Il Chapeau, a Savona,
riapre i battenti e mette in vetrina il cantautorato di classe, proponendo il concerto
di Luigi Mariano,
introdotto dall’amico genovese Emanuele Dabbono, artista dal nutrito curriculum -
dalla partecipazione alla prima edizione di X Factor alla partecipazione, in
veste di autore, al recente album di Tiziano Ferro.
Mariano, salentino di nascita,
anch’esso con una storia importante alle spalle nonostante la giovane età, propone il suo nuovo disco “Canzoni all’angolo”, carico di collaborazioni
illustri - da Cristicchi a Marcorè - presentato in questa occasione in versione
minimalista: la voce e la chitarra… la voce e la tastiera… e il tocco
dell’armonica…
Location ideale per l’occasione,
con un pubblico attento, non casuale, piuttosto interessato alle idee e alla
musica di questo cantastorie che tiene il palco intercalando la musica con gli
aspetti didascalici, e tutto ciò permette di farsi un’idea più approfondita, di
capire il messaggio, di veder svelato qualche aspetto criptico che, fatalmente, rimane
la caratteristica di ogni canzone, spesso fatto volontario, a volte
inconsapevole. Dare interpretazioni personali a ciò che si ascolta fa parte
della normale e positiva interazione, ma conoscere dalle parole dell’autore le
motivazioni per cui un brano nasce ed evolve mi pare un aspetto importante che facilita
la messa a fuoco di un artista e della sua filosofia.
E così emerge l’importante figura
del padre attraverso un rapporto “rubato” ad altri e fatto proprio, ma
soprattutto è evidenziata la necessità di “curare” il mondo quotidiano fatto di
marginalità, di anime a volte nascoste, di cose pensate e non dette, di tempi di
intervento che non combaciano e rischiano di farci perdere occasioni
significative.
Tutto questo nasce molto tempo fa,
con l’album “Asincrono”, che commentai all’epoca della sua uscita, e il nuovo “Canzoni all’angolo” appare come il proseguimento di una personale
evoluzione che però trae linfa dai convincimenti basici, da radici profonde che
non posso essere scalfite.
Sul palco le canzoni nuove e
quelle antiche si mischiano, e Mariano alterna gli strumenti a sua disposizione
raccontandosi al pubblico interessato.
Eccolo nel brano “Il
giorno no”, per qualche motivo tecnico a me sconosciuto rimasto sfasato tra voce e immagini, ma parlando di ... asincronia, restiamo perfettamente in tema!
Non può mancare la performance di
Dabbono, che colpisce nel suo intervento solista - “Il conforto” - per l'evidente difficoltà esecutiva affrontata con disinvoltura e per l'originalità espressiva,
ma è nell’incontro sul palco con Mariano che emergono amori comuni - il blues, Springsteen,
la venatura rock -, e l’affiatamento tra i due artisti appare palese per chi può
godere dello spettacolo, a pochi passi dal palco.
E proprio di questo episodio propongo una testimonianza video: il brano di
Springsteen è “Lucky Town”:
Luigi Mariano continua il suo tour
italiano che lo vede toccare molti punti della nostra penisola, e a chi vedesse
il suo nome in vicinanza del proprio luogo di vita consiglio un paio di ore di
fermata: l’arte, la simpatia e la semplicità di questo cantautore degli anni
2000 potrebbe essere contagiosa… felicemente contagiosa!
E per noi savonesi l’augurio è che
il Chapeau possa diventare un punto di incontro per chi ama la musica di
qualità e il ritorno ad una serena socializzazione…
IL PALCO IN ATTESA…
LA SCALETTA