa che potessi sognare!
Lasciati andare e prova ad aprire il libro
dei tuoi sogni: cosa vorresti realizzare nel futuro prossimo?
Vuoi proprio sapere cosa ancora vorrei
realizzare nel mio prossimo futuro?
Le esperienze vissute sono piccoli sassi
che, accumulati nel tempo, formano la scogliera che siamo…ecco io devo molto
alla vita, non ho da chiedere nulla di più, se non la salute, la voglia e
l’entusiasmo di continuare questo mio viaggio provando le stesse emozioni e
regalando sorrisi per fare ciò che amo di più, e come quella forte scogliera
accogliere le onde… mettendoci sempre il cuore,
com’è nel mio stile!