domenica 13 settembre 2015

PROG TO ROCK, Torino, commento alla 1° giornata


E’ andata in scena ieri la 1° giornata del PROG TO ROCK,  festival dedicato alla musica progressiva, organizzato a Torino dall’Associazione Culturale Bottega Partigiana in collaborazione con Spazio 211.
Evento collocato nel secondo fine settimana di settembre (11/12/13) con un menù davvero invitante per gli amanti del genere.
Il commento è ovviamente riferito alla mia testimonianza diretta, relativa solo a venerdì 11, giorno in cui si tiene a battesimo l’avvio del nuovo corso dei Trip di Pino Sinnone.
Nella lettura del comunicato lo Spazio 211 veniva presentato così:

Una location storica in cui si esibiscono da anni band nazionali e internazionali: Spazio 211 in via Cigna 211. Due palchi: uno esterno e uno interno. Uno spazio out-door il pomeriggio e uno in-door la sera”.

E in effetti il luogo si è dimostrato multifunzione e particolarmente adatto a manifestazioni musicali e aggreganti, con l’unico neo tecnico rappresentato dalla ridotta dimensione del palco interno, sulla carta ingestibile al cospetto di quattro set differenti, ma la buona volontà e la perizia dei tecnici ha fatto sì che tutto abbia funzionato e la gente -elemento basilare- abbia apprezzato.
Certo è che l’inizio faceva presupporre un po’ di difficoltà, e la marimba di Alan Brunetta (La Stanza di Greta) e l’hammond di Paul Silver (The New Trip)… incutevano un po’ di timore!
Il parco dello Spazio 211 è ampio  e ha dato la possibilità di allestire la zona “liuteria” e merchandising di settore (Black Widow e Ma.Ra.Cash), punti di ritrovo utili all’interscambio.

Quando la musica va in scena il palco interno diventa la maggior attrattiva.
Iniziano gli AriA, band di lungo corso di cui non avevo mai sentito parlare, ed è questa la prima piacevole sorpresa.
Presentano un prog molto articolato, con frequenti cambi di ritmo e una spiccata tendenza al rock. Dimostrano un sicuro amalgama, frutto probabile della mutua esperienza e aggiungono una decisa profondità nelle liriche, tratte dal personale e condite di crudo realismo. Si divertono e divertono. Presto racconterò di loro più nel dettaglio.
Il filmato a fine post regala uno spezzone della performance di Italo Vercellina (voce e chitarra), Giuliano Miglietta (tastiere e cori), Fulvio Capri (batteria e percussioni) e Daniele Gianoglio al basso.


Rapido cambio di palco e arriva una nuova sorpresa.
La Stanza di Greta è un ensemble atipico, per strumentazione e proposta. A fine set si autodefiniscono fuori contesto, ma credo che la loro originalità e il coraggio di ricerca del nuovo stiano in pieno all’interno dello spirito prog.
La band è formata da Leonardo Laviano (voci e chitarra classica), Alan Brunetta (marimba e … molto altro), Umberto Poli (chitarre), Jacopo Tomatis (mandolino…) e Flavio Rubatto (percussioni…). Per captare i dettagli che ho omesso curiosare nel sito di riferimento: http://www.lastanzadigreta.com/
La mia descrizione della strumentazione non rende l’idea di cosa sia accaduto sul palco, e anche in questo caso dare un’occhiata al video di fine articolo potrà aiutare.
Nessun basso, nessuna batteria e quindi pare mancante la sezione ritmica, ma in realtà lo scandire del tempo esiste, seppur prodotto in maniera alternativa. Facendo riferimento al passato mi è venuto naturale fare un accostamento con i Gentle Giant versione acustica, per ecletticità, polistrumentismo e risultato finale.
Una bella sorpresa nell’insieme, e una inusuale versione finale di “Non mi rompete”, ciliegina sulla torta.


E viene il momento dei miei concittadini de Il Cerchio D’Oro, l’unica vera certezza -per me- della serata. Ritornano a Torino dopo pochi mesi  e propongono brani tratti da entrambi gli album, “Il Viaggio di Colombo” e “Dedalo e Icaro”, con una chicca inaspettata e di grande effetto, il brano “Crisi”, un rock molto duro risalente al 1981, quando Il Cerchio sfociò nei BLACK OUT.
Scatenano i presenti con i loro brani conosciuti (l’album “Dedalo…” è stato giudicato come migliori, tra gli italiani, negli ultimi anni) proponendo la loro complessità di situazioni (vocali, ritmiche e strumentali), una miscela che on stage diventa energia pura.
Loro sono: Gino Terribile (batteria e voce), Giuseppe Terribile (basso e voce), Franco Piccolini (tastiere), Simone Piccolini (tastiere), Piuccio Pradal (voce e chitarra) e Massimo Spica (chitarra solista), quest’ultimo ormai perfettamente integrato nella formazione savonese.
Peccato l’aver dovuto tagliare un brano in scaletta, per esigenze di tempo.


Siamo attorno alla mezzanotte quando il progetto The New Trip si manifesta come entità live.
Pino Sinnone, come racconta nel video, ha ricevuto da Joe Vescovi un compito, la missione del nuovo corso: tenere vivo in maniera attiva il nome dei Trip.
Un goal apparentemente complicato, e da mesi era in corso la ricerca degli elementi più adatti per arrivare all’obiettivo; ecco chi sono  musicisti che aiuteranno Pino “Caronte” Sinnone nella nuova avventura: alle tastiere Paul Silver alle tastiere, Fabio Gremo al basso, Tony Scantanburlo alla chitarra e Andrea Ranfa alla voce.
Per i problemi citati in precedenza -spazio e dimensione di alcuni strumenti- Silver suonerà decentrato rispetto al palco, senza potersi guardare negli occhi con i compagni sul palco, e di fatto i sipari diventano due, entrambi da apprezzare, perché la corona tastieristica vintage, hammond in primis, è qualcosa che gli amanti del genere apprezzano anche visivamente.
C’è curiosità nel vedere il post Vescovi, per cercare di capire se l’operazione è solo sentimentale -e quindi a scadenza- o se può nascere una nuova entità musicale, fatta di anima antica e possibile nuova proposta.
Tenuto conto della recente costituzione, della probabile difficoltà di amalgama tra membri che vivono lontani tra loro (Gremo a Genova e Ranfa a Firenze), e del grave compito di sostituire nell’immaginario comune figure storiche come Vescovi, Andersen e Gray, l’impatto è stato largamente positivo, con un taglio molto più “duro” rispetto al classicismo del Joe maturo, ma forse sarà bene incominciare a pensare che il nuovo progetto non sarà solo il copia incolla del passato ma, anche, un naturale nuovo mondo, fatto di storia e tocco personale di una generazione più fresca, guidata dall’ esperienza del drummer dei primi due album.
Anche per i The New Trip piccolo frammento di video e appuntamento per il 20 settembre a Cisano, per ricordare ufficialmente i Trip… in quell’occasione la band mostrerà certamente di aver fatto un ulteriore step in avanti.

Notazione di merito per Adolfo Pacchioni e tutta l’organizzazione, per il coraggio, l’intraprendenza e, almeno per quanto riguarda la prima giornata, il risultato.