lunedì 1 giugno 2015

Spettri-"2973 - MMCMLXXIII - La nemica dei ricordi"


“Si consiglia l’ascolto al buio e ad alto volume…”.
E’ questa una delle possibili modalità utili alla fruizione di questo secondo lavoro discografico degli Spettri, riportata all’interno del booklet, ma è certo che il poter comprendere qualcosa in più sulla storia, passata e recente, favorisce in ogni caso la godibilità dell’album, perché poterne capire lo spirito, visti i contenuti, mi pare un obbligo per ogni buon musicofilo.
Un lungo titolo, 2973 - MMCMLXXIII - La nemica dei ricordi, è il preludio ad un immaginario salto temporale nel futuro, che disegna scenari, purtroppo, conosciuti.
Nell’intervista a seguire ciò che all'mpatto appare misterioso viene svelato, e di fatto ci troviamo al cospetto di una estrema continuità, un proseguimento della storia musicale scritta nei seventies e ripresa oggi dopo attenta analisi… precisa ma drammatica, perché i temi di fondo rimangono gli stessi.
Se i problemi sociali affrontati nel primo album -il live datato 1972, riesumato/rimasterizzato nel 2011- erano tipici di quei giorni “caldi”, il salto in avanti ripropone situazioni tragiche, e si arriva alla conclusione che nulla è cambiato, perché il problema è l’uomo, e tutto ciò che si è annidiato al suo interno. Il tema del viaggio, valido in ogni epoca, suggerisce una possibile soluzione, che non risiede nella fuga, ma nella ricerca di se stessi, attraverso la conoscenza del mondo circostante, e la nave utilizzata diventa il simbolo del possibile cambiamento, un’opportunità da cogliere, senza certezza di risultato, ma con la consapevolezza che all’accidia e all’ignavia debbano essere contrapposte l’azione e la positività.
E’ dunque questo un caso raro di concept album che racchiude oltre 40 anni e lega a doppio nodo due dischi.
Di quel periodo è rimasto molto per gli Spettri, a partire dalla strumentazione -la stessa di allora- sino ad arrivare ai metodi di registrazione, che prevedono la scelta analogica rispetto a quella digitale, e nel caso della realizzazione del vinile l’LP risulterà completamente AAA, con una produzione limitata in MONO.
Quarantasette minuti di musica, suddivisi su otto tracce, presentano sonorità davvero tipiche del periodo d’oro del prog, per la gioia degli amanti del genere, e la facilità di comprensione dei testi in lingua italiana permette di seguire con semplicità l’evoluzione del racconto; e se il tutto si accompagna alla proposta iniziale -oscurità e alto volume- l’ascolto globale diventa un’esperienza, come dovrebbe accadere quando la musica è costruita e proposta con rilevante impegno, che di conseguenza si travasa  sull’ascoltatore.
Un grande art work -come nella migliore tradizione Black Widow- è il perfetto completamento del modello vintage disegnato dagli Spettri.
L’iter evolutivo ideato dalla band toscana prevede un paio di momenti in cui si cerca collaborazione esterna, e così ritroviamo Elisa Montaldo, de Il Tempio delle Clessidre, che presta la sua voce nel brano Il Delfino Bianco, e occorre sottolineare come si stia ampliando l’orizzonte della musicista genovese, richiesta solitamente come tastierista, suo ruolo primario.
Chiude l’album il brano L’approdo, l’atto finale in cui l’atmosfera prevede il colore celestiale dell’arpa celtica, proposta dal secondo guest, Stefano Corsi. Per il resto dei credits rimando all’immagine di fine post.
Un power sound che riporta volutamente, con convinzione, al profumo di hammond, al vortice del leslie, ai fiati crimsoniani, alla durezza di certa musica che viaggiava su linee parallele al prog negli anni’70, ad una vocalità metallica che si dimostra efficace e funzionale al progetto.
Gli Spettri (Stefano Melani alle tastiere, Raffaele Ponticiello alle chitarre, Vincenzo Ponticiello al basso, Mauro Sarti alla batteria, Matteo Biancolani al sax e Ugo Ponticiello alla voce) sono una band live, e tutto ruota attorno a questo concetto, ben radicato nei vari componenti, e facilmente riscontrabile visionando il filmato relativo alla performance del FIM 2014 (https://www.youtube.com/watch?v=qxvXFtpFino), La nemica dei ricordi, brano che fa parte del nuovo album.
Una bella storia di musica, di talento e competenza, ingredienti che si possono ritrovare, in toto, nel secondo episodio della vita discografica degli Spettri.
Voto altissimo all’album!


L’INTERVISTA

Ho scritto del vostro album “storico” circa quattro anni fa, e ora vi ripresentate con un nuovo impegno discografico: quali sono le differenze più importanti nello scrivere musica quando si è giovani rispetto alla piena maturità -e non mi riferisco solo all’elemento “esperienza”, che  ovviamente pesa?

Guarda è una cosa che mi sono chiesto anch'io, e riflettendo posso tranquillamente dire che non è cambiato molto. La voglia di suonare e raccontare una storia è sempre la stessa. L'impegno è sempre quello, forse oggi c'è più libertà nel senso che non ci poniamo più il problema del cercare di fare " successo ", e poi per noi si tratta solo del secondo progetto, quindi è come se il tempo non fosse passato! Peccato per i chili in più e i capelli bianchi.

Il disco è la prosecuzione ideale della storia iniziata negli anni ’70, e così la concettualità di pensiero non si limita a questo nuovo lavoro, ma allaccia epoche molto diverse tra loro… eppure sembra che poco sia cambiato: può essere questa l’anima del disco?

Sì, il fluire del tempo non conta, poiché il problema è sempre lo stesso e cioè il cercare risposte alle ingiustizie del sistema. I problemi sono sempre i soliti ! Il Vietnam è diventato la Siria e l'umanità continua ad essere divisa fra privilegiati e infelici. Nel primo disco la soluzione pareva fosse la rivoluzione sociale, ma la risposta che il protagonista riceve è da ricercarsi nella natura umana. In questo disco quindi la ricerca diventa viaggio interiore, ed i mostri da affrontare abitano l'intimo. Alla fine si arriva ad una nuova consapevolezza ed equilibrio. Quindi questo viaggio è la prosecuzione naturale del primo, come se gli anni non fossero passati, anzi forse non sono passati!

Mi spiegate il titolo complesso, “2973-MMCMLXXIII-La Nemica DeI Ricordi”?

Semplice: il primo disco era stato registrato live nel 1972. Visto che il nuovo ne è il seguito, l'avremmo potuto sicuramente registrare l'anno dopo e quindi nel 1973... Purtroppo invece sono passati molti anni, tanto che abbiamo deciso di quantificare in tempo “spettrale ", in 1000 anni, e quindi 1972 + 1 + 1000 = siamo nell'anno 2973! Poiché nell'eterno spettrale, gli anni si contano in numeri romani ecco spiegato anche l'anno in numeri romani. La nemica dei ricordi è il sottotitolo ed in qualche modo, essendo la morte la peggiore delle paure da affrontare, riassume anche il senso di questo nuovo viaggio.

Che cosa avete messo in campo per la registrazione, dal momento che siete molto… analogici?

Noi usiamo normalmente gli stessi strumenti degli anni settanta. L'hammond è quello che ho comprato nel ‘71, stessa cosa per il leslie e le chitarre, inoltre volevamo rimanere fedeli alla linea e registrare nello stesso modo che avremmo fatto nel ’73, quindi abbiamo scelto uno studio che ci garantisse gli stessi strumenti e suoni di quegli anni. Abbiamo registrato le basi live su nastro a 24 tracce passando da un banco Neve del 76.
Il mix per l'Lp è stato fatto su un 2 tracce francese del ‘70 e masterizzato sempre in analogico. Il risultato è un LP completamente AAA. Oggi che il vinile è tornato giustamente di moda, pensiamo sia importante non prendere in giro nessuno e farne uno finalmente tutto analogico, visto che la maggior parte dei prodotti stampati recentemente sono solo dei riversaggi di mix digitali. Per quanto riguarda il CD invece abbiamo mixato e masterizzato in digitale, e nel mix ci sono dei leggeri cambiamenti rispetto a quello dell'LP.
Vorrei citare il nostro fonico Francesco Landi che ha fatto un grande lavoro.
Penso sia anche importante notare che rispetto al line up del primo disco ci sono due  novità importanti. La prima è il nostro batterista Mauro Sarti, che nei primi ‘70 aveva formato i Campo di Marte, la seconda riguarda il sax di Matteo Biancalani  che, pur avendo solo 30 anni, è riuscito ad inserirsi e far suonare il suo sax da vero 70's rocker!

Parliamo un po’ degli ospiti: con che criterio è avvenuta la scelta?

Tutto il progetto è stato realizzato con una metodologia filmica; una volta concordato il soggetto abbiamo scritto la sceneggiatura e composto seguendone lo svolgimento.
Ad un certo punto della storia, o meglio del viaggio, il tempo si ferma, il mare si placa, e avevamo bisogno di una voce femminile che interpretasse il brano (Il delfino bianco).
Avevamo conosciuto Elisa da poco e ascoltato il nuovo disco del Tempio delle Clessidre poco prima di registrare il nostro. Fin da subito ho pensato che oltre ad essere una bravissima strumentista sia anche una incredibile cantante ed interprete. Quando le abbiamo proposto di cantare il brano ha accettato subito. È venuta a Firenze ed in poche ore lo ha imparato e cantato... Fantastica!
Alla fine del viaggio invece, il nostro protagonista arriva con la sua nave su un'isola. Volevo che quest'isola assumesse quasi un colore mitologico, quasi fosse una nuova Avalon, e quindi mi è venuto naturale pensare all'arpa celtica. Guarda caso il miglior arpista sulla piazza è anche un grande amico (Stefano Corsi- Whisky Trail) e così è stato facile contattarlo e farlo partecipare.

Mi è piaciuto molto l’artwork: me ne parlate?

La copertina è stata realizzata dal giovane Mattia Sarti (figlio del nostro batterista). Ci piace molto avere dei collaboratori giovani che possano interpretare le nostre idee in modo attuale. Gli abbiamo spiegato un pò il soggetto e lui si è messo al lavoro col suo stile fantasy e talento innato. Penso che abbia colto molto bene lo spirito del viaggio e aiuti a proiettarne l'atmosfera nell'immaginario dell'ascoltatore. Le grafiche all'interno sono state fatte invece da Laura Strino che è una pittrice nostra amica che vive a Parigi. A lei abbiamo invece dato i testi e chiesto che ne interpretasse il significato in immagini simboliche.

E’ prevista l’uscita anche in vinile? Black Widow è molto sensibile a questo aspetto!

Certamente, anzi, visto che lo abbiamo realizzato completamente AAA, Pino Pintabona ha anche ben pensato di farne anche una versione limited in mono! L'uscita è prevista a breve.

Avete pianificato la pubblicizzazione dell’album?

Abbiamo presentato il CD a Firenze con una conferenza stampa alla libreria Ibs; prossimamente presenteremo l'LP e stiamo organizzando il tutto con la Black Widow.
Per quanto riguarda i concerti, dopo averne presentato una breve anteprima al FIM dell'anno scorso, abbiamo fatto la presentazione al Club il Giardino e stiamo pianificando le date per l'autunno.

Eravate al FIM, questa volta in veste di spettatori: che giudizio potete dare della musica ascoltata sul Palco Verde, quello dedicato al Prog?

In generale il FIM è una cosa fantastica da vedere nel nostro paese, quindi complimenti agli organizzatori! Per quanto riguarda il palco verde quest'anno abbiamo potuto apprezzare solo i gruppi di domenica e siamo rimasti molto impressionati dalla qualità eccezionale di tutte le band, ma su tutte dobbiamo sicuramente menzionare la grandezza di Bernardo Lanzetti, che ci ha veramente impressionato, sia per la bravura che per la freschezza della voce! Immortale!

D’obbligo una domanda rivolta al futuro: chi vi ferma più ormai!

Il desiderio adesso è di poter recuperare il tempo perso e poter riuscire a suonare nei posti che contano in questo genere di musica,  facendo conoscere il nuovo disco al maggior numero di appassionati, nel frattempo stiamo già pensando a Spettri 3 e quindi, fra un concerto e l'altro, cercheremo di smaterializzarci per farci il prossimo
"trip".