Il Teatro Verdi di Sestri Ponente, a Genova, è stato testimone del ritorno della Nuova Idea, gruppo storico del prog genovese e italiano, chiamato a rapporto dal batterista Paolo Siani, il vero protagonista di questo ricongiungimento che si spera non resterà un episodio isolato.
Paolo è tornato al suo primitivo amore-la musica- dopo avere stoppato per lungo tempo le attività giovanili, scegliendo di incanalare ogni tipo di sforzo nella costruzione di fondamenta solide, quelle che normalmente solo una famiglia riesce a dare. Ma il momento della svolta arriva, prima o poi, e le passioni riemergono con una forza forse maggiore di quella iniziale.
Il risultato tangibile è il CD “Castles, wings, stories and dream”, distribuito da Black Widow Records, di cui ho scritto recentemente:
Ma mancava il riscontro live, che puntualmente è arrivato venerdì 21 ottobre, proprio nella città che ha visto nascere la Nuova Idea, con un titolo di serata che riassume l’obiettivo: Paolo Siani & Friends feauturing Nuova Idea
Ad impreziosire l’evento ha contribuito lo scopo benefico, e cioè la raccolta di fondi a favore dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova.
Un paio di giorni prima avevo captato una certa apprensione di Siani, stato d’animo che avevo letto come “emozione da ritorno”, come reazione ad un impegno difficile, ma soprattutto come paura di non arrivare all’obiettivo principe della beneficenza.
Non so valutare il risultato finale, certo è che una città come Genova, in occasioni come queste potrebbe garantire un’affluenza totale.
Aprono i Sad Minstrel di Fabio Casanova, un genovese che riporta all’immagine di un Ian Anderson ventenne. Sei musicisti sul palco per un repertorio folck rock di stampo anglosassone, ma con un tocco “locale”, per effetto di un brano cantato in dialetto genovese- Canzone della bambina di Triora – leggenda musicata che riporta ai tempi dell’inquisizione.
Tanto mi è bastato per acquistare il CD Flight of the Phoenix.
Cambiano i protagonisti su di un palco che si popola. Oltre alla ex Nuova Idea- Paolo Siani, Ricky Belloni, Flaviano Cuffari, Marco Zoccheddu e Giorgio Usai-troveranno spazio, in momenti alterni, Roberto Tiranti, Franco Malgioglio, Gigi Colombo, Pino Montalbano Giorgio Jon Darmanin, Ottavia Bruno, Alberto Buttarelli, Alessandro Siani, Alessandro Graziano e… Giorgio “Fico” Piazza, una grande novità per me.
E in fase di bis- la beatlesiana All You Need is Love”- ecco altri due membri originali, Enrico Casagni e Claudio Ghiglino. Sedici musicisti on stage!
Si alternano i brani tra nuovo lavoro e vecchia discografia, con un intermezzo-tra primo e secondo pezzo-che lascia spazio alla denuncia sociale che passa attraverso le parole dei rappresentanti di Fincantieri.
Paolo, l’ideatore della serata, appare emozionato-grande responsabilità la sua- nel ruolo di vocalist, ma si scioglierà col passare dei minuti, regalando un grande assolo nella vecchia song “Sarà così” (Belloni dichiara che è la prima volta che viene suonata dal vivo). Nello stesso brano, che presento a seguire, nasce una delle perle della serata, una “sfida chitarristica” alla Mississippi Adventure, che Zoccheddu e Belloni regalano ad un pubblico che dimostra di apprezzare certi risvolti tecnici.
E poi frammenti di “Clowns”, “Mr. E. Jones” e la suite in quattro parti “The Game”: due ore di musica di qualità.
Emozionante vedere la Nuova Idea riunita, emozionante rivedere “Fico” Piazza sul palco, emozionante la presenza del giovane Tiranti, emozionante anche ascoltare il talento di un giovanissimo, il violinista Alessandro Graziano.
Ma l’emozione più grande, ne sono certo, è stata quella di Paolo Siani, che ha trovato sul palco, condensato in un paio di ore, il risultato di una vita, il bilancio tra rinunce, doveri e passioni, e quegli sguardi verso la sua sinistra, rivolti al figlio Alessandro, lo avranno probabilmente convinto definitivamente, che le sue scelte di vita sono state le migliori possibili.
Ma ora, forse, c’è tempo per tutto, anche per una ulteriore… Nuova Idea.
Rivediamo un frammento di serata.
Ma come era un tempo la Nuova Idea?
Eccoli in un reperto storico della RAI, una trasmissione in voga negli anni ’70, Senza Rete, frammento utilizzato anche al Teatro Verdi.