mercoledì 15 gennaio 2014

Roberto Tiranti-40-25

Fotografia di Emilio Scappini

Non tutti gli eventi musicali sono uguali e il risultato spesso non è determinato dalla qualità dei protagonisti, ma dal feeling che si crea, dall’atmosfera positiva, dalla voglia/necessità di passare ore serene, che potrebbero anche diventare indimenticabili.
Nel raccontare quanto accaduto l’11 gennaio al Politama Genovese vorrei provare a sintetizzare e a evidenziare l’essenza, perché gli argomenti in gioco sarebbero molti e tutti rilevanti.
40/25 è un'invenzione di Roberto Tiranti, vocalist di fama internazionale, dal curriculum impressionante se si guardano i numeri e … i nomi.
Partiamo proprio da quelle cifre che danno il titolo allo spettacolo: 40, come l’età anagrafica… 25, come gli anni di carriera.
Basterebbe questo per porsi qualche domanda, o meglio, per trarre conclusioni che portano a precocità e talento. Ma non è questa l’occasione per l’elogio all’artista, meglio sviscerare i contenuti e gli aspetti emotivi e relazionali captati nella serata.
Partiamo dalla causa benefica, ovvero il supporto alla onlus "Associazione Progetto Leonardo" che si occupa di bimbi affetti da gravi patologie tumorali: la buona affluenza di pubblico porterà un contributo alla causa.
Sul palco di tutto e di più, ovvero musicisti di spessore, trasversali e… amici.
L’amicizia, la serenità nei rapporti e la distensione sono ingredienti che si sono respirati nell’aria, una sorta di adunata nel momento del bisogno, perché come ha sottolineato Roberto nel corso della presentazione di Rocco Tanica, la qualità delle relazioni umane ha poco a che vedere con la frequenza di contatto.
Tutto questo ha permesso di rivivere on stage la storia di Tiranti, e quindi di uno spicchio importante di musica italiana e non, con l'aiuto di un equipaggio variegato che ha funzionato  alla grande, grazie alla piena unità di intenti.
L’elemento nostalgico non si è avvertito, e quello che normalmente simboleggia il raggiungimento dei 40 anni  - la realizzazione di un libro, di un disco, qualsiasi cosa possa servire per fare un punto e a capo - in questo caso si è trasformato in una grande festa familiare, adatta a tutti, senza distinzione di età e gusti musicali, con un continuo dialogo tra musicisti e audience, tra Roberto e gli amici - occasionali e di sempre - tra i genovesi e Genova.
Non c’è contraddizione tra l’avere salde radici e i "voli" che contraddistinguono le nostre vite... conoscere la nostra storia serve a "provare" a vivere nel futuro, e con questo concetto espresso da Roberto inizia un viaggio musicale incredibile, perché a memoria non ricordo nessuno in grado di cimentarsi con successo in generi musicali così differenti.
La latitudine musicale di Roberto Tiranti si sviluppa per intero sul palco del Politeama, passando dal metallo pesante dei Vanexa e dei Labyrinth, sino ad arrivare al blues proposto con Stef Burns e Fabio Valdemarin, passando per i New Trolls dei fratelli De Scalzi (e del pluricitato Nico Di Palo, seduto in platea), per il prog dei Mangala Vallis, per la musica popolare realizzata con Bob Callero, per il connubio artistico/sentimentale con Irene Fornaciari - accompagnata da Max Marcolini -, per il musical con Moses, per la genialità contemporanea inventata con Rocco Tanica (micidiale il mix Oasis-Police), per il rock vissuto con Marco Zoccheddu e Paolo Siani. E poi il presente, con una band che ha fornito la trama base, formata da  Aldo De Scalzi, Andrea Maddalone, Roberto Maragliano e Massimo Trigona.
Roberto Tiranti canta, suona basso e chitarra, e realizza un percorso che gli permette di esaltare tutte le sue qualità, aristiche e umane, miscelando le musiche ai ricordi personali, a volte intimi, regalando tre ore di spettacolo mai pesante, di quelli che vorresti rivedere il giorno dopo, rappresentazioni che mi piace immaginare itineranti, pronti ad allietare il pubblico di ogni città, fornendo magari un po’ di… educazione musicale.
Citazione d’obbligo per il compagno ideale di Tiranti, Aldo De Scalzi, capace di presentarsi non solo come valente musicista e compositore, ma anche come “spalla”, e naturale aiuto conduttore.
Nessuna graduatoria di merito o di gradimento, e mi pare d’obbligo rimarcare come ci sia stato spazio per tutti, senza necessità di stabilire ruoli subordinati, anche se alla fine la torta con le candeline è solo  per lui, Roby, atto dovuto per un campione, anche, di umiltà.
La semplicità con cui tutto è stato proposto non nasconde però l’enorme lavoro necessario per realizzare manifestazioni del genere, anche se al tirare delle somme una tale fatica può essere controbilanciata dalla nascita di motivazioni straordinarie che potrebbero innescare un effetto domino, quello che tutti gli appassionati di musica si augurano.
A seguire propongo un mix video più o meno casuale di quanto accaduto sul palco, sperando di aver dimenticato il meno possibile, anche se vorrei citare come simbolo un amico che ha lavorato duramente dietro le quinte, Giogio Neri, tecnico e musicista.
E ora aspettiamo... all'orizzonte si intravedono altre meraviglie!!!