lunedì 6 gennaio 2014

Roberto Ciotti ricordato da Enrico Polverari


Il 31 dicembre è scomparso Roberto Ciotti, un grande del blues. Ecco il ricordo di Enrico Polverari.

Oggi è una giornata tristissima. E' morto Roberto Ciotti.

Roberto è la persona che ha influenzato più di chiunque altro la mia musica. Lo vidi la prima volta a Cagliari con Simone Blues più di vent'anni fa, concerto al Teatro Alfieri, opening act di Franco Montalbano. Giovani amanti del blues eravamo davanti al teatro già molto prima dell'inizio e lo vedemmo scendere dal taxi con il cappello texano e un gilet di pelle marrone, un mito. Poi la sera in prima fila, all'epoca con Simone eravamo sempre in prima fila emozionati e felici. Che concerto pauroso. Quando passai dalla chitarra classica al blues fu un trauma e la sua mitica videocassetta didattica me la mangiai, mi aiutò moltissimo nel passaggio tremendo tra i due generi e i due modi di suonare lo strumento. Forse l'unica videocassetta didattica che sono riuscito a seguire...ricordo ancora il bellissimo solo di when'smytime, semplice e spettacolare. Nel '95 andai a vivere a roma. I miei amici conoscono a memoria la storia del viaggio infinito coi mezzi dal casilino 28 a trastevere, destinazione Big Mama. Tutti i Sabati a vedere Roberto con la sua band mostruosa: Mick Brill al basso, Sandro Chessa alla batteria, MrLucky Gargiulo alle tastiere.  Conoscevo a memoria il repertorio. Quando alle 4 del mattino finalmente prendevo il 5 notturno pieno di diseredati a porta maggiore mi sentivo la persona più fortunata del mondo, ma non tanto per i diseredati. Mi dicevo: "cazzo che fortuna vivere qui. E' pazzesco posso vedere Roberto Ciotti tutti i Sabati!!!! e imparare!!" E vedere ogni settimana cosa vuol dire essere un musicista professionista. Forse anche per questo ho impiegato 8 anni ad avere il coraggio di salire su quel palco, e quando ci son salito non è che mi sentissi tanto degno. Poi è passato il tempo e sono arrivati i Mississippi Mood ed è capitato di salirci su quel palco anche con i suoi musicisti, Sandro, Luciano, Mick e qualche volta con Roberto stesso. La prima volta che suonai con Roberto fu uno dei mitici concerti di chiusura stagione al Big Mama. Salì sul palco e facemmo uno shuffle, duettammo. "Aò, jel'ammolli con quella chitarra" mi disse appoggiato all'ingresso del big mama a fine serata regalandomi la più grande soddisfazione della mia vita.  Ci siamo incontrati altre volte. A esseri sinceri non mi piaceva molto la musica che faceva ultimamente, la svolta acustica l'ho apprezzata solo in parte, ma ho sempre continuato a guardarlo e ascoltarlo con rispetto perché penso che sia 100 spanne sopra tutti, lui e il suo suono unico e inconfondibile.  Ricordo un concerto per un compleanno credo di Mick in un posto al foro italico. Siamo saliti sul palco in mille, anche gente seria tipo Manusso, ci fosse stato un chitarrista che sia riuscito a far suonare bene quell'ampli. Bah...forse la fretta del cambio palco per alcuni, per altri l'emozione, forse l'ampli, chi lo sa. Ma ricordo che il suono della chitarra chiunque salisse non andava bene. Poi salì Roberto, si prese il tempo necessario, smanettò piegato sull'ampli per un bel pezzo, infine si girò verso il pubblico e suonò.  Ed era lui. Lui, e il suo suono unico e inconfondibile. Altro che ampli...100 spanne sopra tutti. Perché per quanto possiamo fare gli sboroni, la mia generazione, per quanto abbiamo avuto modo negli anni di smitizzare i miti o addirittura di diventare miti per qualcuno... io ho sempre bene chiara in mente la differenza che c'è a essere Roberto Ciotti. Grazie Roberto, per me non morirai mai.
Enrico