martedì 22 aprile 2014

Museo Rosenbach-Live in Tokyo



Per anni si è parlato del capolavoro prog Zarathustra e di chi lo realizzò, il Museo Rosenbach. Opera prima e unica - sino alla recente reunion - era considerato un caposaldo del genere, e ha assunto maggior quota col passare del tempo, dopo aver superato qualche iniziale “falso” problema ideologico inventato, da terzi, ai danni della band.
E poi accade che si ritrova lo spirito per ricominciare, spinti da tante motivazioni di natura diversa, così come sono tante, probabilmente, quelle che avevano stoppato l’inizio di una promettente carriera musicale.

Il sunto è che, in un paio di anni, lo sviluppo discografico prende una via inaspettata, e di fatto nei primi sei mesi del 2013 gli appassionati e seguaci del prog si ritrovano tra le mani ben due album: Zarathustra, Live in Studio, rivisitazione del disco del ’73, e Barbarica, un album nuovo di zecca che sancisce la rinnovata voglia di proporre immacolate creazioni, con una formazione che, come vedremo, miscela l’originale al nuovo.

Per chi fosse interessato ecco qualche nota relativa alle due uscite precedenti:


http://athosenrile.blogspot.it/2013/01/museo-rosenbach-zarathustra-live-in.html

http://athosenrile.blogspot.it/2013/06/museo-rosenbach-barbarica.html

 

Ma ciò di cui parlerò oggi è qualcosa di diverso, che non necessita di particolari considerazioni dal punto di vista dei contenuti, perché una performance live va trattata per quello che è nella sua natura, e anche se è obiettivamente impossibile captare l’esatta atmosfera del momento, se non si è presenti, alcuni particolari indicano la piena riuscita di una serata probabilmente storica, memorabile per chi aspettava il Museo da una vita, e altrettanto per la sezione primitiva della band, riconoscente per il costante supporto. E credo indimenticabile anche per i più giovani componenti, pronti a tuffarsi nella storia.
Ma di cosa sto parlando?
L’aprile 2013 ha visto lo start up dell'Italian Progressive Rock Festival, realizzato al "Club Citta'" di Kawasaki, a Tokyo. Da quel contenitore sono scaturiti album legati ai Maxophone, al Rovescio della Medaglia, ed ora il “Live in Tokyo” del Museo Rosenbach ci riporta alla registrazione del giorno 26.
Quasi un atto dovuto verso un pubblico che, seppur distante, non ha mai abbandonato la band, nonostante la produzione limitata. Il “seppur distante” ha oggi ben poco valore, ma se si pensa a cosa poteva essere la diffusione delle informazioni, tre o quattro decenni fa, qualche riflessione va fatta.
Live in Tokyo” è la perfetta sintesi di una vita di musica.
Doppio CD che simbolicamente potrebbe rappresentare il lato A e il B di un vinile, con una prima parte dedicata in toto a Zarathustra, e la seconda alla più recente Barbarica. Di questo ultimo album fa parte anche Fiore di vendetta, che è l’unico brano che è stato registrato al Rosenhouse Studio il 10 Febbraio 2013, ed è presentato come bonus track.
Accennavo prima a come un disco dal vivo debba essere considerato secondo canoni differenti rispetto all’originale in studio. I significati sono già noti, ed è più interessante capire le analogie, le sfumature differenti, le innovazioni da palco e il coinvolgimento dell’audience: in uno studio di registrazione, potenzialmente, tutto è possibile, ma la prova live non mente. Esiste poi nello specifico il problema della lingua, perché se è vero che il linguaggio di Albione è il denominatore comune (ma in ogni caso il cantato non permette di capire al volo) l’idioma utilizzato dalla band è quello italiano (e non potrebbe essere diverso, vista l’importanza delle liriche proposte), una lingua impossibile per un popolo orientale.
Eppure dall’ascolto emerge l’alchimia, l’atmosfera, il feeling tra i due poli, opposti solo per posizione all’interno del club.
Il sound appare potente, una solida base per il racconto vocale di Stefano “Lupo” Galifi, ed il susseguirsi degli episodi di Zarathustra fanno sorgere nell’ascoltatore un piccolo grande rimpianto, quello di aver perso una vita di possibili perle musicali, rimaste colpi in canna di una pistola poco usata, ma sempre efficiente, come gli attuali accadimenti dimostrano.
Certamente gli innesti giovano, la nuova linfa cresce mentre aiuta a rigenerare quella più matura, ma ciò che interessa al fruitore musicale è il risultato, che in questo caso ha valenza superiore al normale disco.
Provo a disegnare il percorso: una musica antica (a cui sarebbe impossibile dare un’età) si siede accanto ad un’altra appena realizzata, e l’ampio spazio temporale si annulla, tanto che, se non lo si dichiarasse, verrebbe da pensare ad una normale consequenzialità evolutiva.
E i protagonisti sono anch’essi bilanciati: gli originali Stefano “Lupo” Galifi (voce solista), Giancarlo Golzi (batteria) e Alberto Moreno (tastiere) interconnessi con Fabio Meggetto (tastiere), Sandro Libra (chitarra), Max Borelli (chitarra e voce) alle chitarre e Andy Senis (basso).
L’entusiasmo del popolo giapponese - ma vale anche per altri paesi dell’estremo oriente - per la musica progressiva italiana è sorprendente, e la loro curiosità verso il nuovo fa il paio con la perfetta conoscenza del pregresso, e immagino quindi la soddisfazione provata dal Museo Rosenbach nel corso dell’esibizione. Certo è che il positivo della serata è rimasto racchiuso in questo Live in Tokyo che mi pare sia al contempo un testamento e una dichiarazione di intenti per il futuro.
Sono certo che tutto ciò è molto chiaro alla band e quindi la marcia continuerà, non solo difendendo nello scrigno il masterpiece anni’70, ma anche preparando nuove creazioni e nuove possibilità di incontro col pubblico.
Un album che non può mancare nelle raccolte degli amanti della buona musica.
Da non dimenticare che il progetto, analogamente ad altri già citati è da attribuire all’etichetta Immaginifica by Aereostella (distribuzione: Self/Pirames International).


CD1
Intro/Dell'eterno ritorno
Degli uomini
Della natura
Zarathustra:
-L’ultimo uomo
-Il re di ieri
-Al di là del bene e del male
-Superuomo
-Il Tempio delle Clessidre

CD2
La coda del diavolo
Abbandonati
Il respiro del pianeta
Il re del circo
Fiore di vendetta (Bonus track)