giovedì 18 giugno 2015

OSANNA-"PALEPOLITANA"


Con un po’ di ritardo, ampiamente spiegato da Lino Vairetti nello scambio di pensieri a seguire, si ricorda e si celebra la nascita dell’album seminale Palepoli, creazione che risale al 1973.
Visto il risultato… valeva la pena aspettare!
Doppio CD/VINILE per riproporre il passato, che diventa il trampolino ideale per presentare il nuovo, con un legame molto forte che, mi auguro, emergerà dalla lettura dell’articolo.
Ma andiamo con ordine, il titolo, quel Palepolitana che è la crasi di due termini simbolo, Palepoli -la “città vecchia” napoletana- e Metropolitana, la subway cittadina, conosciuta e apprezzata per la bella mostra di centri culturali presenti ad ogni fermata: ogni episodio, ogni step, un concentrato d’arte, protetto dalle viscere della terra, ma disponibile per il mondo intero.
L’unione di intenti e idee ha condotto quindi verso la realizzazione di un doppio formato fisico.
Parto dal secondo, l’intera -e corretta, come ci spiega Lino- rivisitazione dell’album Palepoli, molto fedele all’originale, ma con la ripresa di dettagli eliminati nell’album del '73. Questo particolare, unito all’obiettiva diversità della line up, permette di godere di una chicca, che mette un punto fermo sull’elemento storico e mostra il nuovo volto degli OSANNA.
Palopoli, costituito da tre lunghe tracce (Oro Caldo, Stanza Città e Animale Senza Respiro) era lo specchio delle riflessioni giovanili del post ‘68, la contrapposizione tra la voglia di rapida evoluzione e la necessità di mantenere la tradizione, l’occhio del giovane rivoluzionario -rivoluzione intesa come cambiamento- che non rinuncia nemmeno un attimo al suo DNA. Non credo esista in Italia una band così concentrata nel mantenere vivi usi e costumi locali, uniti al rock, a cui possiamo dare molti appellativi, ma sempre di rock parliamo.
Sacra teatralità, oggi come allora, qualunque siano gli elementi, giovani e meno giovani, italiani e stranieri, perché la “scuola Vairetti” funziona bene se c’è l’impegno a proseguire sul binomio “avanguardia e radici”, e se gli ingredienti -in questo caso i musicisti- respirano quell’aria da sempre, beh, tutto si semplifica.
Semmai viene da interrogarsi sul perchè l’inglesissimo David Jackson appaia più napoletano di un… napoletano, a suo perfetto agio e in totale sintonia, dal vivo e in studio, col resto del gruppo. E di questo sono testimone oculare.
Da Palepoli parte un lungo bridge temporale, quello che conduce ai giorni nostri, a Palepolitana appunto.
Ancora una volta un concept che, elemento comune ai due album, parla di Napoli.
Vairetti disegna il momento fantascientifico, che utilizza come metafora e quindi come messaggio da spingere nell’aria.
Il protagonista, mezzo uomo e mezzo androide, arriva casualmente sulla terra e si rifugia nella profondità napoletana, attratto dall’indefinibile, dall’ignoto rappresentato dall’oscurità, che diventa obiettivo da raggiungere e forte attrattiva; e nel suo viaggio viene a conoscenza di un mondo imperdibile, unico, poco conosciuto o volutamente ignorato per lasciar spazio al luogo comune, quel modo di vivere per stereotipi che uccide anche chi lo propone.
Palepolitana diventa quindi il mezzo utilizzato dagli OSANNA per difendere una città -una storia, una cultura, un modo di concepire la vita- che spesso diventa oggetto di feroci critiche, additata come luogo da cui fuggire, cattivo esempio di micro società.
Manifestare l’amore è elemento basico della nostra vita, ma descrivere gli occhi di un essere per noi perfetto, o sottolineare l’incremento del battito cardiaco dopo un incontro magico sono espressioni di quasi normalità, mentre l’apologia della nostra terra, quando vuole esprimere amore, diventa al contempo poesia e impegno sociale, che mi pare sia perfettamente sintetizzato in questo grande progetto targato OSANNA.
Lino Vairetti è diventato un cesellatore, un maestro d’orchestra che ha sempre in mente la trama giusta, su cui poi lascia spazio di manovra: le persone autorevoli se lo possono permettere!
La nuova parte, se guardiamo al mero aspetto musicale, esalta ancor più il legame tra i principi della musica progressiva, la melodia e le atmosfere tipiche di un mondo fatto di teatro, tradizione e utilizzo pieno della lingua madre, il napoletano, idioma largamente usato nell’album, una musica dentro la musica.
Alto tasso di virtuosismo, ma nessuna fuoriuscita dagli schemi, perché il senso di ordine e misura si mantiene anche in presenza di una tarantella.
Esiste una modalità di ascolto che ho adottato e che consiglio, ed è quella legata alla lettura dei testi mentre la musica gira… un seguire passo dopo passo i pensieri targati OSANNA, perché la bellezza di certa musica risiede nell’entrare in sintonia con chi ha sofferto per crearla, e sarà così più facile calarsi nella parte.

Vale la pena ricordare la formazione, che oltre al leader Vairetti -voce, acustica e armonica- prevede Gennaro Barba alla batteria, Nello D’Anna al basso, Pako Capobianco alle chitarre, Sasà Priore alla tastiere e Irvin Vairetti alle tastiere e voce.
Tra gli ospiti, oltre al già citato Jackson ai fiati, Sophya Baccini alla voce, Gianluca Falasca al violino e Angelo Salvatore al flauto.
Grande l’opera sull’artwork, che immagino sorprenderà nel formato vinile.

E allora corri… corri… corriportami con te
Abbiamo sempre bisogno di una linea guida, qualcuno da seguire, e l’intuito ci dirà se varrà la pena rischiare e regalare un po’ di fiducia.
Grande album, una vera nuova vita quella degli OSANNA.



Cosa racconta Lino airetti…

Partiamo dal nome, dalla fusione di due termini che danno vita al nome dell’album, Palepolitana: come nasce l’idea?

Palepolitana è una sorta di acronimo nato da Palepoli (nome storico della città di Napoli e dell’album del ‘73 degli Osanna) e metropolitana. Ho voluto dare risalto ad alcune eccellenze della nostra città (fin’ora alla ribalta dei media per denunciare solo degrado, illegalità, camorra e tant’altro), e la nuova linea della metropolitana partenopea  è un fiore all’occhiello per Napoli; tutte le stazioni sono delle vere gallerie d’arte contemporanea con la presenza di artisti famosi a livello internazionale, una cosa unica al mondo. L’album è una dichiarazione d’amore per Napoli ed è ambientato proprio nell’undergound napoletano, in quelle viscere della terra dove sono nascosti e vivono tutti gli umori, le anime, i fantasmi, le leggende e le storie della città che ha un patrimonio culturale, artistico, musicale e poetico tra i più importanti del mondo.

Il disco esce con un po’ di ritardo rispetto al pensiero iniziale che prevedeva la celebrazione del quarantennale di Palepoli, nel 2013: che cosa ha provocato lo slittamento?

Lo slittamento è stato provocato dalla imprevista pubblicazione del CD “Rosso Rock” (uno splendido e non programmato live in Japan del 2011 che è stato pubblicato nel 2012), e poi alla successiva pubblicazione del doppio DVD “Tempo”, che era già in programma e che, legato alla presentazione di Rosso Rock, ha avuto la precedenza sull’uscita di Palepolitana. Tuttavia questo ritardo è stato provvidenziale perché ci ha permesso di elaborare più materiale ed operare poi una scelta più accurata e interiorizzata.

Il CD è doppio, e ad una prima parte di inediti avete aggiunto la rivisitazione del “vecchio” Palepoli: che tipo di liason esiste tra una musica che gli Osanna crearono oltre quarant’anni fa e quella attuale?

Palepolitana vuole essere una sorta di continuazione di Palepoli. Chiaramente aggiornata coi tempi e sulle tematiche di fondo. Sono entrambi due “concept album” in cui si parla metaforicamente di Napoli. In quello storico c’è più un taglio critico e politico (dovuto anche alle realtà sociali giovanili che si  vivevano  in quegli anni post ‘68), il secondo è una vera è propria dichiarazione d’amore per Napoli. Una esaltazione delle sue eccellenze e delle sue peculiarità più nobili e fantastiche. Musicalmente c’è una differenza di stile dovuta ad un diverso modo di comporre, arrangiare e suonare, più legato alla attualità se pur calato in uno stile che parte da lontano che è prerogativa del nostro modo di esprimerci. La stessa parte letteraria (elaborata esclusivamente in italiano ed in dialetto napoletano), è più in sintonia con i tempi se pur scritta in chiave poetica. Ci sono molte differenze compositive, ma un unico mood interpretativo. Tutto il gruppo si è espresso con la stessa intensità emotiva in tutti e due percorsi musicali.

L’album è di tipo concettuale, come nella più vincente tradizione prog, ma mi pare che in questo caso le storie raccontate abbiano il preciso scopo di proporre una Napoli diversa da come molti la dipingono, presentando una specie di difesa, autorevole, che diventa atto d’amore per una città e per la sua cultura: ho almeno in parte centrato i vostri intenti?

Esattamente. Hai letto quello che è stato l’obiettivo principale del nostro lavoro. Come ho già detto prima Palepolitana è un atto d’amore per la nostra città e pur sapendo che il degrado, la violenza e l’illegalità esiste ed esisterà sempre (come in tutte le metropoli del mondo), abbiamo voluto contestare le immagini mediatiche di Gomorra, del film Passione e le parole dei testi di tanti rapper, che in giro per l’Italia e per il mondo, hanno dato una immagine diversa da quella che è la realtà. Napoli ha anche e soprattutto persone illuminate e straordinarie; ha una storia ed una cultura che si respira in ogni angolo di strada… Le contraddizioni esistono, ma sono anche l’elemento vivo di una civiltà contemporanea che racchiude in se secoli di storia eccellente ed una attualità globalizzata frutto di un mondo digitale che spesso stride e fa a cazzotti. Ma poi coesistono insieme in perfetta armonia, se si ha la capacità di saper leggere e coniugare tutto ciò che è visibile.

Che tipo di impegno ha avuto David Jackson rispetto al passato?

David è per noi un elemento effettivo del gruppo, molto più che una special guest. Purtroppo la distanza, la crisi di questi anni con la difficoltà di fare concerti, non ci hanno permesso di lavorare molto insieme. Tuttavia lui rimane un elemento indispensabile per gli Osanna, per la sua grande sensibilità musicale oltre che per il mito che rappresenta. Abbiamo inviato i file via mail per farli ascoltare lasciandogli ampio spazio creativo ed interpretativo e lui ha lavorato con la sua grande professionalità, sia su Palepoli che su Palepolitana. È presente nel doppio CD al 50 % di tutto il lavoro, con assoli e frasi che sono delle vere “chicche” straordinarie.

Cosa mi dici degli altri ospiti?

Gli altri ospito sono Sophya Baccini (già presente in altri nostri lavori e spesso dal vivo), che ha cantato alcuni brani in dialetto napoletano, interpretando il ruolo della sirena Parthenope. Poi il flautista Angelo Salvatore, che suonava già nella formazione Città Frontale, progetto Osanna negli anni ’90, che ha suonato solo in Palepolitana, e il violinista Gianluca Falasca (nostro direttore d’orchestra e arrangiatore di ensemble di archi), solista in vari brani e in quartetto per i brani Michelemmà e Canzone Amara. Collaboratori di grande talento e di nostra fiducia.

Nelle ultime pagine del booklet sono presenti immagini che fanno riferimento ai primi Osanna, cosa che vi ho visto utilizzare nei vostri live: qual è la tua più forte nostalgia musicale rispetto ai quei giorni, escludendo l’ovvia differenza anagrafica?

Io non sono un tipo nostalgico. Per me il percorso vissuto con gli Osanna dal ’70 è storia, la mia storia, e di questo sono orgoglioso. Le immagini del booklet rappresentano gli Osanna attuali fotografati da Riccardo Piccirillo nell’atelier dello scultore Lello Esposito, famoso in tutto il mondo per le sue opere legate alla napoletanità. Queste rappresentano l’attualità. Ma parlando di Palepoli non potevo esimermi da fare una citazione ed un rimando storico ad immagini della vecchia formazione legate proprio a Palepoli. Era un atto dovuto e voluto con tutto il cuore. Io sono l’unico elemento di continuità di questa magica avventura nata nel ’71 con L’Uomo e arrivata oggi, nel 2015, a Palepolitana. Oggi vivo solo il presente.

Realizzerete Palepolitana anche in vinile?

Certamente. Palepolitana sarà realizzato in doppio vinile con un brano inedito in più, di cui  parlerò in seguito. Un brano legato alla collaborazione con il gruppo torinese Arti & Mestieri. 

A fine luglio suonerete in Liguria (spero di esserci): il nuovo set live prevede la proposizione completa del nuovo disco?

Sì. Suoneremo il nuovo CD e poi tutto il repertorio storico. Oggi abbiamo un repertorio di oltre tre ore (forse anche più) e qualche taglio verrà fatto, o comunque faremo dei medley (come abbiamo già fatto in precedenza),  dove i brani vengono leggermente tagliati per non escluderli dal live.

Aggiungi tutto quello che vuoi fare sapere ai fan degli Osanna e agli appassionati di musica in genere.

Innanzitutto che Palepoli ha delle piccole chicche in più, sono state inserite un paio di cose che all’epoca furono tagliate. Sono solo frammenti, ma hanno una loro giusta rinascita a distanza di 42 anni.
E poi sottolineo un falso storico che è inciso in tutti i CD e LP nati dopo gli anni ’70 con le nuove ristampe. Il falso storico è il frutto dell’incuria o della superficialità di chi ha rimasterizzato il nostro LP senza conoscerne i contenuti. L’errore commesso è il seguente: l’album Palepoli, come tutti i conoscitori sanno, era composto da soli tre brani: Oro Caldo e Stanza Città sul primo lato e Animale Senza Respiro sul secondo lato. Ebbene, se ascoltate un qualsiasi CD pubblicato dagli anni ‘80 in poi, fino ad oggi, i due brani Oro Caldo e Stanza Città sono diventati un unico brano col solo titolo Oro Caldo, mentre Stanza Città è una ripetizione dell’inizio di Oro Caldo, con un brano di sottofondo messo al contrario che io, dopo una attenta analisi, ho scoperto che è There Will Be Time messo reverse. Una traccia inesistente nell’originale. Evidentemente i nastri analogici furono archiviati in modo anomalo e chi si è cimentato a fare il mastering ha fatto un errore clamoroso. Ascoltate e mi darete ragione. Quindi nella nuova versione, in Palepolitana, tutto è apposto e messo al punto giusto.  
Ultima cosa che mi sento di dire: siamo davvero un bel gruppo e vi invito a seguirci con attenzione e con amore che sarà sempre ricambiato da tutti noi.

Tracks Listing
CD 1: Palepolitana
1. Marmi
2. Fenesta Vascia
3. Michelemmà
4. Santa Lucia
5. AntoTrain
6. Anni di Piombo
7. Palepolitana
8. Made in Japan
9. Canzone Amara
10. Letizia
11. Ciao Napoli
12. Profugo

CD 2: Palepoli
1. Oro Caldo
2. Stanza Città
3. Animale Senza Respiro

Liriche
Search OSANNA Palepolitana lyrics

Formazione
- Lino Vairetti / vocals, acoustic and 12-string guitars, harmonica
- Gennaro Barba / drums
- Pako Capobianco / electric, acoustic and 12-string guitars
- Nello D'Anna / bass
- Sasà Priore / piano, Fender Rhodes, organ, synth
- Irvin Vairetti / vocals, mellotron, synth
Con
- David Jackson - sax & flute
- Sophya Baccini - voice
- Gianluca Falasca - violin
- Angelo Salvatore - flute
- Falasca String Quartet