domenica 24 luglio 2022

Un piccolo ricordo di Vittorio De Scalzi e dei New Trolls

La fotografia di copertina di Enrico Rolandi riporta al Prog Fest - Porto Antico di Genova - e risale al 2019.

Ho postato un’immagine di quell’evento che presentai con Carlo Barbero perché è l’unico in cui entrai in contatto reale con Vittorio De Scalzi.

La mia strada di commentatore di cose musicali non aveva mai incrociato la sua, mentre ho avuto l’opportunità di avere maggior confidenza con altri ex New Trolls.

Nel giorno in cui Vittorio ci ha lasciato mi sembra inutile rivisitare la storia - la sua e quella della musica italiana di qualità - mentre sarebbe molto meglio lasciare un ricordo personale, un aneddoto, una chicca, un frammento di vita. Ma quello mi manca.

E allora vado a ritroso, partendo da quel luglio 2019, una bella esibizione di una delle tante diramazioni dei New Trolls - La storia dei NEW TROLLS - che chiudeva la manifestazione. 


Ho sottolineato “una delle tante diramazioni” perché i New Trolls che conobbi nell’adolescenza, nel corso degli anni hanno subito tantissimi cambiamenti e frammentazioni di cui non posso dare giudizio, certo è che non è mai stato semplice per me risalire alle origini e ridisegnare l’albero genealogico corretto.

Una decina di anni fa è venuto in mio soccorso il fratello di Vittorio, Aldo - che non ha bisogno di presentazioni! - e mi ha fornito la sua visione ravvicinata, facilmente rintracciabile su youtube, e dal sapore icastico.

Quando penso a Vittorio - e ai New Trolls - mi ritornano alla mente momenti precisi della mia vita, stimolati da tracce musicali che sono state per me riferimenti continui.

Parto dal 1968: il brano è “Visioni”, un rock psichedelico che mi colpì come un macigno, nonostante avessi solo 12 anni!



Dopo tre anni, la fase prog prevaleva sul rock precedente e nasceva “Concerto Grosso”…



E arriva il pop di qualità, quello trasversale, che tocca tutto il pubblico diventando un must senza tempo, e come simbolo cito “Aldebaran” e… “Quella carezza della sera”.



Come si fa a condensare così tanta musica in un articolo!

Ad ognuno il proprio ricordo e un diverso abbinamento tra trame sonore e memoria, lasciando spazio al pensiero personale, sottolineando un legame con l’artista scomparso… tutto lecito, comprensibile, umano.

Vittorio mancherà fisicamente, agli affetti più vicini e ai tanti conoscenti coltivati nel corso di mezzo secolo e oltre, ma è privilegio di certi artisti rimanere vivi per sempre, perché ogni volta che partirà l’arpeggio di “Una miniera” o il rock di “Davanti agli occhi miei” ci sarà qualcuno che immediatamente idealizzerà un palco, una televisione, un locale, in cui Vittorio e i suoi compagni di avventura continuano a suonare e a far sognare.

Buon viaggio Vittorio, un grazie incondizionato appare un atto dovuto!