Rispolvero un post del 2011, relativo ad un personaggio
musicale importantissimo, che va riscoperto e condiviso, Sandro Oliva.
Uno
dei grossi meriti di facebook è quello di dare la possibilità di fare incontri
in altro modo impensabili. E’ definito social network, ma io non voglio
socializzare con chiunque, non ho interesse a interagire con qualsiasi faccia
mi si presenti davanti; basta però a volte un commento relativo ad un
filmato postato che si intuisce immediatamente che esiste qualcosa di
importante in comune, anche tra sconosciuti, e … si diventa immediatamente
intraprendenti, senza avere il minimo pudore nel rubare un frammento di
vita di cui un minuto prima non si sapeva assolutamente niente.
E’
accaduto così con Sandro Oliva… un commento e via,
verso la scoperta di un personaggio notevole, la cui storia va evidenziata,
perché non è il mero racconto di una vita musicale, ma anche quello di una
progressione temporale costellata di avvenimenti sociali, culturali e musicali.
Ecco
la testimonianza del contatto:
…la
mia band si chiamava "FUNGO! (Insieme Musicale Abnorme)", e aveva una
discreta popolarità nella Capitale (1973/79). Da lì sono usciti molti
musicisti, uno per tutti il sassofonista jazz Sandro Satta. Il mio batterista
Piero Avallone invece entrò nel Canzoniere del Lazio (sostituito in seguito da
Marcello Vento quando Piero si diede al Teatro), e l'altro drummer Luciano
"Watson" Nevi collaborò a lungo con Carlo SIliotto. Sempre quando
partii per il militare (1974) attorno alla mia sezione fiati si formò la FOLK
MAGIC BAND del compianto Corrado Onofri (provavano a casa del mio trombonista).
Infine diversi ex della band sono diventati docenti di conservatorio o
professori d'orchestra. Il pianista Federico Capranica è arrangiatore in RAI è
ha diretto in parecchie edizioni di Sanremo. In quanto a me, a Roma ancora
adesso mi fermano per strada o mi scrivono ricordando quella band. Peccato solo
che i discografici non furono all'altezza, quasi sempre terrorizzati dalla
novità della proposta musicale e dal linguaggio usato nei testi. Salvo poi
spingerne anni dopo la versione goliardica e depotenziata in Elio E Le Storie
Tese!
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Non
ho registrazioni decenti dell'epoca, persi tutto il mio archivio sino all'80 in
un disastro magnetico (ho cassette smagnetizzate e copie nastro troppo
fruscianti). C'è una foto del 1974 (Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze,
Roma - 20.000 spettatori) sul mio sito http://www.sandroliva.com/Bands/Fungo74VBsmll.JPG, ma è piccola
e confusa (avevo anche l'audio, ma è inutilizzabile!).
Però ho una perfetta replica
di quello che facevamo all'epoca, riregistrato anni dopo. C'è il video su
youTube del pezzo (rifatto) con cui iniziammo il breve intervento di quel
Festival
http://www.youtube.com/watch?v=Vr8LMtO0Hj8
Ti assicuro che era ESATTAMENTE così!
http://www.youtube.com/watch?v=Vr8LMtO0Hj8
Ti assicuro che era ESATTAMENTE così!
Mi pare di capire che “Fungo”, negli anni ’70, non ebbe uno sviluppo
discografico importante per… la novità della vostra proposta, giudicata
probabilmente poco ”spendibile”. Che ricordi hai di quei giorni di fermenti musicali,
in relazione alla tua band e a tutto ciò che vi circondava?
Ricordo
bene che Il Fermento si fermò nel 1974 con la prima crisi petrolifera, quindi
dopo un solo anno di attività della band. In Agosto partii per il
militare, per cui al mio ritorno mi fu ben evidente la differenza tra il
“prima” e il “dopo”. Nel
1975 trovai un vero cambio di epoca, più che la musica contava ora sfoggiare il
testo “impegnato”, secondo canoni abbastanza poco flessibili. Nel rock, a
parte pochi esempi a livello nazionale (Area, Stormy Six), la musica era
passata in secondo piano. Anche nel jazz iniziò allora un riflusso, poi
culminato nel neotradizionalismo degli anni ’80. Anche per questi motivi non
avemmo riscontri discografici (nonostante il contratto con la IT ed altre
richieste): brani strumentali con lunghi assoli e ritmi sempre diversi, testi
bizzarri (ma non goliardico-popolari come un celebrato cantautore lanciato
dalla nostra stessa etichetta) e soprattutto nessuna possibilità di essere incasellati
in una formula. Non sapevano proprio COSA fossimo, e quindi come
venderci, nonostante l’evidente crescita del seguito locale. Inoltre per motivi
anagrafici siamo arrivati circa due anni troppo tardi, quando era stata fatta
già la scelta imprenditoriale di puntare sui cantautori. E infine e
soprattutto, vivevamo a Roma (a Milano c’era ancora una scena più vivace, ma
non lo sapevamo).
La tua “carriera” ha avuto successivamente sviluppi decisamente
importanti. Mi racconti cosa ti è accaduto negli anni '90, dal punto di vista
professionale?
Semplicemente
ho conosciuto Jimmy Carl Black dei Mothers e sono entrato nei GRANDMOTHERS, con
cui ho girato il mondo per diversi anni (suonando anche diverso materiale mio).
Ho partecipato a sette tour europei e uno negli USA di 3 mesi, in cui abbiamo
coperto TUTTO il territorio (Alaska e Hawai escluse). Ho anche
coprodotto con Don Preston il CD “Who Could Imagine” e prodotto da
solo il live “Eating The Astoria”, tratto dal concerto del 1998 all’Astoria di
Londra (ma ho ancora altro materiale inedito di quel tour, e mi piacerebbe
trarne un doppio). Nel frattempo era anche uscito in Germania il
mio “WHO THE FUCK IS SANDRO OLIVA?!?”. Negli USA la distributrice americana lo
rifiutò per via del titolo e dei testi alquanto espliciti: avevano paura di
perdere il pubblico delle band di Cristian Rock che avevano in catalogo!!
Era inoltre in programma il successivo (HEAVY LIGHTNING) che sarebbe
dovuto uscire in occasione del tour dei Grandmothers 2001 (poi spostato al 2002).
La chiusura dell’etichetta prima e l’annullamento definitivo del tour (con
conseguente scioglimento della band) portarono all’annullamento del progetto.
Nel 2005 ho stampato il CD in edizione privata, vendendolo on line
o ai concerti.
Hai qualche rammarico per un treno che non hai voluto prendere per
eccesso di cautela?
A
fine anni ’70 ricevetti una proposta di produzione da parte di Franco Mamone
(manager PFM) e Franz Di Cioccio. Il progetto era molto ambizioso ed
articolato, però riguardava me solo, per ricostruire un gruppo con altri
musicisti. Franz voleva, oltre che produrmi, essere membro aggiunto della band,
un po’ come Phil Collins coi BRAND X. Però avrei dovuto trasferirmi (a
spese mie) a Milano. Non me la sentii ne’ di lasciare i miei compagni di
avventure, ne’ Roma. E comunque eravamo ancora sotto contratto con la IT, che
avevamo già capito non avrebbe mai realizzato il nostro disco, ma che non
voleva neanche lasciarci liberi. Anni dopo ebbi di nuovo una proposta di
produzione che coinvolgeva sempre Franz, ma a causa dell’intromissione di un
celebre cantautore (iniziali R.C.) che intorbidò le acque per poi sparire nel
nulla, tutto finì di nuovo con un nulla di fatto.
Non mi ricordavo di te nel film “Ecce Bombo”, ma ti ho rivisto
volentieri. Come arrivasti a quell’esperienza? Mi pare di capire che “l’umore “
del film era totalmente in tema con la tua musica!
Un
regista teatrale amico di Nanni Moretti ascoltò (1976) una cassetta di miei
brani a casa di comuni conoscenti. Moretti cercava un gruppo “particolare” per
quella scena, e su suggerimento dell’amico ci fece chiamare. Moretti e io siamo
praticamente coetanei, per cui è evidente che eravamo entrambi immersi nella
cultura del tempo, con diverse somiglianze ma anche parecchie divergenze. Io guardavo
più a modelli esteri.
Se dovessi condensare in poche righe i tuoi anni passati in tour, cosa
evidenzieresti?
Molta
esperienza (musicale e di vita), il definitivo abbattimento dei miti della mia
adolescenza (e quindi un riposizionamento del mio ruolo come musicista),
qualche soldo (subito reinvestito nel mio studio) e diversi bei momenti live
(in particolare quelli in cui abbiamo avuto altri grossi musicisti come
ospiti). Ma, soprattutto (ahimè) la presa di coscienza della limitatezza
del panorama italiano, musicale e non.
Quale è sta la tua più grande soddisfazione professionale e quale il
momento più doloroso?
Più
grande soddisfazione professionale: ogni volta che completo brani musicali che
riescano a superare i miei puntigliosi criteri di selezione. Momento più
doloroso: la morte del mio amico Jimmy Carl Black.
Esiste un filo conduttore che lega l’archetipo “Fungo” a
“Elio e le Storie Tese”?
Sono
due cose completamente diverse. Il “FUNGO! (Insieme Musicale Abnorme)” era un
progetto anni ’70 (con basi negli anni ’60) e quasi esclusivamente musicale
(inizialmente molto free-jazz). Gli Elii nascono nei Cabaret milanese anni ’80,
e inizialmente di musica (e di intonazione) ce n’era proprio
pochina. Ma ALLORA mi piacevano proprio per quello. Inoltre anche
agli inizi ho sempre cercato di bandire la goliardia. Il linguaggio a volte
pesante mutuava solo quello corrente dell’epoca. Oggi il divario nei
rispettivi progetti si è ancora di più accresciuto (anche lì lo SPREAD è del
500 %!!). Loro fanno proprio UN MESTIERE DIVERSO (pur se con
accompagnamento di musica ottimamente arrangiata ed eseguita).
Semmai allora (come adesso) sento più affinità concettuale
(pur nella ESTREMA differenza stilistica) con Roberto “Freak” Antoni degli Skiantos.
Qual è stato l’amore musicale della tua vita, un artista o band a cui ti
sei sempre ispirato?
John
Lennon e i Beatles, la voglia di far musica nasce tutta da lì (periodo
1967/68). Frank Zappa è arrivato dopo, anche se già lo conoscevo.
Ma senza I’M THE WALRUS e REVOLUTION #9 non avrei nemmeno intravisto
l’impervio percorso che ho poi imboccato.
Come collochi Frank Zappa nel panorama dei chitarristi e dei compositori
rock di tutti i tempi? Era davvero un genio o attorno a lui si sono create
favole ad hoc?
Grande
autore “rock” ed eccellente chitarrista (come stile, non come
tecnica).Compositore per orchestra a tratti godibile (se piace il genere),
molto spesso DI MANIERA (si sente che aveva cominciato con musica da film!).
Negli ultimi anni aveva finalmente raggiunto una maggiore maturità e
indipendenza stilistica, ma la fine prematura ha impedito di ascoltarne gli
sviluppi. Non credo occuperà un posto preminente nella storia della
Musica Classica. E tutto sommato (una volta scomparsa la generazione attuale)
neanche nel Rock, visto che non fa parte di nessuno dei filoni più “mainstream”
che oramai da 3 decenni formano l’ossatura del genere. Credo verrà
ricordato (ma solo nei testi specializzati) come un bizzarro e isolato esempio
di creatività “diversa” della fine del ‘900, a cavallo tra arte colta e
popolare. Ma la sua vera peculiarità era di essere un ENORME genio del
Marketing. Senza questa dote (e una notevole dose di egocentrismo) non sarebbe
andato da nessuna parte. Comunque SI’, nella sua leggenda ci sono molte storie
di fantasia o esagerate. Spesso alimentate o tollerate da lui stesso per
motivi promozionali (è stato molto abile a creare e accrescere il proprio
MITO). Altrettanto spesso dalla stampa che lo fraintendeva (per
ignoranza, ma anche volontariamente perché la dimensione mitica piace e fa
vendere).
Cosa fa oggi e cosa farà da grande Sandro Oliva?
Oggi conduco una vita
quotidiana abbastanza normale (per quanto normale possa essere la vita di un
musicista). Alle incombenze quotidiane e familiari (sono un padre-pendolare)
alterno ampi periodi dedicati alla Musica (ho in mente un nuovo progetto
elettronico) e alle attrezzature tecniche ad essa legate. Purtroppo gli
spazi per le attività artistiche oggi sono praticamente inesistenti, per cui la
dimensione Live è molto ridotta. Da grande credo riposerò in
un’urna (ma finora non ne ho ancora scelta una).
Per
saperne di più: