domenica 20 ottobre 2024

VANEXA e MASTERCASTLE in concerto a Valleggia (SV): un po' di commento


Ieri sera è andata in scena una bella serata di musica, ed è proprio Lei, la Musica, che, forse senza pianificazione, è diventata il mezzo per il superamento del fine che normalmente si lega ad un concerto.

Provo a spiegarmi meglio.

In parallelo a tutte le motivazioni che spingono ad assistere ad un evento live, c’era in questo caso la voglia/necessità di ricordare, di accorciare spazi temporali, di rivivere parte del proprio passato, di testare affetti ed amicizie - o almeno conoscenze -, di dare spazio a chi non può più essere presente ma, si spera, abbia potuto godere del momento da un’altra dimensione.

E poi non é mai facile giocare in casa e la locuzione latina Nemo propheta in patria non ha quasi mai bisogno di verifiche.

Il 19 ottobre 2024 il Teatro di Valleggia (Savona) ha visto il ritorno di una band locale, i Vanexa, nati nel 1979 e dediti all’heavy metal, anche se preferisco parlare di rock in senso generale.

Una lunga e necessaria preparazione nata mesi fa aveva preso forma nel tempo - dal punto di vista della creazione dell’audience - attraverso, anche, un buon passaparola, tanto che all’inizio del concerto le sedie in platea sono risultate pressoché occupate e probabilmente anche in galleria non è rimasto molto spazio. Una sorta di sold out che di questi tempi ha il suo importante significato.

Vorrei rimarcare l’atmosfera e la quasi complicità nata tra pubblico e musicisti, con la possibilità, per molti, di accedere al backstage per i saluti di rito, in momenti in cui normalmente chi salirà a breve sul palco è alla ricerca della concentrazione dopo le prove pomeridiane, e tutto il resto potrebbe rappresentare distrazione inopportuna.

Come accade spesso in questo tipo di manifestazioni, esiste la band di apertura, in questo caso i Mastercastle, gruppo musicale heavy metal italiano, fondato nel 2008. Al loro attivo sette album e una grande energia da regalare al pubblico.

On stage il chitarrista Pier Gonella, la frontwoman Giorgia Gueglio, il bassista Steve Vawamas e il batterista Alessio Spallarossa.

Un’ora di musica a ritmo elevato, con l’ospitata di Roberto Tiranti in una occasione e la proposizione di un suono tipico del genere metal, con virtuosismi personali che diventano funzionali alla creazione di un sound ben definito.

Davvero apprezzabili, credo anche da chi non bazzica con regolarità certe “zone” musicali.

La cosa migliore mi pare sia ascoltare il medley che riassume la loro performance.

Da segnalare un paio di aspetti molto importanti: il primo riguarda la qualità della parte tecnica (il service), perché nonostante certe sonorità abbiano nel DNA il volume elevato - potenzialmente capace di “nascondere” certe pecche -, ho percepito un melange gradevole e ben distinguibile nelle varie parti, fatto non certo scontato; la seconda cosa riguarda la sceneggiatura, una messa in mostra di immagini ed effetti che mi hanno dato l’impressione di essere elementi integrati alla perfezione nello “spettacolo” e non tessere di contorno, facilitando - nel caso dei Vanexa - lo svolgimento della storia degli ultimi 45 anni.

L’impostazione dello show dopo il cambio palco prevedeva l’impiego a tempo determinato dei cantanti storici, per approdare poi all’attuale formazione.

Cinque album in studio più uno live per i Vanexa, che si presentano con l’attuale lineup che prevede il leader Sergio Pagnacco al basso, Artan Selishta alla chitarra, Silvano Bottari alla batteria, Andrea "Ranfa" Ranfagni alla voce e ancora Pier Gonella alla chitarra, che diventa così il bridge con i Mastercastle.

I vocalist del passato entrano in scena in ordine cronologico e avranno tre brani a testa per proporsi al pubblico, permettendo di coprire un periodo che dal 1983 arriva al 2021.

Il primo a comparire sul palco è Fabrizio Cruciani e, nonostante l’emozione dichiarata nel backstage e la sua notevole lontananza temporale dai palchi che contano, ci riporta ai giorni in cui saltava sul palco dell’Hammersmith Odeon di Londra con i Crossbones: della serie… quando impari a nuotare è per sempre!

Il post Cruciani si identifica nel nome di Marco “Spino” Spinelli, cantante dei primi due album. Anche per lui bagno di consensi per un’audience che non dimentica il pregresso e che applaude alla performance di un musicista che ha lasciato il segno nella band.

E poi arriva Roberto Tiranti, ma credo sia superfluo elogiarne le doti. A pensare alla sua vita così dinamica, almeno dal punto di vista musicale, verrebbe da chiedersi quale ruolo occupa in una tal serata, lui che pare a proprio agio in qualsiasi situazione e su qualsiasi palco, con naturalezza e senza far pesare il proprio status. In effetti pare completamente a casa sua (ma a me sembra così ogni volta che lo vedo!), tanto che si permette di bacchettare i Vanexa di non essere molto prolifici dal punto di vista della produzione discografica, scatenando lo “sdegno” di Pagnacco che si sfila il basso fingendo propositi belligeranti. Una gradevole scenetta che dura un amen, perché è la musica che conta in una serata come questa… musica e ricordi!

Il dopo Tiranti prevede lo standard attuale, ovvero la presenza del frontman ufficiale Andrea Ranfa, e con lui troviamo il presente e, si spera, il futuro di un gruppo storico del panorama italiano.

L’excursus musicale di serata, per quanto riguarda i Vanexa, ha permesso di catturare i cambiamenti avvenuti nel tempo, stili in movimento, atmosfere in cambiamento, protagonisti in evoluzione, ed è questa progressione che, a mio giudizio, ha determinato il valore aggiunto.

Ma credo che le immagini a seguire, seppur di carente qualità, possano fornire un esempio concreto di quanto avvenuto.

Un’ultima cosa, forse la più importante visto che ha rappresentato una costante di serata; mi riferisco all'assenza/presenza di Roberto Merlone, savonese, chitarrista, ex Vanexa, mancato nel 2019 a seguito di un male incurabile.

Si racconta che in quei giorni stesse lavorando su brani nuovi, ovviamente rimasti incompiuti, e chissà che in futuro…

Visibile soddisfazione di tutti, alla fine, e speriamo che il grande entusiasmo di serata risulti contagioso e foriero di nuove opportunità, per le band e per chi segue con passione i loro progetti!

Per quanto può valere... io mi sono divertito!