mercoledì 13 agosto 2014

L'anima del Banco: "Creatività in musica nel segno di Sergio"




L'anima del Banco: "Creatività in musica nel segno di Sergio"
di
Giovanni Dozzini

Gli amici di Sergio Piazzoli erano tanti. Gli amici veri, al netto di quelli che dopo la sua morte si sono sentiti in dovere di spendere parole e contrizione per puro spirito di convenienza. E tra gli amici c’erano gli artisti che con Piazzoli hanno condiviso tratti di strada più o meno lunghi, dai ragazzini visti crescere tra Perugia e l’Umbria ai grandi della musica italiana. Vittorio Nocenzi, fondatore e anima del Banco del Mutuo Soccorso, band che ha fatto la storia del progressive da noi e non solo da noi, era - è - uno di loro. Con Piazzoli ha lavorato, con Piazzoli ha soprattutto condiviso la passione e lo slancio verso la musica. Nel nostro dibattito sull’idea di costituire una Fondazione che raccolga in qualche modo l’eredità di Sergio, Nocenzi non poteva mancare. Sono grato di essere stato interpellato, e realmente felice di poter esprimere la mia opinione - dice lui - Io penso che sia una cosa dovuta a Sergio, e che potrà fare molto bene al territorio perugino e umbro. Dovuta per quello che Sergio è stato. Lui non era un semplice operatore culturale, lui aveva una sensibilità da artista, né più né meno. Il lavoro fatto con Music for Sunset, a tal riguardo, è emblematico. Con quella manifestazione Sergio è riuscito a coniugare l’eredità ideale e utopistica della nostra generazione con la contemporaneità, interpretando gli spazi con una sensibilità artistica - appunto - e spettacolare insieme. Ecco, a mio parere Music for Sunset andrebbe preso come paradigma da replicare. Scultura, musica, natura, poesia, creatività, la pluralità dei linguaggi: è quello il punto da cui ripartire. La fondazione dovrebbe puntare soprattutto su questo aspetto, dare continuità a questo particolare talento di Sergio nell’approcciare le cose. D’altronde dopo Umbria Jazz da queste parti non si è inventato molto altro. E il momento è ideale, perché la tecnologia consente di far convivere e interagire voci variegate, di rivolgersi a una percezione molteplice. I nativi digitali dovrebbero imparare a mettere a frutto la loro attitudine anche in fatto di creatività. Si sta discutendo sulla natura di questa ipotetica fondazione, se a darle vita debbano essere enti pubblici o persone che per varie ragioni siano state vicine a Sergio Piazzoli. Credo che la fondazione dovrebbe avere una composizione mista. Mettere pubblico e privato insieme, facendo coesistere l’entusiasmo dei movimenti dal basso con la solidità delle istituzioni. Almeno inizialmente, finché poi non possa cominciare a camminare sulle proprie gambe. E poi c'è un ultimo punto che mi preme molto. Prego. Per me sarebbe molto importante che nell’attività della fondazione fosse centrale la figura di Patrizia Marcagnani, la compagna di Sergio. Una compagna di vita, perché trent'anni non sono trenta giorni, e che solo per la barbarie della nostra civiltà giuridica (Piazzoli e la Marcagnani non erano sposati, ndr) si ritrova a vivere una situazione di straordinaria fragilità. Posso testimoniare che Patrizia è sempre stata accanto a Sergio, in ogni sua iniziativa, sia professionalmente, tramite la sua attività di grafica, che come consigliera. Quasi tutti gli artisti che hanno avuto a che fare con Sergio hanno avuto a che fare anche con lei. Quando ho lavorato al progetto dell’Ostello di Perugia e del suo studio di registrazione ho potuto saggiare anche le capacità professionali di Patrizia: la sua esperienza ormai lunghissima nella comunicazione di progetti musicali è preziosa. Patrizia sarebbe un fil rouge perfetto, sarebbe la garanzia migliore del rispetto dell’eredità di Sergio Piazzoli. È l’opinione di pressoché tutti coloro che abbiamo interpellato. Questo mi fa molto piacere. Così come mi fa piacere la vostra iniziativa. State facendo qualcosa di molto bello, e di molto importante. E per ogni cosa, in futuro, contate su di me. Per Sergio io ci sarò sempre.