mercoledì 11 luglio 2012

Maelstrom-The Passage


Il disco di cui parlo oggi è The Passage, di Maelstrom.
Siamo al cospetto di una “One Man Band”, che nel caso specifico nasconde il nome di Ferdinando Valsecchi, che ha  totalmente autoprodotto, registrato, mixato e masterizzato l'EP, parte di un progetto Post-Metal.
Atmosfere dark per queste cinque tracce che presentano un rock… inquietante, laddove il termine coincide con uno stato di “tensione” che si mantiene costante per tutto l’ascolto, sfociando a tratti in una sorta di angoscia musicale che scuote i sentimenti più intimi.
La voce, utilizzata non in senso tradizionale ma come narratrice, si incastra perfettamente nel disegno di Maelstrom, diventando linea guida portante.
Il lavoro in studio rende molto bene l’idea di viaggio introspettivo realizzato attraverso la musica, e diventerà fondamentale capire se tutto ciò rimarrà integro in fase live.
Molto bello l’art work, tra immagini e liriche presenti anche in lingua inglese.
I temi cari a Valsecchi sono “pesanti” e toccano la sensibilità di ogni essere umano:
la ricerca del significato dell’esistenza e del proprio ruolo, il destino, la speranza, la noia, il significato di Dio e dell’Universo, l’essenza della vita stessa.
Tutto questo rovesciato su di un tappeto musicale che pone alla sua base una generica musica rock, che vuole essere contaminata dalla tecnologia e dal metallo puro.

Un disco apprezzabile, forse un po’ di nicchia, perché il tempo per afferrare i particolari e capire cosa c’è oltre… beh, sembra sia un lusso di questi tempi!



L’INTERVISTA

Come nasce “The Passage”? A quel tipo di esigenza corrisponde?
The Passage nasce dopo aver ascoltato una demo degli Arktika e il loro full lenght. In quel momento cercavo un genere che neanche io sapevo cosa fosse, ma ebbi la rivelazione durante l'ascolto. Ad ogni modo il genere dei Maelstrom e quello degli Arktika non sono così vicini, specialmente dal punto di vista del "cantato". Per quanto riguarda l'esigenza invece i Maelstrom, prima di finire di scrivere i primi pezzi nel 2011, nacquero per essere specialmente attivi in sede live (ironico direi!)

Perché la scelta di non avvalerti di altri musicisti?
In teoria avrei dovuto collaborare con un amico, ma non aveva molto tempo a disposizione e a me le tracce andavano bene così, senza l'aggiunta della componente di effettistica ambientale come pad o suoni effettati. In futuro ci sarà qualche collaborazione con altri musicisti, specialmente per la sede live, ma per quanto riguarda il nucleo compositivo sono sempre stato io al centro dei Maelstrom.

Riesci in fase live, come “One Man Band”, ad essere altrettanto efficace che in fase “studio”?
In fase live, come accennavo prima, intendevo prendere qualche musicista che già si è interessato e proposto al progetto, per lo studio invece diciamo che essendo io principalmente un bassista mi sono scritto le parti di  chitarra in modo che potessi risuonarle.  Ad ogni modo la soddisfazione finale è decisamente superiore. 

Come ti sei formato dal punto di vista musicale? Quali gli esempi che ti hanno segnato?
Io ho iniziato a studiare musica seriamente e autonomamente quattro anni fa, dopo che i miei genitori cercarono  l’avvicinamento quando ero piccolo e, successivamente, nell’adolescenza. Non avrei mai immaginato di volerlo fare come mestiere un giorno. Ora comunque, oltre a continuare l'auto-insegnamento, seguo un corso di basso alla scuola musicale Lizard. Per quanto riguarda gli esempi che mi hanno segnato, intendendo come i gruppi più influenti o che mi hanno colpito di più personalmente, non legati quindi strettamente ai Maelstrom, direi Iced Earth, Solefald, Agalloch, Borknagar, Latitudes, Arktika, We Made God e molti altri.

Quanto sono importanti i testi nella tua musica?
Nella mia in particolare molto. Nei Maelstrom poi sono fondamentali. Benché le canzoni fossero nate prima dei testi, e che i testi sono stati sostituiti da quelli scritti da un mio amico, visto che i miei non mi soddisfacevano da un punto di vista letterario, le liriche per questi quattro pezzi sono complementari alla musica; così come la musica segna il passaggio lento, inesorabile, da uno stato di claustrofobia riguardo a come viene vissuto il mondo, ad uno stato invece di "libertà", la scoperta della vita fine a sé stessa, che è bella perché "è",  e il testo lo sottolinea con un flusso di coscienza del personaggio (maschio o femmina che sia) che si evolve con la musica.

Mi racconti qualcosa a proposito delle liriche?
L’importanza dei testi è fondamentale e per sottolineare questa affermazione richiamo l’attenzione sui titoli, che se letti di seguito formano una frase di senso compiuto: The passage/ In a painted black word/ I dreamt for a brighter sky/ and I wanted to live / until the rest of my life. Le quattro canzoni sottolineano il passaggio (inteso come realizzazione di un pensiero che si evolve) sia musicale che testuale, la traccia The Passage racchiude le quattro parti in cui sarebbe diviso l'EP.
Ma è bene ascoltare, magari accompagnandosi alla lettura del booklet.


Cosa vorresti ti accadesse, musicalmente parlando, nei prossimi tre anni? Possibilmente che i Maelstrom vengano conosciuti, e che sempre più persone possano ascoltare i loro cd. 




Biografia

Nati nel 2011 dopo aver ascoltato una demo degli Arktika, Maelstrom è una one-man-band che spazia fra l'Experimental & il post-metal. Dopo aver registrato una demo di 4 tracce (Change of Season), la band pubblica il primo EP ufficiale il 10 Giugno 2012 chiamato The passage. L'EP è stato completamente composto, registrato, mixato, masterizzaato & prodotto da F.Valsecchi, ad esclusione dei testi, a cura di M.Simonelli, con le idee di F. Valsecchi.
I testi sono in italiano, benché sia possibile trovare una traduzione in inglese all'interno del libretto.

Members: F.Valsecchi - Voices, Guitars, Bass, Drum Programming
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