Non conoscevo il progetto The Rome Pro(G)ject, eppure il
successo del primo atto omonimo risale a tre anni e mezzo fa e, vista la
tipologia musicale e il pugno di ospiti rilevanti, l’album non è certo passato
inosservato!
Tutto ruota attorno a Vincenzo Ricca, amante della musica
progressiva intesa come pura espressione strumentale, capace di raccogliere
tracce di nobile passato, in bilico tra Genesis e Yes.
Il nuovo capitolo si intitola “II – Of Fate and Glory”, uscito intenzionalmente
il 21 aprile, nel 2769mo anniversario della nascita di Roma, città a cui è
dedicata la musica di Ricca.
Dice l’autore: “Il disco è una storia musicale “of fate and glory” dell'antica Roma, dalla fondazione alla sua massima espansione territoriale, dopo 870 anni di conquiste continue.”
Dice l’autore: “Il disco è una storia musicale “of fate and glory” dell'antica Roma, dalla fondazione alla sua massima espansione territoriale, dopo 870 anni di conquiste continue.”
Gli ospiti sono grandi esponenti della musica
progressiva storica: Steve Hackett, David Jackson e Bill Sherwood, ovvero una rappresentanza significativa di Genesis,
VdGG e Yes.
Poteva bastare? Beh, aggiungiamo il genesisiano Franck Carducci, i due Narrow Pass Mauro Montobbio e Luca
Grosso e un paio di RANESTRANE -
Riccardo Romano e Daniele Pomo.
Ma c’è ancora una chicca, la presenza di Madame Hackett, ovvero Joanna "Jo" Lehmann,
coautrice della title track, brano in cui ha anche il ruolo di voce narrante,
con il compito che nell’album di esordio fu di Francesco Di Giacomo, la voce guida
che declama i titoli dei brani che compongono il disco.
10 tracce + bonus costituiscono episodi che si
sviluppano per oltre un’ora tra suoni e atmosfere conosciute, che riportano a
una particolare musica seventies, quella in cui i tappeti tastieristici di
Wakeman e Banks intrecciavano i lunghi assoli di Hackett e Howe, mentre le
sonorità ipnotiche della “famiglia” Hammill toccavano cuori e menti, tra momenti
onirici e paesaggi distopici.
Occorre sottolineare come l’apporto dei guests
superi la tradizionale parata di artisti illustri, che solitamente si limitano
all’apporto - importante - strumentale: basta dare un’occhiata agli autori dei brani e
troveremo oltre a Vincenzo Ricca la già citata Jo Hackett, il marito Steve,
Jackson, Sherwood, Montobbio e Paolo Ricca jr.
L’album ha un obiettivo dichiarato, l’omaggio a
una città che, a dispetto del suo immutato fascino, vive un momento di
difficoltà reale e di immagine, e sembra quasi che Ricca accorra in suo
soccorso, accostando l’immortalità della capitale a un elemento, la musica
progressiva, che appare perfetta per delineare l’evoluzione storica,
rinvigorendo e rendendo eterno il binomio tra lo scandire del tempo e trame sonore
a esso dedicate.
La sintesi che si può trarre e quella che “II –
Of Fate and Glory” non è un contenitore per pochi addetti ai lavori, ma
è congeniato in modo così accurato e con tale gusto che per catturarlo è
sufficiente la giusta sensibilità e il virtuosismo d’animo, caratteristiche che
niente hanno a che vedere con la suddivisione di genere e di gradimento, tipica
di chi ragiona in termini di businnes musicale.
Gli attori sono stratosferici e, dalle parole di Vincenzo
Ricca - proposte a seguire - emergono dettagli che svelano la sua filosofia di
lavoro e le difficoltà conseguenti, ma il risultato è davvero straordinario,
non solo per l’ascoltatore ma anche per chi è stato parte costituente del progetto, come
dimostrano i commenti che ho raccolto a fine articolo.
Ho ascoltato tutto di un fiato e sono tornato
indietro nel tempo… ho ascoltato una seconda volta e ho guardato il video che
vede Hackett in primo piano: davvero un grande lavoro!
L’INTERVISTA
Potresti
sintetizzarmi la tua storia musicale e le tue esperienze formative?
Suono ad
orecchio da quando avevo tre anni. Ho da sempre ascoltato ogni genere musicale
e per questo sono molto attirato dall'arrangiamento dei brani nei quali amo
inserire qua e là suggestioni già ascoltate e comunque mie ispiratrici. Scrivo
colonne sonore per documentari e compongo molto per diverse sound libraries. Il
prog, quello più melodico, e meno strettamente tecnicistico, è il mio genere
preferito. Il mio primo album del genere fu A
trick of the Tail nel 1976. Da allora è stata tutta una meravigliosa scoperta
a ritroso e in avanti.
Non
conoscevo il progetto “The Rome Pro(G)ject II”: mi racconti di cosa si tratta?
"Of Fate And Glory" è il seguito
naturale dell'album che si intitola come il gruppo, e che è uscito tre anni e
mezzo fa riscuotendo molto riscontro tra gli amanti del genere, ma è un
concetto diverso. I brani del primo album erano un ritorno alla musica prog
degli anni ‘70. Erano "una passeggiata musicale attraverso i luoghi, la
bellezza e la grandezza della Città Eterna". C'erano Francesco Di Giacomo,
Richard Sinclair, David Cross, John Hackett, Nick Magnus... Avevo ospitato due
brani composti da altri. Della compagine scorsa sono ancora con me Steve
Hackett e David Jackson. L'inserimento del funambolico Billy Sherwood ha
aggiunto la modernità che cercavo per questo sequel. In questo album si parla
in musica di Roma, vista come una storia predestinata per volontà divina poi
concretizzatasi per il valore degli uomini che hanno impersonificato quella
volontà. Si va dalla leggenda della Lupa e di Romolo e Remo fino al 117 d.C.,
cioè al momento storico in cui, grazie a Traiano, la conquista del Mondo
conosciuto da parte di Roma raggiunse la massima espansione.
Nei credits
si notano ospite illustri - S. Hackett, D. Jackson, B. Sherwood- alcuni dei quali conosco personalmente: come
è nata la composizione delle collaborazioni?
Questo
disco, diversamente dal primo, è firmato fin dalla copertina dai big che hai
citato. Il primo disco era più misterioso... questa sigla mai sentita... i nomi
quasi illeggibili degli illustri partecipanti. Il mio nome assente. Adesso è
qualcosa di più: Steve e David sono coautori di tre brani assieme al sottoscritto.
Billy suona in quattro brani e, di questi, ne scrive due con me. Altri grandissimi
musicisti, più giovani ma certamente all'altezza - come Riccardo Romano delle
RaneStrane e della Steven Rothery Band, che ha anche missato e masterizzato il
disco - hanno aggiunto una modernità che ho qui volutamente cercata, così come
l'avevo rifiutata nel primo album.
Ci sono
anche un paio di Narrow Pass e Franck
Carducci: sono i Genesis gli ispiratori principi… il collante del vostro
collettivo?
Sai,
l'ensemble è molto variegato e competitivo. Io sono un "allegro
despota", per cui i collaboratori (compositori, musicisti, grafico,
fonico, fotografo, regista) sono un pò "costretti" e lo sanno.
Difficilmente consento una contaminazione di idee... tuttavia questa volta mi
sono lasciato coinvolgere di più sotto questo punto di vista, e devo dire che
sono piacevolmente soddisfatto di questo mio cambiamento e del risultato.
Genesis, Yes, Crimson, Pink Floyd, Marillion, J. Tull, Vdgg, Camel...The Rome
Pro(G)ject nasce come un tributo a Roma e al prog che conta, quello che ha
fatto la storia di questo genere.
Non avevo
mai sentito Jo Hackett in un ruolo musicale mentre in questo caso è annoverata
anche tra gli autori in un brano: come sei arrivato a tale coinvolgimento?
Un
piacevole inedito, ho il primato per questo! Pur avendo scritto brani con Steve
ed aver fatto alcune vocal harmonies nella produzione hackettiana più recente,
Jo non si era mai ascoltata così "in primo piano", peraltro nel ruolo
di una voce guida che declama i titoli dei brani che compongono il disco.
Ricopre il ruolo che nel primo album ebbe il grandissimo, caro ed
indimenticabile Francesco Di Giacomo. In quel caso "Big" impersonava
Tito Livio e declamava nel prologo e durante il primo brano estratti dall'Ab
Urbe Condita. La signora Hackett è una persona eccezionale, ed è stata la
madrina di questo progetto. Mi ha incoraggiato a realizzare il primo disco ed
era naturale avesse un ruolo che ha accettato di buon grado e con l'entusiasmo
che la contraddistingue.
A proposito
di “autori”, generalmente i guests si limitano a fornire un cameo musicale, ma
in questo caso ho visto che i tre “monumenti” succitati firmano alcuni pezzi: è
stato complicato?
Con i big
non esistono complicazioni. La loro professionalità e la loro disponibilità è
davvero disarmante. Steve ha ripetuto passo passo la linea melodica che avevo
disegnato per lui nel brano di apertura, che è un chiarissimo omaggio al suo
stile chitarristico e in particolare ad "Hairless Heart". Per non parlare della sincera amicizia di
Steve (e Jo) dimostrata in occasione delle riprese del video promozionale, che
ha anticipato la release del cd! David è un "magnifico casinista" che
si diverte di gusto a suonare e a comporre le parti. Ti assicuro che missare
fino a undici tracce di fiati non è impresa facile... Un numero di tracce pari
a quelle di una batteria! Billy è stato splendido. Gli ho chiesto un basso
"alla Squire", prima degli eventi che lo hanno portato a sostituire
il compianto Chris Squire negli Yes, e si è superato. Un ottimo
polistrumentista, per The Rome Pro(G)ject suona anche chitarra e batteria. La
persona giusta visto "il tiro Yes" di un bel pò di brani. Devo infine
ricordare che per impegni e/o malanni, e pur avendomi assicurato la loro
partecipazione, sono mancati all'appuntamento Rick Wakeman, Steven Rothery e
David Cross. Le parti che avevo pensato per loro comunque nel disco sono
facilmente riconoscibili.
L’album è
strumentale - se si esclude il recitato di Jo nel primo pezzo: non c’è spazio
per le liriche nella tua musica?
Amo la
musica strumentale e questo progetto lo definisco "un multimediale per
immaginazione e melodia". Quindi niente liriche, ma visioni e suggestioni.
Basta un titolo per suggerire all'ascoltatore il periodo e i luoghi che lo
stesso titolo ripercorre.
Come
pubblicizzerete l’album? Sono previsti live con parte dei protagonisti?
Non è
umanamente possibile pensare di organizzare una cosa del genere, neanche per un
evento unico, anche se mi piacerebbe. Quindi sin dall'inizio di questa
avventura è stato chiaro questo concetto. Si potrebbero organizzare
presentazioni in luoghi chiave del prog, in Italia e all'estero, con la
partecipazione di questo o quel "big", ma dovrei già andare in
ristampa... la prima stampa è già quasi andata.
Quale
potrebbe essere il passo successivo, nel senso dell’evoluzione del tuo
progetto?
Beh... avevo
davvero pensato di fermarmi qua, anche perchè gestire questa cosa secondo i
miei parametri non è semplice. Quando vuoi il controllo pressoché totale su
tutto, questo perfezionismo si paga in termini di tempo ed energie... e
finanze. Ma le richieste sono tante, e mi sa proprio che il detto "non c'è
due senza tre" finirà con il colpire ancora.
Track list
1) OF FATE AND GLORY (V.Ricca / S.Hackett / J.Lehmann) 3’:53”
2) THE WOLF AND THE TWINS (V.Ricca / W.Sherwood) 3’:38”
3) THE SEVEN KINGS (V.Ricca) 4’:55”
4) SEVEN HILLS AND A RIVER (V.Ricca) 13’:12”
5) FORUM MAGNUM (V.Ricca / D. Jackson) 8’:05”
6) S.P.Q.R. (V.Ricca / S.Hackett) 6’:00
7) OVID'S ARS AMATORIA (V.Ricca / D.Jackson) 6’:53”
8) AUGUSTUS (primus inter pares) (V.Ricca / D.Jackson) 6:19”
9) HADRIANEUM (V.Ricca / P.Ricca) 3’:35”
10) THE CONQUEST OF THE WORLD (V.Ricca / W.Sherwood) 4’:48”
bonus track
11) THE PANTHEON'S DOME (V.Ricca / S.Hackett / M.Montobbio) 4’:30”
"II - OF FATE AND GLORY"
"The Rome Pro(G)ject II"
Steve Hackett electric and classical guitars
David Jackson saxophones and flutes
Billy Sherwood bass, drums and electric guitar
Vincenzo Ricca keyboards
With Mauro Montobbio and Luca Grosso of NARROW PASS
Riccardo Romano and Daniele Pomo of RANESTRANE
Franck CARDUCCI
Paolo RICCA jr.
Giorgio Clementelli
Lorenzo Feliciati
Special guest appearance by Joanna "Jo" LEHMANN HACKETT
(guiding voice on "Of Fate and Glory").
Ho chiesto un commento a David Jackson…
Mi è davvero piaciuto lavorare su
entrambi gli album di Vincenzo Ricca. Il rock progressivo italiano è eccitante
e totalmente imprevedibile, e ho sempre sentito un legame speciale con questo
tipo di proposta. Mi ha particolarmente attratto la qualità e l’originalità
della scrittura, la musicalità di tutti i musicisti e la miscela tra suoni
classici e moderni. E’ stato veramente piacevole suonare ancora con questi
artisti e, alla fine, ascoltare il grande risultato.
… a Steve Hackett…
Sono davvero contento di aver partecipato
al "The Rome Pro(G)ject II". Penso sia un grande concept, fatto di
musica di atmosfera e al contempo potenza pura.
… a Mauro Montobbio…
"The Rome Pro(G)ject II" e' per
me motivo di grande orgoglio, sono stato coinvolto sin dagli inizi del progetto
e sono felice di comparire al fianco del grande Steve, il sogno di una vita!
… a Luca Grosso…
Sono lusingato di aver potuto partecipare al progetto, suonando così
la musica che ho sempre ascoltato. Non avrei potuto desiderare di meglio... sono
riuscito a realizzare un sogno oltre le mie più rosee aspettative!