Hi Paola,
I have now had a chance to
listen to your music, which is magical and atmospheric. You are welcome to
quote my above words.
With very best wishes,
Steve Hackett
Basterebbe questa frase
dell’indimenticato chitarrista dei Genesis per stimolare la curiosità verso il
nuovo lavoro di Paola Tagliaferro, ma provo ad aggiungere il mio ben più
modesto pensiero, con un po’ di approfondimento.
In tempi di tecnologia avanzata,
che permettono di realizzare musica casalinga in spazi temporali
ristrettissimi, sapere che un nuovo album ha avuto una gestazione di tre anni
porta all’approfondimento dell’ascoltatore curioso e… un po’ dentro le cose!
Paola Tagliaferro - vocalist, musicista, performer
completa - ci racconta i dettagli del suo progetto, “fabulae”,
e favorisce l’entrata facilitata nel suo mondo magico.
Non saprei dare un’esatta
definizione della sua musica, quelle etichette che tanto piacciono agli
intellettuali della musica e che rispondono a rigide esigenze di protocollo.
Nel percorso di Paola non c’è nulla di rigoroso, musicalmente parlando, ma
esiste un’esigenza predominante che è la ricerca dei significati profondi della
vita - e quindi dell’io -, oltrepassando gli aspetti materiali a favore della
spiritualità, utilizzando la sua arte come tramite tra sé e ciò che necessita,
anche, di fede certa. Non basta. Paola non è votata all’isolamento che spesso
caratterizza chi predilige gli aspetti trascendenti della vita, ma vive di
condivisione, che nel caso specifico diventa un sentiero guida che sfiora gli
aspetti didattici.
Il “quaderno” che mi sono trovato
tra le mani, in doppia lingua, facilita questo cammino, e accende una luce per
chi seguirà:
“Facesti
come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte” (Dante-Purgatorio)
Il sentiero che vuole
descrivere Paola Tagliaferro si schiude con la sua chiosa: “Durante il giorno sogni e paure dormono
negli alberi come fauni e ninfe, ma nella notte si svegliano per camminare nel mondo
sommerso- “fabulae”, Un sentiero nel bosco”.
E’ un lavoro fatto in totale
autarchia creativa, con Paola nelle vesti di polistrumentista e driver in ogni
momento del progetto, ma sono molti gli aiuti significativi, materiali e
spirituali, come emerge nell’intervista a seguire.
Alla fine si contano 11 brani
inediti e 2 chicche che riportano ad amici significativi di Paola, Greg Lake (“Moonchild”) e Bernardo Lanzetti, che per
lei ha scritto “To Absent Friends”.
In particolare, l’incontro di
Paola col vate Lake rappresenta una svolta - non solo artistica - che risulta
condizionante anche oggi che il mito di King Crimson e ELP non è più tra noi.
Ho avuto l’opportunità, nello
spazio di un anno, di ascoltare “fabulae”
dal vivo, rendendomi conto di come certa musica, apparentemente meno semplice
da metabolizzare all’impatto, riesca ad arrivare facilmente all’audience, se
adeguatamente preparata, e l’originale “quaderno” che contiene “fabulae” ha il grande pregio di
condurre, passo dopo passo, lungo una via fatta di magia, di parole e suoni
soffusi, di suggerimenti fatti sottovoce, di fede e speranza, di immagini bucoliche e semplici
che testimoniano gli eventi quotidiani, di dolori, di amori, di relazioni, di
fatti certi e di azioni inconsce, di simbolismi, di viaggi universali, di
“camminate” interiori.
Qualche traccia rilevata
all’interno del book: “… la voce
dell’anima che ritroviamo seguendo l’istinto… prigioni create dalla nostra
mente o da persecutori che incontriamo lungo il cammino… ritrovare il Divino che
è in tutti noi nella pratica della meditazione… il sentirsi non accettati, che
porta infelicità e solitudine… l’errore che fanno le donne di dimenticare la
loro essenza per rimanere in coppia… il viaggio attraverso conscio, inconscio e
subconsio… creare un ponte tra i due mondi, oriente e occidente… la
trasformazione alchemica di due amanti in un unico corpo d’oro…”.
Paola Tagliaferro ci regala la sua arte, il suo modo di vedere la vita e le sue soluzioni, e propone liriche profonde e sperimentazione musicale che passa attraverso lunghe esperienze e certificate skills.
Una grande sorpresa, un’artista
ispirata che, appagando le proprie esigenze artistiche e umane, indica una
possibile via di fuga verso la serenità.
“Fabulae” supera la dimensione musicale e regala attimi di
coinvolgimento puro e contaminazione dei sensi. Una chicca.
Sul sito di riferimento http://www.paolatagliaferro.it/owlrecords-preview.htm è possibile fruire dell’anteprima dei brani in lingua italiana e inglese.
Leggiamo il suo pensiero…
Per chi come me avesse la fortuna
di avere tra le mani il “quaderno” che contiene l’essenza del tuo nuovo lavoro
non sarebbero necessarie, forse, domande chiarificatrici, ma proviamo ad aprire
la strada e a stimolare la curiosità di chi volesse avvicinarsi al tuo “Fabulae”. Partiamo dal titolo: qual è il
motivo della scelta?
Tutto è nato dallo studio del messaggio psicologico e spirituale che
portano le “Favole e le antiche filosofie”. Cercavo un titolo che contenesse
entrambi i significati e parlando con l’amico, regista/musicista Francesco
Paolo Paladino è nato il titolo “Fabulae”.
La gestazione è stata molto lunga,
circa tre anni: che cosa contiene dal punto di vista dei messaggi?
Da anni, attraverso letture, studi ed esperienze di vita, conduco
la mia ricerca spirituale per evolvere nella consapevolezza e percepire ciò che
non è evidente. Ritengo il suono fondamentale per il raggiungimento delle alte
frequenze che portano a uno stato di armonia, pace e bellezza. In “Fabulae” si fondono allegorie, simboli e
suoni esoterici. Percorsi guidati da testi importanti di filosofia Zen,
Buddismo, Induismo, psicologia e da studi e ascolti musicali dell’antico canto
Dhrupad, dei classici europei, delle sperimentazioni dei compositori del primo
novecento, del rock progressive degli anni ’70, dell’avanguardia, fino ad
arrivare alle improvvisazioni spontanee contemporanee.
Ovviamente non possiamo scindere la
musica dalle liriche, ma gli importanti aspetti sonori, e l’utilizzo da parte
tua di moltissimi strumenti, obbligano ad un approfondimento dei dettagli
tecnici…
La voce resta il mio strumento principale. Ho studiato e
sperimentato molto, dal canto Dhrupad all’avanguardia, sempre alla ricerca del
“Suono primordiale”. “Fabulae” é un
album acustico e minimalista, ogni pezzo introduce in una stanza diversa del
castello e in ogni composizione ho scelto quali strumenti potevano accompagnare
la mia voce nel percorso. Da sempre amo studiare le diverse sonorità: chitarra,
dulcimer, zither, campana tibetana, o campane a vento, tampura, cayon, calimba,
sassi marini, bacchette, cembalo, nacchere…
Alcuni musicisti ti hanno
accompagnato nel tuo viaggio, uno su tutti Pier Gonella: mi racconti qualcosa
sulle collaborazioni utilizzate in “Fabulae”?
Pier Gonella, prima chitarra e ingegnere del suono, ha saputo
accompagnarmi in questo viaggio durato tre anni con grande talento e
professionalità. Con Pier ho curato tutti gli arrangiamenti. “Fabulae” è stato registrato presso il
suo studio MusicArt a Rapallo ( GE) di Pier Gonella.
Altri bravissimi musicisti sono ospiti in alcune composizioni:
il Maestro Akhilesh Gundecha mi ha fatto il grande onore di
registrare un ciclo ritmico con il pakhawaj per la mia composizione “Algoritmo: un ponte tra i due mondi”; il
musicista Giuliano Palmieri ha fiorito alcune mie composizioni con ricercate
sonorità elettroniche e con un meraviglioso pianoforte sospeso nella “Fanciulla alata”; la brava Giulia
Ermirio è intervenuta in diversi pezzi con la sua viola, ad esempio in “Bianca Dea” e negli “Alchimisti”, Roberta Righetti Namastè ha
pizzicato con maestria il suo violino nel pezzo d’apertura, “Il risveglio della lupa”, Luigi
Jannarone ha suonato e cantato con me “Il tamburo della sciamana” mentre Angelo
Contini ha fatto da sfondo con il didgeridoo al rito introduttivo del pezzo
recitato dalla sciamana peruviana Martina Mamani.
I dialoghi sui percorsi percorribili con l’amico, regista e
musicista, Francesco Paolo Paladino hanno sicuramente influenzato e sostenuto ”Fabulae”.
Ho avuto l’occasione di ascoltare
l’album dal vivo, ma devo dire che anche la fruizione del Cd, magari solitaria,
trasporta in una dimensione particolare e trascendente, una sorta di viaggio
verso sentieri inesplorati: che cosa ti ha ispirato?
Mi ha ispirato la ricerca del suono primordiale, delle alte
frequenze, del risveglio spirituale e dell’armonia universale.
Nonostante la partecipazione di
alcuni amici possiamo parlare di una certa autarchia musicale, visto è quasi
tutto il frutto del tuo impegno, produzione compresa: questo significa mettersi
alla prova o è meramente ciò che ti sentivi di fare in questo preciso momento
della tua vita?
Ho sentito la necessità di esprimere la mia musica esattamente
come la sentivo dentro, solo io potevo farlo, per questo ho curato
personalmente sia la composizione che la produzione di ”Fabulae”. Ho registrato in due versioni, italiano e in inglese,
perché ritengo sia importante comprendere assieme alla musica i testi, per
questo ho cantato nella mia lingua e nella lingua internazionale.
Per le traduzioni devo ringraziare la supervisione di due care
amiche, Clare Marsh e Elisabeth Caligione.
Il 12° brano, “Moonchild”, profuma di Greg Lake: quanto
è stata importante la sua presenza nella tua vita? Quanto ha influenzato questo
tuo nuovo disco?
Quello con Greg Lake è stato un incontro molto importante. Ci
siamo conosciuti nel 2012, quando ho organizzato per lui tre concerti. Lui ha
apprezzato la mia voce e mi ha convinto con diverse corrispondenze a trovare
l’autonomia nella composizione e nella produzione della mia musica. Greg prima
di morire mi ha promesso che saremmo restati in contatto qualsiasi cosa fosse
accaduta e così è, la sua voce e il suo talento toccano la mia anima e la sua
amicizia spirituale mi sostiene e aiuta.
Tra i brani “ospiti” c’è anche “To Absent Friend”, che avevo avuto
occasione di ascoltare in anteprima lo scorso anno a Zoagli; la domanda ricalca
quella precedente ma vede come protagonista Bernardo Lanzetti: che tipo di
aiuto è stato per te?
Bernardo Lanzetti è un caro amico, un artista eclettico con una
splendida voce e una professionalità incredibile. Bernardo, oltre ad avermi regalato
il brano “To Asent friend”, lo ha
cantato con me, e questa è stata un’emozione e un’esperienza per me importante
e emozionante. Bernardo mi ha insegnato molti particolari tecnici, segreti preziosi
di cui farò tesoro.
L’idea del “quaderno” di antica
memoria, con la preparazione ad ogni singolo brano e l’inserimento del Cd mi
pare originale, efficace e al contempo didattica e didascalica: me ne parli?
Il quaderno-audio è nato dalla necessità di presentare l’album ”Fabulae” con una guida per introdurre
l’ascoltatore nelle diverse stanze esoteriche. Ho trascritto tutti i testi in
italiano e in inglese, mentre il Cd potrà essere o in italiano o in inglese, a
scelta.
La foto di copertina è stata scattata durante le riprese del
bellissimo video del mio brano “ Bianca
Dea”, ideato e diretto da Francesco Paolo Paladino.
A giugno fa ci siamo ritrovati a
Zoagli per una seconda edizione di un festival che oltrepassa l’elemento
musicale a favore di un’apertura alla contaminazione delle arti: che giudizio
ti senti di dare sulla partecipazione e sulla riuscita in generale?
In collaborazione con il Comune di Zoagli, con il Festival Internazionale
di poesia di Genova e con l’Accademia Internazionale delle arti “La compagnia
dell’Es”, di cui sono presidente, quest’anno abbiamo inaugurato, in memoria di
Greg Lake il “1° Art in progress event” a Castello Canevaro, con madrina Regina
Lake. Abbiamo avuto come ospite principale Juri Camisasca che ha tenuto un
meraviglioso concerto serale e ha presentato il docufilm “Non
cercarti fuori”,
con il regista Francesco Paolo Paladino. Il film è un importante documento su
Juri Camisasca, nato da un progetto di Antonello Cresti e Francesco Paolo
Paladino. Un altro momento importante è stato quello dedicato alla poesia, con
il poeta venezuelano José Pulido, il poeta Claudio Pozzani e la scrittrice
Barbara Garassino. Nel pomeriggio ho presentato sete brani di ”Fabulae” con
i miei amici musicisti che hanno collaborato all’album, ai quali si è aggiunta
la prima chitarra Marco Traversone - che assieme a Pier Gonella hanno reso
indimenticabile “La stanza di barbablù”
- e il pianista Andrea Vulpani che ha accompagnato i miei brani e alcuni pezzi
di Juri Camisasca.
Grande emozione all’apertura dell’evento, quando in presenza
delle autorità istituzionali e di Regina Lake è stata scoperta la targa in
memoria di Greg Lake sugli scogli in passeggiata mare di Zoagli.
Sono felice del risultato il pubblico è stato numeroso dalle ore
17 alle ore 23,30, ma l’aspetto che mi ha colpito di più è stato l’interesse
profondo suscitato dai vari momenti.
Per il successo dell’evento devo ringraziare oltre agli ospiti intervenuti
il Comune di Zoagli, il presidente del Festival Internazionale di poesia,
Claudio Pozzani, il duca Emanuele Canevaro, la mia vice-presidente Lydia
Soltazzi, con la sua esposizione dell’artigianato locale e ai
ristorante La Manuelina per l’aperitivo che ha offerto a tutti gli ospiti. Un
plauso al service Limelight.
E’ nostra intenzione riproporre il “2° Art in progress event” il
prossimo anno sempre aperti
a 360° sui vari campi artistici. “Art in progress”, si impegna a dare voce a
coloro che dimostrano profondità e ricerca del nuovo, nell’ espressione
artistica.
Dopo uno sforzo lungo e prolungato
come quello che ti ha portato alla realizzazione di “Fabulae” hai già in mente altri passi del tuo futuro percorso?
Vorrei portare “Fabulae” live in Italia e all’estero, ma nel
frattempo il mio percorso di ricerca e i miei studi proseguono e sicuramente mi
porteranno a nuove sperimentazioni e composizioni. Studio, ascolto, meditazione
e composizione sono gli stimoli che danno un senso profondo al mio cammino.
Sono felice quando scopro un nuovo sentiero… verso la Luce.