giovedì 19 luglio 2012

Ritratto di Nico, Femme Fatale


Il 18 luglio di 24 anni fa, a soli 50 anni, moriva Nico, indimenticata cantante, attrice  e modella tedesca.
Un pò di tempo fa la ricordai così…


Il post di oggi è dedicato a NICO.
Chi e’? O meglio, chi era?
Di lei ricordavo solo tracce ricavate da Ciao 2001, secoli fa, e forse una copertina dedicata.
Mi era rimasto nella mente qualcosa che aveva a che fare con una vita pericolosa, con l’eroina, con un’esistenza vissuta sempre al limite, e ricordavo qualche giudizio del tempo, legato alle sue capacità di plagiare, utilizzando fascino e bellezza.
Non avevo di certo collegato la sua figura ad una particolare abilità o genere musicale, ma nel mio filtro mentale, quello della memoria musicale, il connubio Velvet Underground-Nico era rimasto intrappolato.
A distanza di anni l’ho scoperta, e ne sono rimasto affascinato.


Quando riesco, il sabato pomeriggio mi ritaglio un ora dagli impegni familiari (al sabato sono numerosi), e mi dirigo nel centro citta’, e precisamente nel centro storico, e ancora più precisamente in via Pia, dove a metà percorso c’e’ una piazzetta molto bella, e dove esiste il mio “triangolo perfetto.”

via Pia... molti anni fa

Questa figura geometrica ha, ovviamente, tre vertici, che io “tocco” con sequenza sempre diversa.
Nello spazio di pochi metri trovo il negozio di dischi, e di fronte il mio amico e musicista Franco. Due passi ancora e trovo la libreria.
Qualche parola con Franco, dopo aver acquistato un DVD, e poi alla ricerca di un libro.
In una delle mie scorribande nel reparto dedicato alla musica, rimango colpito dal viso di Nico. Il titolo del libro è “Nico , Bussando alle Porte del Buio” e l’autore e’ Gabriele Lunati.
La foto in copertina è incredibilmente bella, lei era incredibilmente bella.
La lettura delle note sul retro alimentano la mia curiosità morbosa (“Nico e’ una figura tragica, controversa…”), e non posso fare altro che acquistarlo.
In 3 giorni, fatti di ritagli di tempo, “mangio “ il libro, e parto alla ricerca di tutto ciò chè sono stati musicalmente Nico, i Velvet, Andy Warhol e la Factory, e che cosa hanno rappresentato per il costume dell’epoca.
Nella mia vita ho avuto l’opportunità di vedere musei importanti, come il “Louvre” o il “Prado”, ma la mia poca propensione a quel tipo di arte, mi ha impedito un reale apprezzamento di opere universali.
L’unica raccolta di quadri/oggetti che ho veramente “goduto” e’ di tipo contemporaneo.
Mi riferisco al museo di Warhol che si trova a Pittsbourgh , luogo in cui si respira la pop art, la musica, e parte dei tempi che ho vissuto.
Nico, Lou Reed, Warhol… un ricongiungimento di elementi solo sfiorati nel corso degli anni.
La lettura in questione mi porta anche verso altri libri, come “Tutto quello che avreste voluto sapere sulla Factory di Andy Warhol e non avete mai osato chiedere”, di Mary Woronov, altra “abitante “ della Factory.

Questa mia presentazione anomala del libro, non e’ tesa a recensire il lavoro di uno scrittore (non e’ il mio mestiere e non ne sarei capace), ma vuole sottolineare come un episodio occasionale possa aprire la porta verso strade sconosciute, sull’onda della curiosità.
Sono stato male leggendo di Nico, del suo figlioletto Ari (avuto con Delon),del degrado diffuso, della vita alla Factory.
Sono stato male ripensando a quanto io abbia rischiato, in gioventù ,di lasciarmi intrappolare da ciò che sembrava alternativo e rivoluzionario.
Sono stato male ascoltando certa musica che non conoscevo.
Sono stato male, guardando i filmati in bianco e nero.
La lettura mi ha anche ispirato scritti in cui il protagonista(io)incontrava occasionalmente Nico, in un bar, prima di un concerto.
Possibile che la lettura del racconto di una vita porti a tanto?
Mi piacerebbe sapere se il testo di Lunati e’ contagioso, se anche ad altri ha fatto il mio stesso effetto! A completare il tutto, ciliegina sulla torta, un lungo filmato di una 40ina di minuti, girato dallo stesso Lunati,che propongo a seguire.
E’ incredibilmente bello e consiglio a chiunque volesse prenderne visione, di dedicare il tempo necessario… merita davvero.
Oltre a questo spazio, il filmato e’ scaricabile in rete, su indicazione dello stesso autore, ed e’ anche disponibile su Youtube.

Prima del documentario, alcune note oggettive.


Contesto

New York
, tardi anni sessanta: la leggendaria Factory di Andy Warhol. Una galleria di bizzarri personaggi dai nomi improbabili, inquieti e inquietanti, che si muovono tra party e locali famosi come il Max's Kansas City, tesi a conquistarsi i "5 minuti di celebrità" di cui parlava Warhol.

NICO modella

Nico conobbe i primi successi personali come modella apparendo su numerose pubblicazioni di moda a diffusione internazionale. Ancora molto giovane si trasferì a Parigi dove ebbe modo di incontrare il famoso fotografo Tobias che la ribattezzò Nico, dal nome del suo ex boy-friend, il regista Nico Papatakis.
Nella sua carriera di modella, Nico - divenuta pupilla della famosa stilista Coco Chanel - lavorò fino alla fine degli anni 50 per riviste prestigiose come Vogue,Tempo , Vie Nuove , ed altre ancora.
Come attrice ebbe anche un ruolo minore nel film "La dolce Vita", di Fellini e interpretò alcuni film di Andy Warhol.

Con i Velvet Underground.

Dopo aver incontrato Andy Warhol ed essere divenuta un'assidua frequentatrice della sua "Factory" fu da questi incoraggiata a partecipare, come voce solista, al primo disco dei Velvet Underground, intitolato appunto "The Velvet Underground & Nico" con l'inconfondibile banana warholiana in copertina.
Il gruppo dei Velvet, anche loro frequentatori della Factory, ebbe il periodo di massima notorietà dopo la pubblicazione del disco d'esordio (1967): i loro primi concerti erano vere e proprie performance totali, comprendenti incontri di teatro, suoni e cinema in cui con la musica venivano proiettate immagini psichedeliche; un ballerino, Gerard Malanga, accompagnava canzoni come Heroin e Sunday Morning. Lo spettacolo, chiamato Exploding Plastic Inevitable o EPI, era in realtà una creazione dell'artista pop Warhol. Ma la presenza di Nico all'interno della band è sempre stata problematica: forzata dallo stesso Warhol, inizialmente non era stata accettata dagli altri componenti; solo John Cale maturerà con la "chanteuse" un forte legame duraturo nel tempo (egli sarà infatti il produttore dei suoi più importanti lavori da solista).
Nonostante ciò "The Velvet Underground e Nico" è divenuto uno dei migliori album della storia del rock, carico di innovazione e spinte targate east coast, momenti suggestivi ed espressioni metropolitane. In quest'opera s'inserisce la voce di Nico che - dotata di un timbro rauco e assolutamente personale - viene tuttora considerata una delle più belle della musica rock
La canzone Sunday Morning interpretata da Lou Reed con voce effeminata, è ritenuta un vero capolavoro che il suo particolare modo di cantare ha reso indimenticabile.

Solista

Verso la fine degli anni Sessanta decide di abbandonare i Velvet proseguendo la propria attività di mannequin e registrando diversi album da solista (di cui Cale sarà un importante collaboratore) ma senza mai ripetere il successo riscosso con i Velvet Underground. Anni più tardi dichiarò: "I Velvet volevano sbarazzarsi di me perché ricevevo più attenzione di loro da parte della stampa", a testimonianza di una collaborazione forzata anche se ben riuscita.
Questo è, però, il periodo più prolifico della sua carriera: preso in mano l'harmonium che Cale le aveva regalato, Nico inaugura un modo del tutto nuovo di concepire la canzone diventando punto di riferimento e anticipatrice della corrente dark di fine anni 70.
Dagli arrangiamenti ipnotici alle melodie pungenti e inquietanti della sua voce, a volte anche a cappella, la valkiria dai tratti perfetti butta le basi del dark: gusto per l'occulto, ambientazioni gotiche e mistero si fondono in uno con senso d'angoscia, alienazione, decadenza e mestizia. "Non so bene come faccia a vivere. È una continua lotta tra me e me. È un dramma sentirmi come aliena a me stessa. Non ho alcun riferimento per capire chi io sia. Vivo come in un perenne esilio" dichiarerà una volta l'artista. Il lavoro che porta a maturazione queste sue tendenze è Desertshore, in cui gli embrioni contenuti nel precedente album (The Marble Index) vengono sviluppati a pieno con risultati grandiosi. Nel 1974, partecipa al concerto collettivo June 1, 1974, organizzato dall'etichetta Island per promuovere la figura di Kevin Ayers. In esso, appare la sua famosa versione di The End dei Doors, incisa da Nico un anno prima nell'omonimo disco.

La morte

Dopo circa cinquant'anni passati fra il lavoro di precoce modella, attrice, cantante e musicista, fra la tossicodipendenza e il continuo senso d'inquietudine,arriva la morte, e come la vita, è avvolta nel mistero: morì a Ibiza, nel 1988 per emorragia cerebrale, pare a seguito di una banale caduta con la bicicletta.

Commento di Gabriele Lunati

Nico è una figura tragica, controversa, sfuggente, una delle personalità più sconcertanti della storia del rock, bellissima, a tal punto da odiare lei stessa la propria bellezza e proiettare il suo fisico in un tunnel di autodistruzione che la rese più simile a un puzzle in procinto di disgregarsi in mille pezzi che a una musa o a una dea di un culto pagano suo malgrado vivo e profondo. Una donna sola, apolide per scelta, imperscrutabile, con un volto enigmatico da tragedia greca e il fascino ambiguo di una vita intensa. Ex modella, attrice principiante, musa della Factory di Andy Warhol, chanteuse dei Velvet Underground quindi artista solista e ancora attrice impegnata in pellicole non commerciali, è diventata un'icona tragica e silenziosa che non si annovera tra le leggende del rock perché ha vissuto buona parte della sua vita artistica lontano dai clamori e dal music business.Cinica, egoista, eroinomane, incompresa. La sua fu un'esistenza oscura sul precipizio di un abisso interiore e come la sua arte, anche la morte di Nico, sacerdotessa sepolcrale del rock, resterà per sempre avvolta nel mistero.
Il documentario termina con un’intervista ad una Nico che ipnotizza e provoca angoscia,  e l’ultima canzone, ”Femme Fatale”, scritta per lei da Lou Reed, assume la “forma del dolore” , e conduce verso una velata tristezza che rimane a lungo e induce a riflessioni...

...a me e’ capitato così.




Femme Fatale(Nico e Velvet Underground)


Here she comes
You'd better watch your step
She's going to break your heart in two
It's true

It's not hard to realise
Just look into her false colored eyes
She'll build you up just to put you down
What a clown!

Everybody knows
The things she does to please
She's just a little tease
See the way she walks
Hear the way she talks

You're put down in her book
And you are number 37, have a look!
She's going to smile to make you frown
What a clown!

Little boy, she's from the street
So before you start you're already beat
She's going to play you for a fool
You can see it's true

Everybody knows the things
The things she does to please
She's just... just a little tease.. oh, she is just..
See the way she walks
Do you hear the way she talks?

Everybody knows the things
The things she does to please
She's just... just a little tease.. oh, she is just..
Do you see the way she walks?
Do you hear the way she talks?

She sings.. la la la la la...

She's le femme fatale
(and she sings)
She's le femme fatale
(and she sings)
She's le femme fatale
(and she sings)
She's le femme fatale
(and she sings)
She sings...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie.

laura ha detto...

grazie.Bellissimo.