lunedì 18 luglio 2016

Porto Antico Prog Fest: il resoconto



Serata di pieno prog quella di sabato 16 luglio a Genova.
Studio Maia e Black Widow Records organizzano una kermesse di tutto rispetto, dal nome che svela immediatamente il genere proposto: Porto Antico Prog Fest.
Non posso raccontare quanto accaduto al pomeriggio sul palco Millo, dove erano di scena due gruppi genovesi di importanza rilevante, La Coscienza di Zeno e i Fungus, non potendo essere presente, ma sono stato testimone di quanto avvenuto tra le 20.20 - orario spaccato! - e la mezzanotte passata, sul palco PIAZZA DELLE FESTE.
Pubblico folto e appassionato, con la presenza di alcuni valenti musicisti.
Apre il concerto Il Tempio delle Clessidre, che presenta una grande novità, la presenza alla batteria dell’ex Anglagard Mattias Olsson.
Come appare ovvio, avere un musicista che abita in un altro stato non agevola l’immediato accordo, ma ciò che emerge è un buon spirito di gruppo e un certo stato di serenità, presupposti per arrivare ai migliori risultati possibili.
E’ stata l’occasione giusta per presentare alcuni brani del nuovo album, la cui uscita è prevista entro la fine del 2016.
Set diviso quindi tra nuovo e pregresso, con un’annotazione da parte di Elisa Montaldo che evidenzia le differenze dei nuovi brani, definiti meno oscuri rispetto a quelli dei due dischi precedenti.
L’audience apprezza e sottolinea con calore il passaggio tra i vari episodi.
L’ultima volta che vidi il Tempio era in occasione di un set acustico, che apprezzai molto, ma questo nuovo volto legato ad un cambio importante di line up e ad un’evoluzione naturale, credo sia il più coinvolgente, e il più… prog, ammesso che le etichette abbiano un senso.
Il Tempio delle Clessidre sono: Elisa Montaldo (tastiere e voce), Fabio Gremo (basso), Giulio Canepa (chitarra), Franceso Ciapica (voce) e Mattias Olsson alla batteria.
Aspettiamo il nuovo disco con curiosità.
Dopo un’ora precisa termina la prima parte ed Elisa si ferma a chiacchierare sul palco, seguita a ruota da una grande musicista napoletana, di casa a Genova, Sophya Baccini.
E’ questa l’occasione per recepire le news relative ai vari percorsi di Sophya, che ben presto proporrà nuovi progetti musicali.
E arriva il momento di un altro gruppo casalingo, i Garybaldi, privi da ormai di un paio di anni del leader Bambi Fossati, ma ben decisi nel dare una svolta precisa alla loro storia.
E’ di questi giorni l’uscita dell’album “Storie di un’altra città”, una parte del quale proposto nell’occasione.
Ho appena avuto modo di ascoltare il lavoro in studio, ma anche il versante live appare decisamente di qualità, e la strada intrapresa lascia intravedere un percorso innovativo e piacevole.
Grande successo personale per l’ospite, David Jackson, che nel disco appare in un solo brano, ma che on stage si è… allargato, riuscendo a buttare tra le righe profumo di “Theme One”, e semi di “Man Erg”.
Un capolavoro di arrangiamento la conclusiva ”Killer”, che non ascoltavo dal vivo da diversi anni.
Insomma molto Van der Graaf... misto a Garybaldi!
Chiacchierando con David nel backstage, ho scoperto come la partecipazione al progetto dei Garybaldi sia qualcosa di molto sentito, e non un mero gettone di presenza, e vedere il suo entusiasmo fanciullesco è fatto contagioso.
Grande David Jackson!
I Garybaldi sono: Maurizio Cassinelli (batteria, percussioni, voce), Jon  Morra ( tastiere, voce), Alessandro Paolini (basso, contrabbasso), Davide Faccioli (chitarra), Marco Biggi alla batteria.
Altra sosta e sale sul palco Pino Sinnone, anche lui pronto a raccontare le sue news sul nuovo modello “TRIP”, seguito da Maurizio Cassinelli, il più antico degli attuali Garybaldi, pronto a soddisfare qualche curiosità dell’intervistatore.
Conclusione di stampo “Jethro Tull”, con la Beggar’s Farm che trova un accompagnatore nobile, Clive Bunker.
E’ un repertorio vasto e conosciuto quello che propongono, sempre entusiasmante, e per poter capire il grado di coinvolgimento - arrivato a dire il vero step by step - sarebbe stato utile posizionarsi alle spalle del pubblico, davvero partecipativo.
Si pesca nel repertorio più antico, che è poi quello a cui occorre fare riferimento quando si pensa alla discografia legata a Bunker, ma non manca qualche passaggio “estraneo” a Clive.
Musica pazzesca, con i migliori interpreti possibili, guidati dal leader Franco Taulino.
Chiusura in bellezza, con l’assolo immancabile di Bunker, sulla conclusiva “Locomotive Breath”.
La Beggar’s Farm è composta da: Franco Taulino (voce e flauto), Kenny Valle (tastiere), Sergio Ponti (batteria, in questo caso solo nel primo brano), Daniele Piglione (basso), Andrea Vercesi (chitarra acustica, in sostituzione di Mauro Mugiati), Brian Belloni alla chitarra elettrica.
Ecco un medley di serata... una grande serata!